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Ambiente

CAVA SENZA FINE

ARTURO BORTOLUZZI - 17/02/2017

La cava ex Coppa di Cantello

La cava ex Coppa di Cantello

La vicenda inerente lo spianamento della collina di Tre Scali di Cantello pare proprio non avere una fine. Credevo che con la decisione della regione Lombardia di stralciare dal piano cave regionale il “Piano di recupero” della cava ex Coppa (ora Italinerti), la questione fosse bellamente terminata. Invece così non sembra proprio.

 Dagli organi di informazione dell’altra settimana sono stato, infatti, informato che la Regione Lombardia ricorrerà al Consiglio di Stato contro la decisione apparentemente perversa (secondo me) del Tribunale amministrativo che ha dato ragione ai proprietari della cava di Cantello (ex Coppa) contro Regione Lombardia, Provincia di Varese e Comune di Cantello, che si erano giustamente opposti a nuove escavazioni per attuare un inutile piano di recupero della cava stessa attualmente dismessa.

Sono rimasto letteralmente stupito nell’apprendere che ci possano essere state decisioni tribunalizie che non hanno tenuto conto della decisione popolare espressa dalla maggioranza della società civile che ha partecipato alla Valutazione ambientale strategica e ad una pluralità di assemblee istituzionali democraticamente elette.

Confido, comunque, che non possa più essere consentito un piano di recupero, che giudico truffaldino, perché distruttivo e senza ragione. Ripeto (come ho scritto su questo giornale) che per evitarlo sarebbe bastato comunque stendere una rete metallica. Questa avrebbe impedito la comunque improbabile caduta di persone nel precipizio (l’unico pericolo possibile per persone e cose). Non sarebbe stato certamente necessario secondo me fare un piano di recupero con nuove escavazioni e inerenti trasporti, che avrebbero rovinato l’esistenza di un maggior numero di persone.

Ho, pertanto scritto all’assessore regionale lamentandomi per il fatto che il giudizio sulla valutazione ambientale strategica non abbia tenuto in conto la questione acqua che secondo il mio pensiero, sarebbe stato fondamentale riconoscere e porre a fondamento della decisione regionale di stralcio.

Proprio sulla questione acqua ho anche scritto all’assessore alla Tutela ambientale del comune di Varese chiedendogli di prendere una posizione estremamente forte per difendere il nostro prezioso bene (l’acqua) assumendo tutti i provvedimenti conseguenti. Gli ho perlappunto cortesemente chiesto di farsi sentire dalla Regione Lombardia e dal Comune di Cantello per fare presente loro la solidarietà e la vicinanza del Comune di Varese. Gli ho anche chiesto di valutare se sia opportuno che il comune di Varese (rendendo così evidente il proprio interesse) possa partecipare al giudizio in Consiglio di Stato a supporto degli enti istituzionali attualmente soccombenti. Infine, ho fatto presente all’assessore che come rappresentante legale della associazione Amici della Terra Varese, abbia già scritto alla Regione Lombardia e al comune di Cantello dando analoga disponibilità.

Ricordo che difendere la nostra acqua contro pericoli certamente eventuali, ma, comunque, possibili ritengo sia un dovere di tutti i cittadini esercitabile a norma del vigente Testo unico Ambiente. Rischiare di perdere l’acqua della Bevera che disseta buona parte dei cittadini di Varese, per il semplice principio di precauzione, è un rischio che non vale la pena correre. Rischio che se fosse speso in maniera perdente sarebbe destabilizzante per ciascun membro del corpo sociale varesino.

Facciamo di tutto per evitare di correrlo e conserviamo le nostre ricchezze per le generazioni future. Ricordo, in ogni caso, come realizzare il cosiddetto piano di recupero della cava Ex Coppa, sia distruttivo anche della biodiversità presente in Valle Bevera e comporti la variazione del microclima.

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