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Opinioni

IL PAESAGGIO CHE EDUCA

ROSSELLA DIMAGGIO - 06/10/2017

Il lago di Varese ed il monte Rosa

Il lago di Varese ed il monte Rosa

Il primo Festival del paesaggio di Varese ha un focus particolare sull’educazione e quindi su bambini, famiglia e scuola: è un evento dedicato alle giovani generazioni. Vuole essere un’occasione per attraversare Varese con occhi diversi e può diventare un momento di suggestione formativa ed emotiva da condividere con i con i più piccoli.

Nature urbane, si muove anche in ottica europea. Già nel 2015 il I Piano nazionale per l’educazione al patrimonio culturale definiva gli obiettivi dell’educazione al patrimonio in prospettiva europea. Nell’edizione 2017 le linee di azione si proiettano in vista dell’Anno Europeo del Patrimonio culturale previsto per il 2018.Il Piano nazionale indica la costruzione di un sistema di educazione al patrimonio culturale finalizzato a favorire forme di coinvolgimento nella gestione e nella salvaguardia dei luoghi della cultura, a “incoraggiare approcci alle politiche in materia di patrimonio culturali incentrati sulle persone, inclusivi, lungimiranti, sostenibili”, nonché a sensibilizzare all’importanza del patrimonio tramite l’istruzione, l’apprendimento permanente, concentrandosi in particolare sui bambini, sui giovani; riconosce il paesaggio quale luogo della cultura dove è possibile sviluppare progetti di educazione a diversi livelli. Il ruolo formativo del patrimonio, trova un’ ulteriore conferma nella Direttiva del MIUR (n.107/16) che individua l’importanza dello sviluppo di attività innovative in linea con gli obiettivi dell’Anno europeo.

Molto più semplicemente, o ambiziosamente, al Comune di Varese piace pensare al paesaggio come terzo educatore.

L’Educazione al Paesaggio è educazione a tutti i livelli: intellettivo, emotivo e pratico. Ha a che fare con la conoscenza, con i sentimenti e con le azioni concrete, con l’esperienza diretta perchè si collega non solo al “come”, ma anche al “dove” si apprende.

Interessa l’affettività: le emozioni sono parte integrante del processo di apprendimento, sentirsi legati affettivamente ad un luogo fa parte dell’identità personale e delinea competenze sociali: è la prima tutela dei beni culturali e artistici e della città stessa. La conoscenza del territorio agisce sulle competenze relazionali, saper riconoscere gli elementi che lo compongono e le relazioni che vi intercorrono, definisce mappe cognitive.

La sfida che Varese si è data non è chiedersi come si insegna il paesaggio, ma, cambiando il punto di vista, cosa ci insegna? Il paesaggio insegna i valori dello spazio contro quelli del tempo, ovvero la lentezza delle culture, contro la velocità della superficialità, del luogo contro quelli dei ”non luoghi”.. Educa al rispetto di territori e cose; protegge dall’arbitrio della manomissione, dello spreco, dell’incuria. Predispone all’incontro: la salvaguardia dell’identità, se è concepita nei termini di dialogo con l’altro, conduce ad un effettiva condivisione

Insegna senz’altro la bellezza che non è un lusso per pochi, bensì uno strumento di democrazia cui tutti devono poter accedere. La pedagogia del paesaggio impone la lentezza, rende visibile l’invisibile, sincronizza il nostro respiro con quello della città, ri-scopre il territorio: è pedagogia del camminare.

Per fare in modo che il paesaggio possa davvero agire come terzo educatore è assolutamente necessario che i più giovani possano accedervi; fruire delle bellezze artistiche, culturali paesaggistiche di Varese è un loro diritto oltre che un’opportunità di conoscenza, crescita e lifestyles corretti.

Promuovere la conoscenza del patrimonio artistico, abituare alla bellezza, invogliare al rispetto dei luoghi, stimolare alla scoperta della storia è un compito dal quale un’amministrazione non può esimersi. Fare in modo che i giovani si sentano parte di Varese, determinare un potente senso di appartenenza è la più grande arma di cittadinanza attiva che possiamo fornire ai futuri cittadini, nonché un potente mezzo di prevenzione personale e sociale.

Nature urbane vuole essere la dimostrazione che la cultura, l’ arte, il paesaggio e la città si toccano, si contaminano, si aprono, si muovono, si concedono ai cittadini e alle cittadine in tutta la loro prorompente bellezza.

Calvino, che è il mentore del nostro “viaggio”, ha scritto:

Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone”.

La contaminazione di ragazzi/e e bambini/e con arte e bellezza sarà la nostra opposizione al deserto.

Rossella Dimaggio, Assessora Servizi educativi – Comune di Varese

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