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Attualità

PREMIÈRE DAME

MANIGLIO BOTTI - 11/05/2017

Macron con la moglie Brigitte Trogneux

Macron con la moglie Brigitte Trogneux

A fianco di un grande uomo c’è sempre una grande donna. Crediamo che si tratti di un modo di dire più che di una verità dimostrata, legato a quella conclamata e ricercata parità di genere eletta ormai ad argomento politicamente corretto in assoluto.

Di sicuro l’affermazione dà spazio a un ampio dibattito mediatico. E qualche volta anche storico. Per rimanere in tema pensiamo alla (discussa) figura di Eleanor Roosvelt o a quella di Jacqueline Kennedy, prima che diventasse con sommo disdoro di molti signora Onassis. Furono anche loro a dare il via alla genealogia delle “first lady”. L’analoga rappresentanza maschile non ha il conseguente rispetto: Filippo di Edimburgo, designato solo come ‘principe consorte’, il marito della signora Thatcher – di cui nessuno ricorda il nome di battesimo –, il primo marito della signora Merkel, nata Kasner, che ha avuto il privilegio di darle il cognome…

Dalla “first lady” anglosassone alla “première dame” francese. Abbiamo il ricordo della bella e sofisticata Carla Bruni, moglie di Nicolas Sarkozy, o delle compagne di François Hollande, che da questo punto di vista ci ha dato maggiormente da fare. Ma ora dobbiamo passare alla signora Brigitte Trogneux, divorziata, professoressa di francese in pensione, di famiglia benestante, mamma e nonna, che appunto si avvia a questo “premierato” di genere nei prossimi cinque anni della Francia, essendo la moglie del neo-eletto presidente Emmanuel Macron, di cui è più vecchia di ventiquattro anni.

Di quest’aspetto (all’apparenza) privato s’è discusso molto, soprattutto in queste settimane, e anche in precedenza, quando Macron era un giovanissimo e agguerrito ministro dell’economia del governo Valls. Se n’è parlato – inutile nascondersi dietro il paravento della privacy – sui giornali e, da noi, in Italia, anche nel “salotto” televisivo di Bruno Vespa. S’è detto che Emmanuel e Brigitte si conobbero quando lui, compagno di scuola della figlia di lei, era uno studente di liceo di sedici anni, della loro vicenda d’amore ecc. ecc.

Una storia da rotocalchi e da romanzo rosa un po’particolare che (all’apparenza) nulla dovrebbe entrare nelle questioni politiche, anche se Brigitte nella preparazione della campagna presidenziale sarebbe stata ben più di una moglie, benché attempata.

I “politicamente corretti” hanno paragonato la differenza di età di Macron con Brigitte a quella tra Donald Trump, neo-presidente degli Stati Uniti, e l’attuale moglie Melania, che è sempre di ventiquattro anni. Perché non s’è discusso di questa diversità tanto quanto invece fa parlare quella di Emmanuel e Brigitte?

Ipotizziamo una risposta. Forse banale, forse un po’ tradizionalista e che tradisce un modo di pensare conservatore, e forse anche rétrò. Senza indugiare in problemi psicanalitici (qualcuno addirittura ha ipotizzato che Macron con il suo rapporto con Brigitte abbia voluto mascherare la propria omosessualità) di cui manco siamo esperti. Perché non è la stessa cosa, semplicemente. Perché Donald e Melania hanno avuto un figlio e Emmanuel e Brigitte (anche se non mettiamo limiti alla scienza) difficilmente lo avranno.

La politica in tutto questa c’entra poco. È vero? Chissà. Per intanto Macron, Brigitte o no, deve ancora dimostrare d’essere un bravo presidente per la Francia e per l’Europa.

 Della sua storia sentimentale, della storia d’amore, diciamolo pure, e delle reazioni in Francia una settimana prima dell’elezione, ha dato una spiegazione non scontata e secondo noi convincente Fréderic Mitterrand, nipote dell’ex presidente francese, regista e scrittore, già ministro della cultura: “I francesi – ha detto Mitterrand intervistato dal Corriere della Sera – vivono il grande contrappasso dell’affare Russier… Nel 1969 l’insegnante 32enne Gabrielle Russier si innamorò perdutamente, corrisposta, del suo allievo Christian Rossi, 16 anni. I genitori di quest’ultimo la denunciarono, lei si uccise. Fu un dramma nazionale, il presidente Pompidou citò una straordinaria poesia di Paul Eluard. ‘Morire d’amore’, ispirato alla vicenda, è stato il film di più grande successo nella carriera di Annie Girardot e ogni anno i francesi lo rivedono in tv. È una storia un po’ dimenticata e un po’ radicata nell’inconscio nazionale. Anche per questo il matrimonio tra Emmanuel e Brigitte fa simpatia”. C’è da augurarsi che continuerà a farla con il trascorrere del tempo, anche se per i due protagonisti così disuguale.

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