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Noterelle

UOMO DI FEDE

EMILIO CORBETTA - 06/10/2017

tramontoUn mio amico è molto fortunato: quando vede un’aurora o un tramonto, o anche la luce del meriggio invadere i panorami varesini, o delle nostre Alpi, o dei laghi, o del vicino mare, sente la presenza di Dio. Facile per Lui, è un uomo di fede. Vede la presenza di Dio anche nei vagiti del neonato, nelle sofferenze della malattia, nelle palpebre del vecchio che si chiudono per sempre, dopo un vita che ha donato vita. Ripeto, lui è un uomo di fede. È un mio amico? Si, perchè è cresciuto nella vita con me, in mio parallelo e poi so che mi vuole bene. Perchè mi vuole bene? Ho qualità attrattive? No!. Mi vuole bene perchè sa che soffro nella mia continua ricerca.

Io non sono un uomo di fede, ma anch’io sono rapito dall’aurora, dai colori del tramonto, dalla bellezza di questo mondo, dalle gioie e dai grandi dolori che la vita ci dà, ma non riesco a vedere Dio dietro a quegli eventi. Non ho la fede. Non mi è stata donata la fede.

Lui sa vedere, sentire, intuire il creatore, io non ce la faccio. Resto in una realtà che mi affascina interamente, che rapisce tutto il mio essere ma non so fare il salto nel trascendente.

Ma per chi è più facile la vita? Per il mio amico che ha la fede o per me che non credo? Ma sono proprio sicuro di non credere? E lui è sicuro di credere? E cosa vuol dire vivere credendo e cosa vuol dire vivere non credendo? Ma cosa vuol dire vivere? La vita la viviamo noi o la vita vive noi? Ma cosa mi sto chiedendo? Che cosa significa questa domanda?

Dopo l’infanzia noi ci sentiamo vivi, constatiamo di esistere, di esserci. Siamo nell’attimo del presente, ricordiamo di aver vissuto gli attimi del recente passato, sentiamo di precipitare negli attimi misteriosi del futuro … Chi dirige questo progetto? L’insieme di attimi che fanno la nostra vita rispondono a qualche logica? C’è un mistero che guida con una sua logica, con un suo continuo creare o siamo abbandonati al caso statistico? Abbandonati alla competizione della evoluzione, alla competizione continua dove prevale il più forte, competizione dove sopravvive chi si adatta meglio all’ambiente? Continua evoluzione della vita? Ed ora che siamo miliardi con possibilità di bruciare, di dirigere con raziocinio o senza raziocinio l’utilizzo di questo fragile pianeta, saremo noi quelli che lo distruggeranno, e con lui noi?

Questi interrogativi non vogliono essere un insegnamento, non fanno parte di un “predicozzo”, stanno mettendo in luce l’angoscia di chi sta cercando di capire cosa succederà del piccolo mucchietto di istanti che compongono la mia vita, che sta terminando, che cosa succederà dei mucchietti più consistenti che hanno a disposizione i miei figli e di quelli ancora più abbondanti dei miei nipoti. 

Vita uguale a mucchietti di istanti che si susseguono nel presente, che volano via, che bruciano come un lumino od una torcia con fiamma più consistente, o come un grande incendio o anche con una esplosione. Possiamo immaginarli come mucchietti di polvere finissima che viengono dispersi da una leggera brezza, da un venticello, da un uragano … il risultato non cambia: finiscono!

C’è stato un prima non percepito dai nostri neuroni, c’è un presente percepito e vissuto in modo più o meno intelligente, c’è un dopo non più percepibile dai nostri neuroni morti… tutto solo qui? Dove il nostro lumino? Dove il nostro mucchietto di istanti? Ma per noi quali grandi cose dentro questi frammenti! Il sorriso di mia moglie o talvolta la sue lacrime, il trepidare per la nascita dei miei bambini, il fiorire della vita dei miei nipoti, ma via da qui, lontano, in certe regioni il crepitare delle armi, la follia degli ignoranti che giocano con i missili, che non rispettano le leggi della natura (o del creato)? E su tutto il continuo evolvere delle aurore, dei tramonti, dell’urlo degli uragani scatenato dall’energia troppo bruciata, dallo scomparire dei ghiacciai, dal continuo ruotare di questo fragile e stupendo pianeta che continuerà a ruotare anche senza umanità fino ad essere inghiottito da un buco nero dell’universo, o impattare, oramai gelida accozzaglia di atomi, contro un’altra massa di atomi, esplodendo in una specie di fuoco artificiale … e i nostri interrogativi? C’è un Lui che nel suo Mistero usa il Caso statistico amandoci infinitamente? È il suo amore infinito che ci fa vivere? È il suo amore che giustifica la vita? È Lui il nostro futuro verso cui stiamo andando? Lui ci accoglierà nel suo mistero?

Più fortunato il mio grande amico con la sua grande fede? Più sfortunato io con tutti i miei interrogativi? C’è qualcuno che può rispondermi?

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