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Cara Varese

DEVIAZIONI LESSICALI

PIERFAUSTO VEDANI - 21/04/2017

sgarbiGli studiosi della società, gli psicologi e gli analisti di usi, costumi e comportamenti nei vari ambiti delle comunità umana, sono in grado di dire molto dell’uomo di oggi, come singolo individuo o partecipe delle molteplici aggregazioni che, a cominciare dalla famiglia, lo vedono sempre alla ribalta della vita.

I problemi sono numerosi e spesso segnali angoscianti della crisi nazionale dalla quale si fatica a uscire anche se tutti ne siamo consapevoli e perciò la si dovrebbe affrontare uniti.

Uno dei segnali più diffusi e meno oggetto di attenzione viene dal decadimento dei rapporti tra le persone che in situazioni non difficili e tanto meno drammatiche come quelle legate alla semplice comunicazione sta conoscendo un degrado inaccettabile.

Il turpiloquio, magari sotto forma di qualche singola parolaccia, sembra attecchito ovunque, una vera gramigna anche in ambienti nei quali il rispetto della forma, della buona educazione è regola.

In sostanza anche i comportamenti verso gli altri stanno entrando in crisi a causa dello spessore e della diffusione di questo fenomeno, sviluppatosi dopo essersi introdotto nella comunità come una sorta di non frequente, accettabile e malizioso avanguardismo.

Anche nella società la goccia scava la pietra e in pochi decenni ci siamo ritrovati con un campionario di volgarità e maleducazione che sventolano la bandiera da postazioni di prestigio quali tv e radio pubbliche e private.

Poiché oggi la parola d’ordine è libertà, le istituzioni, anche quelle che controllano un servizio delicato come l’informazione, non intervengono, anzi puntano su trasmissioni che diventano di grande ascolto se vi partecipano esperti in insulti, parolacce e volgarità.

Se un giornalista fa rilievi di questo tipo significa che il fenomeno ha assunto proporzioni vistose. Già da collaboratore e non ancora da professionista, si era all’ inizio degli Anni 50, frequentando le redazioni le avevo accostate a spazi in cui si praticava a volte linguaggi “innovativi”, anche dove la testata del giornale annunciava programmi e scopi educativi.

Qualche decennio dopo avrei constatato che in grandi redazioni era attiva pure la partecipazione delle colleghe a invettive e parolacce sia pure solo quando la situazione lo richiedeva.

Oggi non mi trincero da ipocrita dietro la mano tesa francescanamente da RMFonline, tantomeno mi travesto da pecorella smarrita, ma credo sia il momento di respingere quelle che sono autentiche deviazioni culturali e democratiche, inaccettabili soprattutto come modello o riferimento per i giovani. Va ricordato che da tempo a più livelli alle nuove generazioni a volte abbiamo negato una migliore formazione scolastica fornendo loro spesso docenti pervenuti all’incarico in un clima di provvisorietà e di incertezze.

Con le trasmissioni spazzatura ancora e sempre ecco che i danni arrivano dai dubbi e dallo scarso spessore della politica. Che trama e si azzuffa per designare o sostituire presidenti e direttori quando saremmo veramente a un rassicurante servizio se si chiudessero le trasmissioni oscar del turpiloquio. Garantito che di colpo verrebbe ritrovata la via maestra della comunicazione e dell’informazione. No, iniziative simili non sarebbero sgarbi.

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