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Noterelle

SAPER AMARE

EMILIO CORBETTA - 24/02/2017

amareSai amare? Se non sai amare non puoi fare niente, perché tutto (inaridirebbe) inaridisce tra le dita delle tue mani; al contrario tutto è bello se sai amare.

Si dice che l’amore nasce dal cuore. È un modo di dire, per sottolineare che l’amore nasce tutto dal tuo di dentro. In effetti nasce dal vibrare dei tuoi neuroni, ma tu ti senti interessato, coinvolto da tutto te stesso, da ogni fibra di tutto il tuo essere.

Ovviamente per saper amare bisogna sapere che cosa è l’amore, cosa si intende per amore, come lo vuoi vivere e per chi e per che cosa lo vuoi vivere e lo vuoi realizzare. Senz’altro per viverlo deve originare da te e in te. Devi volerlo e non subirlo passivamente. Se lo subisci, scivola dentro di te, perché resta qualcosa che viene o che fai venire dall’esterno verso di te e resta in te racchiuso: la fredda immagine d’un vaso sigillato. Invece qui è il contrario: nasce da te e va fuori da te. È un fenomeno sublime, difficile da definire. Chiamiamolo “fenomeno spirituale” ( è un termine improprio, ma come altro dirlo?) che si crea e si materializza per realizzare o manifestare bene, tanto bene non a vantaggio tuo ma per altri. Fatto ad altri. Poi ti accorgi che si riverbera su di te, ma tu lo fai non per realizzare il riverbero (tuo), ma per illuminare qualche cosa che è fuori di te.

È un bel gioco complicato che avvince, che intriga.

Proviamo ad andare sul concreto: Ti piace disegnare? Se non ami la carta da vergare con la tua matita amata e non ami l’idea che ti appassiona e che vuoi esprimere, non potrai realizzare una cosa bella o interessante. Ti piace leggere? Se non ami le parole, gustare la costruzione della frase, gustare la trama, immergerti nei pensieri contenuti nelle pagine, annusare il profumo lasciato dall’autore, non potrai ricevere il riverbero, ma nemmeno divulgarlo agli amici. Così se ami scrivere. Se ami costruire, se ami fare, se ami curare e così via. Ti piace vivere? Devi saper vibrare nella vita, proteggerla, ma sopratutto donarla ai bambini, ma anche a chi soffre, ai malati, ai vecchi che si stanno avviando fuori dal tempo. E devi saper amare il tempo, non sprecarlo cercando di tenerlo tutto per te, perché non puoi trattenerlo: è lui che ti scappa tra le dita. Amore e tempo sono avvinti. Quando finirà il tuo tempo, finirà il tuo amore.

L’amore è faticoso: se ami gli amici, cerchi il loro bene ma fai tue le loro pene, le loro difficoltà, le loro gioie ma anche i dolori. Sei felice con loro e partecipi al loro mondo che può essere ricco di difficoltà. Cosi per i tuoi figli, per quelli che ti amano.

Ti piace la tua terra? Il tuo lago? Le tue montagne? I tuoi boschi? I tuoi prati? Il tuo cielo? Il tuo sorgere del sole? Il tuo tramontare del sole? Chi ti vive accanto? Gli amici? Chi popola la tua terra? Chi fatica sulla tua terra? Chi la valorizza? Chi l’ama? Ma anche chi la violenta? Chi la vuole tutta per sé? Chi vorrebbe ingoiarla tutta per sé? Ma la ami tutta nelle sue infinite sfaccettature? La tua terra è un cristallo non inerte, ma vivo, che filtra la luce della vita riverberandola, non sfilacciandola ma mostrandola in tutte le sue infinite componenti. Ma sai proteggerla, valorizzarla, renderla più bella, donarla per farla trionfare nelle personalità di tutti? Sai renderti conto del suo mistero? Sai cosa significa “mistero”? Sai che se non ami questo mistero, non puoi spiegarlo. svolgerlo, realizzarlo? Facendo questo fai politica per la tua terra. E se non vuoi, se non lo fai, crei odio, cancelli la politica, non ami nulla! Non vivi e sfuggi nel tempo. Ti annulli nel vuoto.

Ho accennato alla politica, ma quale? È qui il grande interrogativo. Semplice la risposta, ma difficile realizzarla perché la politica è amore, deve essere amore per la tua terra, per la tua gente, come appena detto. La politica non è un mestiere, una carriera, è e deve essere un donarsi. È un grande moto di generosità, definita da qualcuno un grande dono di carità, uno dei più grandi che si possano fare. Purtroppo l’esperienza ci dice che molto rari sono i generosi capaci farlo.

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