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Attualità

PAGELLA COMUNALE

ARTURO BORTOLUZZI - 11/05/2017

foiaOra arriva il momento della pagella per il Comune di Varese. Sarà per il «Freedom of Information Act», un ruolino di marcia informatico che ogni ente dovrà pubblicare sul proprio sito per mostrare quante richieste di informazioni ha ricevuto, quante risposte ha fornito e quante volte, e perché, ha deciso di non rispondere. Le istruzioni per l’uso di questo «registro degli accessi», previsto anche dalle linee guida dell’Anac sull’attuazione del capitolo che la riforma della Pubblica amministrazione dedica alla «trasparenza generalizzata», saranno uno dei piatti forti della direttiva che la Funzione pubblica sta per indirizzare a tutte le amministrazioni con i chiarimenti operativi per l’attuazione del Foia.

La direttiva sarà prima di tutto l’occasione per provare a guidare le Pubbliche amministrazioni ad attuare una delle norme-manifesto della delega Madia, quella che introduce anche da noi il diritto di accesso generalizzato sul modello inglese. La differenza rispetto al diritto “storico” scritto nella legge 241 del 1990 è nel ribaltamento di prospettiva. Secondo le vecchie regole aveva diritto di chiedere informazioni alla Pubblica amministrazione chi avesse un «interesse legittimo» sul tema (per esempio, un consigliere comunale per esercitare le proprie funzioni o un’impresa esclusa da un bando di gara); oggi, al contrario, il diritto è la regola e il diniego è l’eccezione, che va motivata con ragioni forti come sicurezza pubblica, stabilità finanziaria dello Stato, segretezza delle indagini o della corrispondenza.

In uno scenario così, non può trovare ovviamente spazio il silenzio-rifiuto e nemmeno la richiesta di una tariffa per le risposte (le diverse ipotesi iniziali sono state cancellate anche dopo il confronto con le associazioni promotrici della trasparenza come Foia for Italy).

Per aiutare le amministrazioni a passare ai fatti arriva quindi la nuova direttiva, che punta su organizzazione, responsabilità e sanzioni. Sul primo versante, ribadito il fatto che le richieste di informazioni non possono essere dichiarate inammissibili per ragioni formali, si spiega che le domande generiche vanno corrette dialogando con l’utente per arrivare all’identificazione dei documenti in gioco. La decisione sulla risposta spetta prima di tutto all’ufficio che detiene i dati e tocca alla Pubblica amministrazione e non all’utente indirizzare la domanda alla porta giusta. Il responsabile anticorruzione è chiamato a creare una sorta di help desk per aiutare la gestione delle pratiche, anche perché la mancata risposta entro 30 giorni, sottolinea la direttiva, può alimentare cause di responsabilità dirigenziale, incidere sulla valutazione (e quindi, se il sistema funziona, sulla busta paga dei dirigenti) e addirittura responsabilità per danno all’immagine davanti alla Corte dei conti.

Come Presidente Pro tempore dell’Associazione Amici della Terra Varese ho scritto al Sindaco di Varese e per conoscenza agli Assessori alla Tutela Ambientale, all’Urbanistica, ai Servizi Sociali e al Segretario Generale del Comune di Varese per fargli presente come la prima grossa sofferenza che abbiamo patito con le Amministrazioni che hanno governato Varese (ma la questione è generalizzata), l’abbiamo avuta in quanto il nostro agire veniva interpretato come fatto per creare un disturbo e non, invece, come prezioso arricchimento delle decisioni che dovevano essere assunte (come sarebbe stato giusto interpretarle), ovvero come valente proposta delle azioni da intraprendere. Per questo, durante l’ultima campagna elettorale, la prima domanda che gli abbiamo posto è stata di questo tenore: risponderà alle lettere che Le vengono inviate dalla società civile varesina? Questa è molto nutrita e organizzata dal punto di vista cittadino tanto da poter dare sempre consigli illuminanti. Non tenerne conto equivale a gettare delle perle ai porci.

Amici della Terra Varese vorrebbe che si diano risposte ai grandi temi che assillano i cittadini. Vorrebbe che si superi l’autoreferenzialità di una Pubblica Amministrazione che di fatto parla di se stessa a se stessa.

Al pari di tutti i concorrenti l’attuale Sindaco aveva detto che ci sarebbe stato un coinvolgimento degli interessati nel decidere il da farsi riguardo tutti i temi amministrativi. Quando egli ha vinto le elezioni, abbiamo così sperato in un sostanziale cambiamento rispetto al passato. Questo non c’è proprio stato. Certamente con la nuova Giunta c’è stato un maggiore coinvolgimento degli interessati nelle scelte che dovevano essere assunte. Abbiamo però notato un miglioramento ma per la maggior parte formale e solo un poco sostanziale. Mi spiego: c’è stato un coinvolgimento per quanto riguarda le aree di sosta e l’urbanistica come per la cultura e il turismo. Gli interessati sono stati contattati; è stato spiegato loro cosa il Comune intendeva fare e sono stati chiesti dei contributi.

Amici della Terra Varese li ha sempre dati, ma ha avuto una risposta solo come evidenziato in appresso. Infatti, per quanto riguarda cultura e turismo c’è stato un ulteriore momento di approfondimento dopo il contributo associativo. L’assessorato alla cultura ha avuto il grandissimo merito dopo vent’anni di immobilità di chiedere un finanziamento con la società civile per un primo intervento sul Castello di Belforte. Riguardo le operazioni che il Comune doveva assumere riguardo il Castello (coinvolgimento dei privati che possano arricchire il Comune utilizzando il Castello come fonte di reddito per le proprie attività certamente rispettose dei luoghi, acquisizione delle quote non ancora in possesso del Comune, l’eliminazione dei pericoli lungo viale Belforte, costituzione di un Plis del Vellone, eccetera), non è stato invece fatto assolutamente nulla.

Non parliamo delle lettere inviate alla Giunta comunale. Solo l’Assessore alla Urbanistica ha quasi sempre risposto. Poche volte l’Assessore alla Tutela Ambientale. Non ci ha mai risposto l’Assessore ai Servizi Sociali. Questo è quanto abbiamo notato. Manca sempre un Ufficio che si prenda il compito di essere il regista dei rapporti tra pubblico e privato. Crediamo che questo debba essere l’Ufficio relazioni con il pubblico. Questo compito con tristezza viene realizzato molto poco. Non c’è una costruzione partecipata delle azioni da votarsi da parte del Consiglio comunale e poi da compiersi. Troppo spesso queste sono decise preliminarmente solo al chiuso delle stanze del palazzo.

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