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TOSCANINI LAGHÉE

MARCO ZACCHERA - 24/03/2017

Arturo Toscanini nel 1932 all’Isolino di San Giovanni con Umberto Boccioni e Vittoria Colonna - Foto da archiviodelverbanocusioossola.com

Arturo Toscanini nel 1932 all’Isolino di San Giovanni con Umberto Boccioni e Vittoria Colonna – Foto da archiviodelverbanocusioossola.com

Arturo Toscanini, di cui il 25 marzo ricorre il centocinquantesimo della nascita, ebbe un rapporto speciale e privilegiato con il Lago Maggiore che prediligeva per le sue vacanze estive.

Il Maestro frequentava sicuramente Pallanza già all’inizio degli anni ’20 e lo si ricorda come ospite in Villa San Remigio, sul promontorio della Castagnola, dove la proprietaria, Contessa Bonacossi, vi riuniva numerosi artisti, pittori e musicisti milanesi. Probabilmente in questo periodo – già noto al grande pubblico – posò per lo scultore russo Paolo Troubetzkoy che lo immortalò in un celebre busto in bronzo di cui l’originale è conservato al Museo del Paesaggio di Verbania ed una copia è esposta nella sala centrale del museo del teatro alla Scala di Milano.

Quando era in visita a Pallanza, Toscanini soggiornava allora al Grand Hotel Majestic finché nel 1927 affittò per i mesi estivi la villa dei principi Borromeo sull’Isolino San Giovanni, un’isola di circa due ettari che emerge proprio di fronte a questo albergo, separata da uno stretto braccio di lago che la rende particolarmente suggestiva, unica e tranquilla a poche decine di metri dalla riva.

L’Isolino San Giovanni ha una lunga storia: ospitò probabilmente già un punto fortificato romano e poi un castello della famiglia Barbavara, feudatari anche di Pallanza, e fu sede della prima chiesa della cittadina, dedicata all’arcangelo Gabriele come da un documento di Ottone III del 999. Successivamente la chiesa fu abbattuta e ricostruita dedicandola a San Giovanni Battista, da cui il nome attuale dell’isola.

I Barbavara, ghibellini e fedeli all’imperatore di Germania, ebbero in proprietà l’isolotto come da documenti del 1152 ed i loro successori ne mantennero la proprietà fino al 1632 quando fu acquistato dai Principi Borromeo – come numerose altre terre intorno al lago Maggiore – che al tempo erano i tesorieri (e creditori) del Re di Spagna. Gli stessi Borromeo trasformarono successivamente l’intera isola sistemandola con giardini a logge realizzati intorno ad una bella villa sul lago, quella stessa che fu poi affittata – o almeno concessa in uso – a Toscanini.

Allargandosi a metà del XIX secolo, la villa inglobò anche l’antica chiesa di San Giovanni che è oggi ridotta a un grazioso, piccolo campanile romanico sulla riva di mezzogiorno dell’isola mentre la navata fu trasformata nella sala da pranzo e delle feste della Villa Borromeo. La tradizione dice che il maestro componeva ed arrangiava le note musicali proprio ispirandosi al panorama e al paesaggio godibile dalla grande camera centrale all’ultimo piano della villa che vanta uno splendido balcone verso il lago in direzione sud-est quello stesso che, nel detto popolare, è indicato ancora oggi proprio come “loggia Toscanini”.

Il celebre direttore d‘orchestra affittò infatti la villa nel 1927 dai Borromeo e continuò a tornarci ogni anno nei mesi estivi finché decise di lasciare l’Italia in contrasto con il regime fascista e soprattutto in segno di protesta contro le leggi razziali del 1938 quando – com’è noto – decise di trasferirsi negli Stati Uniti.

Nel dopoguerra, dopo aver inaugurato nel 1946 il nuovo teatro alla Scala prontamente ricostruito dopo i bombardamenti bellici, Toscanini tornò a Pallanza per alcuni anni fino al 1952, quando – ormai anziano – si ritirò definitivamente negli USA.

Dei suoi numerosi soggiorni sul lago restano molte fotografie che lo ritraggono a passeggio sull’Isola, in giro in motoscafo nel golfo Borromeo ed a pranzo – sempre insieme a numerosi convitati – presso il ristorante “Verbano” all’Isola dei Pescatori ospite delle tre sorelle Ruffoni che allora gestivano il rinomato ed antico ristorante, dove Toscanini più volte pose delle dediche entusiaste sul libro degli ospiti illustri, conservate ancora oggi e di indubbio valore storico.

Copia del busto del Troubetzkoy – nel centenario della nascita del Maestro – è stato posto nel parco di Villa Giulia a Pallanza in una rotonda dei giardini verso il lago proprio nel punto in cui l’artista traghettava per raggiungere l’Isola di San Giovanni ed è così che Verbania ne ricorda i suoi lunghi soggiorni anche se qualcuno propose (invano) che proprio ad Arturo Toscanini fosse intitolato il nuovo teatro cittadino.

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