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Società

DOTTRINA DI VITA

FELICE MAGNANI - 02/06/2017

catechismoCredere nei buoni profeti e seguirne l’insegnamento è di fondamentale importanza se vogliamo creare una società che sappia dare il valore che merita alla natura umana.

Parlare di umanità senza mettere al centro l’uomo con la sua spiritualità, la sua interiorità, il suo pensiero, significherebbe spogliare il mondo della sua anima pensante, della sua vocazione alla scoperta, allo stupore e alla meraviglia. Immaginare una terra senza un cielo sarebbe oltremodo riduttivo, sarebbe come immaginare un corpo chiuso nel suo mutismo carnale, privato di quel respiro leggero che apre le porte di un materialismo arido e gretto alla bellezza, all’incommensurabile valore di tutto ciò che ci circonda, che riempie di mistero e di curiosità la nostra proiezione umana e che in molti casi ci fa pensare a quel Dio a cui siamo debitori di un figlio arrivato sul pianeta terra per dimostrarci che la via c’è e che è stata tracciata, si tratta soltanto di saperla condividere e seguire senza paura e con fede sincera.

Nell’idea di mondo che ci è venuta incontro c’era anche quel catechismo dell’amore che sacerdoti preparati sapevano far scivolare tra le pieghe un po’ ribelli della giovinezza, garantendone una vigilanza che altrimenti avrebbe aperto le porte a orizzonti indefiniti. Non possiamo infatti non ricordare quei religiosi che con grande passione ed entusiasmo hanno stimolato e arricchito la nostra vita, ricreando sistematicamente una fede sincera nel mondo, nella famiglia, nella scuola, nell’educazione, anche quando ci sembravano davvero pesanti quel rigore, quella voce, quelle punizioni e quei silenzi prolungati in cui dovevamo riflettere sulle passioni umane.

Quanta educazione, quanta formazione, quanti pensieri, frasi, parole, gesti, quanti esempi hanno riempito le nostre giornate, quante cose belle abbiamo fatto con la convinzione di essere felici, anche solo sfidando i nostri compagni in interminabili partite a pallone. Quanta educazione in più, quante attività di carattere associativo, quante riflessioni, quanti pensieri e confessioni, quanta determinazione nel cercare di uscire da una passionalità priva della sua spinta emozionale, umana, romantica e religiosa insieme.

Come sarebbe stata la nostra vita senza quel pensiero a Gesù e alla sua Croce, senza la comprensione di una Madre sempre pronta a perdonare? Certamente meno ricca, meno carica di aspettative, di rifugi in cui ritemprare le iniquità, con la certezza di poter riprendere il cammino con uno spirito più bello, più puro, più pieno di energia vitale. È nel cammino tracciato che abbiamo superato i muri e le incomprensioni, è in quel cammino sociale legato alla parrocchia, che abbiamo iniziato ad amare con più intensità, diversificando il materialismo dalla bellezza della vita interiore, dalla certezza di avere sempre accanto qualcuno che apprezzava quelle piccole rinunce alle quali ci appellavamo per dare un senso più vero e profondo al nostro tuffo nella storia.

Certo qualche volta il rigore, quando era eccessivo, infieriva sulla nostra scapigliatura giovanile e ci costringeva a fare un passo indietro quando avremmo voluto farne due in avanti, ma forse anche quello era un segno del destino.

Credo che la fede abbia contribuito a rivestire l’esperienza umana di quel qualcosa in più, non facile da gestire, ma sicuramente pronto sempre a rigenerare, riaffermare, rimettere in moto quel desiderio di rinascita che bussa strada facendo per farci capire che c’è sempre un inizio, un modo per dare un senso compiuto alle cose che facciamo e viviamo ogni giorno. Certo le devianze e le contraddizioni di questi tempi che investono tutti i gangli vitali della nostra democrazia, ci fanno riflettere e molto sulla perseveranza di un male che non guarda in faccia nessuno pur di raggiungere i suoi scopi, ma la somma del bene ricevuto, sotto forma di educazione allo studio e alla vita, vale più di ogni delusione e guardare avanti con fiducia ci fa capire una volta di più quanto sia stato umanamente e spiritualmente buono quello che educatori convinti ci hanno insegnato.

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