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Noterelle

CULTURA DEL TERRITORIO

EMILIO CORBETTA - 10/03/2017

OLYMPUS DIGITAL CAMERAQualche settimana fa un incontro avvenuto a Varese, ma organizzato dal sindaco di un Comune limitrofo, ha evidenziato particolari problematiche dei territori, meritevoli di molti pensieri e studi.

Gli eventi della vita ci han collocati in questo bell’angolo della Lombardia e, abituati come siamo da sempre a vedere il territorio organizzato in cittadine e paesi più o meno grandi, ma sempre configurati allo stesso modo nel tempo, non ci soffermiamo molto sul fatto che l’amministrazione del Capoluogo è diversa da quella dei siti confinanti, i quali hanno problemi e caratteristiche diverse tra loro. (Così Malnate è diverso da Induno, che è diverso da Casciago, a sua volta diverso da Brinzio, e così via.)

Sono numerosi i fattori che hanno caratterizzato la vita delle comunità: dalla olografia del terreno alle risorse locali, al numero degli abitanti, alle qualità ed ai modi di pensare, alle credenze, alla fede, alla educazione degli abitanti stessi, alla influenza esercitata sulla comunità da persone di cultura diverse, come un parroco, un farmacista, un sindaco, una maestra.

Questo avveniva nel passato; poi il cambiamento dei livelli di cultura, la sempre maggior possibilità di scambio di idee, l’arrivo di tecnologie comunicative nuove, la facilità di spostamenti sul territorio, nuove professionalità, tenori di vita diversi hanno livellato molto le caratteristiche delle varie comunità, che tuttavia hanno sempre diversi bisogni e necessità. Queste necessità dipendono anche dalle diverse fonti di reddito dei siti, legate alle capacità imprenditoriali degli abitanti, ma anche alla influenza delle organizzazioni internazionali dell’economia e dei commerci, talvolta intrecciate con organizzazioni della malavita capillarmente diffusa in loco (anche se platealmente negate da insigni politici).

Su questa realtà si riversano nuove problematiche, create dall’imponente arrivo dei migranti su un’area già fittamente popolata. Il cambiamento della organizzazione della vita religiosa, le nuove necessità sociali determinate dall’invecchiamento della popolazione, la disoccupazione, la presenza in certi comuni di scuole che richiamano giovani da più centri, con specifiche necessità educative in una società in perenne rivoluzione, richiedono grande capacità di fantasia organizzativa e di gestione, che si scontra con una innata cronica difesa dalle responsabilità da parte delle strutture, mediante incartapecorite burocrazie.

Quanto accennato ci fa capire, anche se parzialmente, quanto sia difficile governare i singoli Comuni che devono inoltre affrontare necessità sanitarie e igieniche, i cambiamenti dei servizi, le difficoltà di contatti umani tra i singoli abitanti, la diffusione di tossico dipendenze, le manifestazioni di violenze di genere, il degenerare delle tifoserie, la mancanza di educazione civica, gli stupidi vandalismi, le truffe nei confronti di sguarniti anziani.

Limitiamoci ora a considerare la gestione della educazione dei giovani a cui sono chiamati i politici locali, ossia la conduzione delle scuole comunali, a cui si aggiunge la cura, – sempre che i politici locali siano sensibili al problema – del livello culturale della popolazione, e quindi la necessità di manifestazioni culturali, sociali, intrattenimenti comunitari e valorizzazione turistica del territorio comunale. Si evidenzia così la vastità delle difficoltà, degli ostacoli, dei problemi economici da superare.

Un particolare: se gli adulti leggono molto meno di un tempo, o addirittura hanno smesso di leggere (libri e giornali sono in crisi di vendita), si hanno grosse difficoltà nello spingere i ragazzi in età scolare a leggere per aumentare la loro cultura. Un ostacolo immenso per tutti, ma specialmente per i ragazzi, è creato dalla diffusione dei così detti smart-phone, tablet, personal computer che lasciano o impongono una nuova impronta sui modi di vivere. Gli unici immuni da queste tecnologie sembrano essere gli anziani.

In quegli strumenti si nasconde un’attrazione, un fascino grandissimo sui bambini, sugli adolescenti, sui giovani che risulta essere devastante, ai fini educativi, sullo sviluppo delle loro personalità, sulla loro vita affettiva (con riflessi sulla sessualità), sulla loro vita culturale. I tradizionali giochi infantili, le attività ludiche e sportive degli adolescenti, gli stimoli alla fantasia, le capacità di dialogo tra di loro, sono smorzate. Le cronache contemporanee ci raccontano (con troppa frequenza e purtroppo talvolta con patologica dovizia) drammi vissuti da giovani e di conseguenza da famiglie intere provocati dall’uso maldestro o dall’abuso di queste tecnologie. Ci parlano di “ciberbullismo” purtroppo parecchio diffuso.

Penso che un assessore alla cultura, e con esso tutti i responsabili di un consiglio comunale, si trovi in grandi difficoltà a questo proposito e che, come per altri problemi, si senta la necessità di aiuti sovra comunali, che però devono rispettare le qualità e le caratteristiche dei singoli siti.

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