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Il Mohicano

IL TEATRO E UN’INCOGNITA

ROCCO CORDI' - 21/04/2017

Immagini del progetto vincitore del nuovo teatro

Immagini del progetto vincitore del nuovo teatro

Del nuovo assetto planivolumetrico di Piazza Repubblica, che prende corpo tra luglio e dicembre 2014 (vedi La capriola in piazza), si discute intensamente – com’è ovvio che sia – nei mesi che precedono lo svolgimento delle elezioni comunali del 5 giugno 2016.

I candidati sindaci dei due schieramenti maggiori fanno a gara nel sottolineare la bontà del progetto ribadendo in ogni occasione che ora l’impegno prioritario è la sua realizzazione. Gli altri candidati si distinguono esprimendo dubbi, riserve e anche critiche sulla fattibilità delle opere. Qualche voce dissonante si leva pure tra liste sostenitrici della coalizione che poi risulterà vincente. Distinguo a parte, la strada appare ormai spianata. O almeno così pare. E infatti, bastano solo pochi mesi per rendersi conto che le parole spese in campagna elettorale possono facilmente cambiare di segno. Il nuovo Sindaco Davide Galimberti (PD), che in campagna elettorale aveva sostenuto con decisione il progetto e la sua realizzabilità, annuncia di aver cambiato idea: Il progetto non può essere portato avanti nella sua totalità, partiamo con lavori di recupero della ex-caserma e riqualificazione della piazza.

Cambiare idea ovviamente è legittimo, solo che qui stiamo parlando di un progetto sorto in seguito ad Accordo di Programma sostenuto dal suo stesso partito, sia in Comune che in Provincia. Accordo peraltro sottoscritto da quattro soggetti diversi e che, in quanto tale, per essere modificato richiede il consenso di tutti. L’uscita del Sindaco spinge la Lega a minacciare fuoco e fiamme, ma il conflitto più serio è quello che si apre con la Regione. Anche perché da essa dipendono i finanziamenti decisivi alla realizzazione delle opere previste. Essendo poi il Presidente della Regione oltre che leghista anche varesino, il tono dello scontro diventa particolarmente acceso e si trascina per oltre un mese tra novembre e dicembre 2016.

Il punto di contrasto tra le due istituzioni riguarda in primo luogo la “modalità” (annuncio a mezzo stampa) con cui si è voluto far conoscere il cambio di posizione del Comune, ma il punto di sostanza è la richiesta alla Regione di confermare comunque il finanziamento stabilito nell’accordo di programma. In presenza di un contrasto così forte anche la Regione potrebbe però cambiare idea mettendo a repentaglio il rilevante contributo deliberato precedentemente. In questi casi non serve dunque il gioco dello scaricabarile, né si può pensare di procedere con minacce e ritorsioni. Il braccio di ferro è controproducente perciò sempre meglio avviare un confronto serio tra le parti (vedi anche braccio di ferro su piazza repubblica). Dopo le tensioni e le accuse reciproche il confronto finalmente si avvia e, a dicembre, arriva anche l’accordo. O meglio un compromesso in cui vengono salvaguardati i punti fondamentali dell’AdP, Caserma, Piazza, Teatro, ma con una novità: la cancellazione della demolizione dell’ex Collegio S. Ambrogio e dunque dell’intervento edilizio previsto sull’area medesima.

Bene, benissimo. Va però ricordato che il “piano di fattibilità” del Masterplan prevedeva per il nuovo teatro risorse finanziarie aggiuntive, oltre quelle pubbliche, di tre milioni di euro provenienti direttamente dai soggetti attuatori privati e altri quattro milioni generati dallo sviluppo immobiliare di via Ravasi.

A questo punto, per realizzare il compromesso raggiunto e in assenza di quell’intervento, mancano all’appello ben 7 milioni di euro. Una cifra tutt’altro che irrisoria e la cui copertura non può certo essere garantita con qualche dichiarazione d’intenti. A questo proposito va ricordato che l’impegno finanziario dei sottoscrittori dell’AdP ammontava a 24,5 milioni (contro una previsione di spesa pari a 31,6 milioni (di cui 24,5 per la costruzione del teatro e 7,1 per piazza e caserma). Previsione però sostanzialmente modificata a seguito dei bandi internazionali. La realizzazione dei progetti vincenti richiederebbe infatti la disponibilità di ben 45 milioni di euro, cioè 21 milioni in più di quelle messe a disposizione dall’AdP. In ogni caso si continua ad insistere sul nuovo teatro ignorando altre soluzioni, più ragionevoli e realistiche, avanzate da più parti e fondate sul recupero di strutture esistenti (dal Politeama, al Vittoria, ad altri siti). Ancora più preoccupante il fatto che si continui a parlare del “contenitore” teatro e non dei “contenuti” ignorando, anche qui, analisi e proposte formulate da persone competenti che di teatro ne sanno, eccome. Così pure non si fanno i conti con l’altro tema connesso alla realizzazione della struttura e che riguarda i costi gestionali previsti in circa un milione di euro. In assenza di altre soluzioni tale costo andrebbe a gravare sulla spese corrente del Comune, già al limite.

Resta dunque una indeterminatezza di fondo sia sulle opere che sui costi. Il “compromesso prenatalizio” non ha ancora prodotto la modifica dell’AdP siglato il 21/12/2014, né risultano chiariti i termini finanziari dell’operazione. Lo scorso 13 febbraio la Giunta comunale ha sì deliberato il “progetto di fattibilità tecnica ed economica preliminare” relativo a Caserma e Piazza, però senza aggiungere nulla di nuovo a quanto già specificato nel Bando internazionale. C’è un “calcolo di spesa” dettagliato per il comparto pari a 11,8 milioni (10,1 milioni per la Caserma, 1,7 per la Piazza), ma la copertura finanziaria resta ancora indefinita.

Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi mesi.

Il nostro racconto della lunga storia cominciata oltre 30 anni, finisce qui (per ora).

Con l’auspicio, ovviamente, di poterla un giorno concludere corredata anche dal classico lieto fine “… e vissero tutti felici e contenti”.

 

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