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Politica

SCUDOCROCIATO 2.0

MASSIMO LODI - 09/06/2017

de_mitaNon è poi così bollito Ciriaco De Mita – ottantanove anni e un passato da ministro, presidente del Consiglio, segretario della Dc – quand’ipotizza uno Scudocrociato 2.0. Be careful, attenti un po’: non una resurrezione, bensì una riedizione. Suggerita, invece che dalla nostalgia canaglia, dal realismo dell’attualità. Esso racconta che in Europa i partiti di centro funzionano, e per riuscire a catturare voti scelgono leader non classicamente/paradossalmente di partito.

L’ultimo overnoto esempio arriva dalla Francia. Macron ha vinto le presidenziali creando e proponendo uno schieramento trasversale. Né di destra né di sinistra. In mezzo al guado delle perplessità/aspirazioni di buona parte dei connazionali. È lì, nel mare sociale da alcuni chiamato sprezzantemente palude, che si ormeggia un consenso cui la ragione impedisce d’approdare altrove.

Dunque, perché non tentare la carta anche in Italia, calandola in primis nell’elettorato cattolico? Lo scopo, invece che di sponsorizzare il replay di un’entità dal profilo confessionale, è di arredare una casa accogliente per quanti la cercano. Forse non moltissimi, certamente non pochi. Sono coloro ai quali garba d’essere rappresentati da personalità moderate e competenti, come sapeva talvolta/spesso esprimerne la Balena bianca. Certo, oggi risultano improponibili i leader d’antan, però che da qualcuno dei superstiti venga un aiuto a migliorare l’offerta sul mercato elettorale, non è una sciocchezza. È una possibilità.

Questo, e solo questo, ha voluto indicare De Mita. In assenza di forti movimenti identitari e di debolezze valoriali, la storia si mette al servizio della cronaca. Come cogliere l’opportunità? Andando alla ricerca del Monti (del post Monti) di turno. Uno che esprima la talentuosità della società civile, e la affidi a una rete politica di sperimentate doti organizzative oltre che di princìpi saldamente ancorati all’occidentalismo riformatore. Trattasi del popolarismo doc, collocato sul versante opposto del populismo shock. Due estremi che non si toccano: si combattono.

Perciò deridere De Mita appare uno scatto di zero lungimiranza prima che un pregiudizio epocale. Se vogliamo ridere, e non solo deridere, guardiamo alle generazioni successive alla sua e a taluni nuovisti/avventuristi della contemporaneità. Personaggetti qualunque, che di fronte a un personaggione -comunque lo si valuti, De Mita lo è stato, pur se Agnelli lo qualificò come intellettuale della Magna Grecia- si prestano più ad essere imitati da un comico che a imitare uno statista.

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