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Cultura

CASA COMUNE

LIVIO GHIRINGHELLI - 20/10/2017

papaTestimoniare il Vangelo significa oggi in particolare avere cura della casa comune. I n campo ecclesiale l’Enciclica ha già indotto a costituire la Rete diocesana per i nuovi stili di vita, a elaborare una Guida per comunità e parrocchie ecologiche lanciata lo scorso 8 giugno in relazione all’esigenza di far circolare buone pratiche.

Preoccupazione fondamentale quella dell’impegno da profondere per passare da fonti fossili a quelle rinnovabili, da quelle geotermiche a quelle fotovoltaiche, per scongiurare, in parte almeno, gli effetti nefasti del cambiamento climatico.

Passando ai casi singoli ecco l’Arcidiocesi di Trento costruire il Vigilianum, polo culturale polivalente. Nel 1993 la CEI aveva già emanato una nota pastorale (La progettazione di nuove chiese), ma la delega assoluta che diocesi e parrocchie committenti conferiscono in base a pochissimi elementi di riferimento lascia a desiderare in termini di ecocompatibilità: si è ancora lontani da una sistematicità d’approccio.

All’attenzione della CEI si deve poi accompagnare il percorso partecipativo delle comunità. Nel gennaio scorso la conferenza “Laudato si’ e investimenti cattolici “ ha visto la significativa partecipazione del Cardinale Turkson, Prefetto del Dicastero dello sviluppo umano integrale e di Christiana Figueres, ex capo negoziatore ONU sul clima: la fattibilità della transizione energetica dipende dalla trasformazione della finanza in funzione etica e sostenibile.

Nove organizzazioni cattoliche il 10 maggio hanno deliberato di disinvestire i propri portafogli dalle industrie che sono la causa principale delle emissioni di gas a effetto serra (carbone, petrolio, gas). A questa campagna di disinvestimento hanno aderito nel mondo una trentina di istituzioni cattoliche (tra le italiane i Gesuiti della Provincia d’Italia, la diocesi di Pescara, la FOCSIV).

Don Paolo Bonetti, consigliere ecclesiastico nazionale della Coldiretti, propone una nuova evangelizzazione con riferimento al settore agricolo, con una provocazione concreta: “ Perché gli istituti di sostentamento del clero e le congregazioni religiose con migliaia di ettari di terreno non le mettono a reddito per offrire lavoro? (anche perché spesso non sanno cosa farci). Si tratta di due milioni di ettari di terra, che una strategia inclusiva e solidale di lavoro e sostenibilità vedrebbe coltivati in funzione di un’economia dal volto umano.

Il piano verrebbe a contemplare aziende didattiche, agricoltura sociale per soggetti portatori di dipendenze, ortoterapia, inserimento di persone marginali tra le tante attività possibili.

Nella diocesi di Reggio Calabria monsignor Morosini ha voluto che parte del terreno dell’ISC venissero messi a disposizione di giovani che intendono fare impresa nel campo dell’agricoltura. Al Forum della stampa cattolica del 2009 il Cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, ha lanciato la proposta di inserire nel Codice di diritto canonico qualche articolo sulla tutela del creato.

Si potrebbe per esempio introdurre una norma di carattere generale, che preveda il diritto-dovere di ciascun fedele di godere di un ambiente salubre, che possa consentire di vivere serenamente, per godere del creato anche in funzione delle prossime generazioni.

La Laudato si’ non è soltanto un’Enciclica sociale, come per lo più è apparsa in Italia, è anche un testo densamente teologico, che riposiziona l’annuncio del Vangelo in un tempo di crisi ambientale.

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