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Cara Varese

SPIRITO DI BANDIERA

PIERFAUSTO VEDANI - 15/09/2017

La sede della Lega a Varese

La sede della Lega a Varese

Alla Lega del lungo potere in terra di Lombardia oggi si addebita di tutto. Succede anche da noi, culla del movimento, dove i mezzi comunicazione inizialmente guardarono con simpatia ad alcuni personaggi mai esagerati,anzi,e con noi l’anima moderata della sinistra sempre attenta alle nuove fioriture nei prati della politica.

E Raimondo Fassa, colto, gentile, diplomatico ma non arrendevole, fu sindaco che mitigò con la sua presenza le non poche rudezze bosine che volevano essere, chissà perché, una sorta di certificato Doc del Carroccio moderno. La risposta popolare ci fu e coinvolse molti ambienti nauseati dalla solita insopprimibile corruzione nazionale e ancora provati dalla dura esperienza del terrorismo.

Dall’assenza nei leghisti delle barricate di solide basi politico – culturali con il tempo si passò a situazioni migliori ma nemmeno la diffusa onestà di governo fece accettare in toto lo scatenato regionalismo dei lombardi.

In effetti l’ossessiva riesumazione della lingua bosina, volgarità comprese, le forzature nel recupero della piccola storia di Varese e del suo territorio, i propositi di una demeridionalizzazione della Giustizia e del Premio Chiara –prima grande figuraccia culturale dei leghisti- oggi sono rimasti un malinconico biglietto da visita di un’epoca che invece ha visto sicuramente i nostri nordisti fare scelte ben più felici anche in campo culturale.

Il burbero Bossi chiamando a Varese il ministro Tremonti fece ottenere all’Università un finanziamento che si rivelò decisivo per lo sviluppo dei programmi accademici. E l’Insubria grazie a Massimo Ferrario, un uomo giusto al posto giusto, venne molto aiutata anche dalla Provincia. A Ferrario si deve anche l’istituzione di un premio che accostava se non addirittura esaltava la cultura accanto ai valori del lavoro e della sensibilità sociale.

Ed è stato il sindaco Fumagalli a varare il teatro tenda dedicato a Mario Apollonio, a livello accademico eccellente studioso del grande pianeta teatrale, molto importante perché ritenuto la prima manifestazione culturale nella storia dell’umanità. Una dedica che ci stava anche se Apollonio era uomo di studi mentre Varese si dimenticava una volta di più di un suo prestigioso figlio, Antonio Ghiringhelli, primo sovrintendente della teatro della Scala, ricostruito per iniziativa di Antonio Greppi di Angera, primo sindaco di Milano dopo la Liberazione.

Da parte di numerosi cronisti,compreso il sottoscritto, si ricordano gli anni del poco fatto dalla Lega in città, del suo immobilismo urbanistico, della scarsa attenzione anche alla piccola manutenzione di rioni e castellanze. In occasione dei mondiali di ciclismo via Sanvito venne asfaltata solo per il tratto percorso dai corridori! Il motivo? Le casse comunali vuote: Palazzo Estense sempre rapinato dalla Roma ladrona (forse oggi è meglio definirla Roma latrina) e nemmeno tenuto in considerazione dalla stessa Regione Lombardia.

Oggi Varese con una amministrazione nuova cerca di cambiare percorsi chiedendo ai cittadini contributi diretti. Tra qualche tempo si potrà fare il confronto tra i due metodi di governo. La Varese della Lega ha un credito morale con l’Università dell’Insubria che sembra avviata a una fase di stallo dovuta al ridimensionamento dell’Ospedale di Circolo attuato in modo strisciante dalla Regione.

La Lega è all’opposizione in città, conta molto a Palazzo Lombardia. Aiutarsi non è un peccato politico ma è il bene della città. Anche il solo incontrarsi può essere di aiuto reciproco. Un aiuto che potrà diventare molto consistente il giorno in cui verrà restituito alla nostra comunità anche l’ospedale, oggi terra di conquista da parte di falsi crociati.

Sembra impossibile la cooperazione tra le tre istituzioni pubbliche più importanti della città, ma possono contare molto la voglia di riscatto e di salvezza e lo spirito di bandiera. Il primo passo è il rinnovamento interno, il Comune lo ha già fatto.

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