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Cara Varese

RAGGI D’AZIONE

PIERFAUSTO VEDANI - 17/02/2017

raggiCome tutte le persone intelligenti, preparate e che hanno il coraggio di far sapere sempre come la pensano, Vittorio Feltri pizzicando la Raggi, prima cittadina di Roma, ha sfiorato o toccato sue possibili situazioni personali. Pandemonio nazionale, accuse di sessismo, replica dura di Feltri, la vicenda si chiuderà con un attivo di bilancio per la mite, diafana signora al volante della città peggio amministrata d’Italia, certamente non per colpa sua.

La reazione di massa va ben oltre lo schieramento dei grillini, dei quali la Raggi è figlia, e farebbe ben sperare per la crescita nel Paese della cultura di un femminismo diffuso e saggio se non si trattasse di una vicenda strettamente connessa alla politica, a quel mondo nel quale moltissimi italiani, non a torto, ravvisano la causa dei loro guai odierni. Vale a dire economia traballante, futuro incerto, disoccupazione giovanile e non, pochi fatti e molte chiacchiere in tutti gli apparati dello stato, riforme che guastano il poco di funzionante che ci resta.

Un quadro desolante che ha una cornice, molto importante: quella di una società che si mobilita per la Raggi, ma che accetta senza muovere un dito il calvario di numerosissime donne che ogni giorno vengono sottomesse, picchiate, violentate, assassinate da uomini che non accettano di riconoscere diritti e ruoli riconosciuti in altri paesi europei.

Infatti a maltrattare come schiave e a uccidere mogli e fidanzate, a dare un incredibile pessimo esempio ai nostri uomini spesso sono gli immigrati, portatori di ben altre culture.

Oggi le nostre giovani sono inoltre vittime di aggressioni non all’uscita dalle sale da ballo, ma mentre rincasano, a piedi, sui treni. È tempo di riflettere e agire nell’ambito delle leggi, di chiedere e ottenere maggiore tutela per le nostre donne. A cominciare dalle leggi: i cittadini si infuriano quando vedono liberi personaggi per i quali in passato la galera li attendeva. E i cittadini se la prendono con i magistrati dimenticandosi che le leggi le fanno i bravi ragazzi che ogni tanto ci chiedono il voto per mandarli a Roma.

Sono gli stessi che hanno risolto il problema delle carceri affollate. Ricordate? Una vergogna europea, oggi il problema non è più sulle pagine dei giornali dove invece si racconta di fulminee scarcerazioni, di gente che non dovrebbe essere più in Italia dove invece può ancora aggredire e rapinare anziani indifesi.

E ricordiamoci il problema della droga, veleno mortale per i nostri giovani: gli spacciatori sono padroni di interi quartieri, controllano bar e scuole.

E noi naturalmente insorgiamo per la Raggi. Per carità diamole pure appoggio e simpatia, a Vittorio Feltri non gli può interessare più di tanto, ma cominciamo a difendere le nostre città, le nostre donne da ben altre insidie.

Se è vero che la nostra libertà comincia dove finisce quella degli altri si impone allora una regola fondamentale, quella del rispetto, che tutti abbiamo in noi. Ma che troppo volte ci fa comodo dimenticare.

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