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Libri

PANTAUTORE, VANTAUTORE

GIANNI MURA - 26/05/2017

????????????????????????????????????Gianni Mura ha scritto per Skira (112 pagine, 13 euro, collana Note d’autore) il libro intitolato “Confesso che ho stonato”. Dalla Piaf mangiauomini all’elogio della fisarmonica, dai legami tra calcio e musica all’omaggio a Sergio Endrigo, dai primi Festival di Sanremo imparati a memoria agli ultimi, serenamente trascurati: viaggio arbitrario per chi è totalmente, irrimediabilmente stonato e lo dichiara subito (l’autore), ma continua a sentire il fascino della canzone e a volte osa addirittura parlare di poesia. Con il rischio di essere criticato sia dai poeti sia dai cantautori, gente abbastanza permalosa. La difesa è già pronta: troppo amore.

Ecco un brano del nuovo libro, per gentile concessione dell’editore.

Poeta sarà lei

Il poeta Maurizio Cucchi dice che gli viene da sorridere quando vede testi cantautorali, anche di buon livello, accostati alla poesia.

L’accostamento è evitato anche da Francesco De Gregori, a parer mio uno dei più vicini a un linguaggio poetico, se non alla poesia. “lo faccio canzoni, non poesia.” Ora è evidente che non si tratta di mettere Vasco Rossi sul piano di Petrarca, ma questo insistere, da una parte e dall’altra, a rivendicare ciascuno il suo mi fa pensare a quegli innamorati, anche per la vita come Brassens e Piipchen, che vivono in case separate.

Prima di arrivare, forse, a una casa comune, elencherò alcune cose che mi infastidiscono. Una è la parola “cantautore”, anticipo di apericena. Utile a definire chi si scrive e interpreta la canzone, ma brutta. Però si presta a molti giochi di parole.

“Cantautore” fu usato per stroncare Jannacci quando uscì Il cane con i capelli. Fantautore si potrebbe affibbiare a chi guarda lontano nel futuro. “Pantautore” e “tantautore” a chi produca abbondantemente. “Vantautore” a uno che se la tira un po’. Altra cosa che non sopporto: “canzone d’autore”. Tutte le canzoni, anche le più stupide, hanno uno o più autori. Non ce l’hanno quelle del repertorio tradizionale. Avanti con lo sgradimento: “musica leggera”. Termine che non esiste in francese né in inglese. Che significa leggera? Nello sport, c’è un’atletica leggera, che poi leggera non è, e un’atletica pesante. Si deve dedurre che sono pesanti la musica sinfonica, la musica lirica?

Non credo. Che sono meno frufrù, meno leggere? Non credo. Credo che “musica leggera” sia un recinto, molto vasto, dove pascolano alto e basso, jazz e cori alpini, rapper e crooner.

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