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Pensare il Futuro

IL GIORNO DEL DISARMO

MARIO AGOSTINELLI - 21/07/2017

 nucleareIl Tnp, Trattato di non proliferazione Nucleare, definito dal governo «pilastro del disarmo», dovrebbe pretendere la completa denuclearizzazione del nostro territorio nazionale.

In effetti il 7 Luglio 2017 si è svolta a New York una storica votazione in cui i 122 stati che l’hanno votata nella sua versione più radicale si impegnano a non produrre né possedere armi nucleari, a non usarle né a minacciare di usarle, a non trasferirle né a riceverle direttamente o indirettamente. Purtroppo il Trattato – che nella sua versione di luglio entrerà in vigore quando, a partire dal 20 settembre, sarà stato firmato e ratificato da 50 stati, sarà giuridicamente vincolante solo per gli stati che vi aderiscono e non proibirà loro di far parte di alleanze militari con stati in possesso di armi nucleari.

Il limite maggiore consiste nel fatto che non aderisce al Trattato nessuno degli stati in possesso di armi nucleari: gli Stati uniti la Francia e la Gran Bretagna, la Russia, Cina, Israele, India, Pakistan e Nord Corea e gli altri membri della Nato, in particolare Italia, Germania, Belgio, Olanda e Turchia, che ospitano bombe nucleari statunitensi.

Tra i paesi che non aderiscono al Trattato, sulla scia degli Stati uniti, c’è l’Italia, come sempre ambigua quando si tratta di obbedire al suo alleato-comandante. La ragione è chiara: aderendo al Trattato, l’Italia dovrebbe disfarsi delle bombe nucleari Usa schierate sul suo territorio a Ghedi e a Aviano (50 bombe nucleari B-61 a Aviano e 20 a Ghedi-Torre, al cui uso vengono addestrati anche piloti italiani).

Il 7 luglio 2017, le religioni per la Pace (RfP) si sono associate ai 120 Stati membri dell’ONU, parlamentari, sindaci e organizzazioni della società civile nel celebrare l’adozione di un trattato finalmente giuridicamente vincolante per vietare la bomba atomica impegnandosi ad accrescere la coscienza pubblica sui principi e sui valori dell’umanità. Gli imperativi morali contro l’uso o il possesso di armi nucleari sorgono dalle profondità della coscienza umana: le armi nucleari, come armi indiscriminate di distruzione di massa, sono intrinsecamente male, per cui anche lo sviluppo e il possesso di armi nucleari sono moralmente condannabili.

Le armi nucleari rappresentano una minaccia esistenziale all’umanità: il numero di Stati che possiedono armi nucleari continua a crescere, aumenta la possibilità che i terroristi facciano o acquistino armi nucleari.

Il passo avanti è stato trascurato da tutta la stampa italiana che non ne ha dato praticamente notizia, a parte l’Avvenire. Il via libera è un traguardo storico.

Il delegato italiano è stato protagonista di un increscioso episodio, al limite della sciatteria. A dicembre aveva votato con l’albanese e l’estone per dare vita alle trattative per la messa al bando, ma è stato prontamente sconfessato, il ministero Affari esteri avrebbe scritto al segretario generale dell’ONU che il 23 dicembre l’Italia ha votato Sì alla Conferenza ONU per il bando degli ordigni nucleari, ma avrebbe voluto spingere il bottone del No! È comunque un fatto che sul sito del Ministero non c’è traccia della posizione dell’Italia il 23 dicembre. Se il governo ha mandato alle Nazioni Unite uno che sbaglia, è una occasione per dimostrarne la inaffidabilità. Il ridicolo. Forse Alfano non aveva (e forse non ha) idea di che cosa si discutesse.

Al di là delle nostre brutte figure, teniamo conto che qualcosa di grande è già avvenuto, anche con l’opposizione dei detentori della bomba:

1) la rimozione assolutamente necessaria del pericolo della guerra nucleare per errore (vedi caso Petrov e Able Archer nel 1983);

2) la delegittimazione della logica della “deterrenza” nella sua espressione più estrema e perversa, e quindi di dove portano praticamente l’idea e la pratica della guerra cui essa è intimamente legata.

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