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Cultura

PARLIAMO DI FAMIGLIA

LIVIO GHIRINGHELLI - 10/03/2017

amorisIn ordine all’esortazione apostolica Amoris Laetitia, al dibattito suscitato dal Fertility Day dello scorso 22 settembre e a tutti i quesiti posti dal Progetto di procreazione medicalmente assistita  (Pma), di fronte all’attuale denatalità che mette a rischio gli stessi propositi di welfare, vale la pena di affrontare la complessa materia messa in campo  per tutto quanto concerne l’istituto della famiglia.

Utero in affitto, maternità surrogata, gestazione per altri, se per un verso si presentano sotto un aspetto commerciale-contrattuale assolutamente discutibile, sotto l’aspetto etico, quando compaiono  sotto la fattispecie gratuita sembrano assumere un carattere solidale o altruistico.  Viene comunque spezzata  la relazione materna, che ha dato un’impronta di civiltà  alla convivenza umana, a favore di una pluralità di figure, per cui la madre surrogata porta in grembo il nascituro, quella genetica fornisce l’ovocito e la madre in intenzione provvede alla crescita. Il tutto grazie al potere della tecnoscienza e del mercato globale.

È  chiaro però che il desiderio di maternità/paternità non va confuso con il capriccio. La creatura, voluta in partenza  e attesa all’arrivo, nutrita e custodita  dalla portatrice, madre reale e simbolicamente rinunciataria, fa il suo viaggio in solitudine. Tra il nascituro e chi accompagna alla nascita si verifica uno scambio pervasivo  di corpi e di parole, mentre i genitori committenti soddisfano il proprio desiderio, stabiliscono preliminarmente  l’interruzione della relazione materna; chi adotta invece si prende cura dei piccoli  nei punti di rottura della relazione genitoriale  e subentra a riparare una discontinuità. Interviene a riparare  la frattura tra natura e cultura il concetto e fattore di endogeno, che nasce dentro, senza essere il prodotto di un determinismo organico, né provenire passivamente  da una causalità esterna e trova un’espressione paradigmatica  nella lingua materna, insieme di espressioni  e gestualità, prime parole e linguaggi del corpo,  che qualificano unica la relazione madre-figlio.  La relazione materna è massimamente indisponibile.

Se poi il bambino è frutto  del desiderio fra un padre e una madre  bisogna operare uno spostamento  da una prospettiva binaria (il mio desiderio di un figlio) alla triangolazione dei desideri. Forma di intersoggettività originaria.

Occorre poi distinguere  tra fertilità e fecondità (la seconda riguarda il fatto di diventare effettivamente genitori, mentre la prima concerne l’esercizio della capacità). La prima è condizione necessaria, ma non sufficiente della seconda. La fertilità  deve risultare al centro  delle politiche sanitarie ed educative, va protetta, è un aspetto della salute non scontato, mentre rientra nel diritto  sancito costituzionalmente. L’una e l’altra riguardano  la sfera più intima della persona, la vita di coppia e di famiglia, il mondo delle relazioni affettive più strette, il bisogno l’uno dell’altra per la propria autorealizzazione. Generare richiede una scelta, una decisione, per dei progetti di vita che investono anche il campo economico e rientrano nell’ambito delle questioni sociali e e politiche.

 In ogni caso le pretese individuali  non si possono mai assolutizzare, in quanto potenzialmente illimitate vanno composte con il quadro delle risorse economiche e delle tecniche disponibili, tenendo conto di archi di tempo piuttosto lunghi. Né bisogna nutrire eccessiva, assoluta fiducia nelle potenzialità della scienza e della tecnica.

Tutto invece nella nostra società è diventato merce disponibile per il consumo. Perciò deve esserci  una gestione consapevole  tra due polarità: il consumo incorpora, il generare escorpora. La società deve essere disponibile  a dare accoglienza e promuovere il desiderio di generare di tutti i suoi membri e a  garantire il soddisfacimento  di bisogni quali la nascita dei figli, l’assistenza ai genitori anziani, l’offerta di cura e di supporto per i disabili, modalità di lavoro flessibili ecc. Gruppi  strategici da avere nel mirino  le donne e i giovani. Le spese a sostegno della famiglia  non sono che un investimento che si ripaga nel tempo.

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