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In Confidenza

L’AMORE FORTE

Don ERMINIO VILLA - 22/09/2017

innoLa gioia dell’amore” sottolinea che “la vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo” – questo era il titolo dell’assemblea dei vescovi – è innanzitutto fondata sull’amore di coppia, aperto alla fecondità e vincolato ad un impegno indissolubile.

Inoltre questo amore, per essere davvero richiamo immediato al mistero trinitario come prospettato dalla teologia nuziale, deve essere vissuto nell’impegno gioioso fatto di attesa, di misericordia, di speranza, di condivisione.

La nuova magna charta della famiglia – 35 anni dopo la Familiaris consortio di San Giovanni Paolo II – si presenta, già nel titolo, con uno sguardo che appare più sorridente e meno legalitario.

Nei suoi oltre 300 paragrafi si coglie più facilmente lo slancio verso la bellezza dell’amore; decisamente minore la preoccupazione di dare indicazioni normative. Il magistero precedente non è affatto snobbato né mancano opportune citazioni bibliche; ma qui si coniugano teologia e pastorale familiare, adeguandole saggiamente alle esigenze di una realtà che negli ultimi quattro decenni ha regi-strato profonde variazioni culturali, con nuovi modelli antropologici, nuovi stili di vita, nuove concrete esigenze, imposte tra l’altro dalla crisi economica, dalla globalizzazione, dall’emergenza ambientale, dall’immigrazione e da tanto altro ancora…

Pensare che la Chiesa potesse continuare a rivolgersi alle famiglie ignorando la complessità del mondo di oggi, significava ignorare la forza propulsiva del Vangelo e l’attenzione pastorale del Papa, così sensibile a tutti i tipi di povertà e di miseria.

Diversamente dalla Laudato si’, con cui Egli si proponeva di “entrare in dialogo con tutti”, l’Amoris laetitia intende rivolgersi espressamente ai credenti. È scritta per chi ha sperimentato (almeno intuito) che – per citare le prime parole dell’Evangelii gaudium – “la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”. Dunque risulta difficilmente comprensibile per quanti la leggono a prescindere dall’esperienza della fede, ma anche per chi vive il Vangelo come una tassa da pagare.

Il documento indica un percorso e segna un proposito. Ricomincia dall’invito a riprendere in mano la Sacra Scrittura, in particolare dalla straordinaria rilettura in chiave familiare dell’inno alla carità di san Paolo, che occupa buona parte del IV capitolo e che cercheremo di gustare di settimana in settimana…

Invito tutti – singolarmente e/o in coppia – a fare nostre le tante indicazioni esegetiche e pastorali, sempre di grande attualità.

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