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Cultura

UN MARTIRE MODERNO

LIVIO GHIRINGHELLI - 27/10/2017

popieluszkoIl 30 ottobre 1984 i sommozzatori ripescano nella Vistola il corpo di don Jerzy Popieluszko, nato a Okopy (regione di Bialystok al confine della Bielorussia) il 14 settembre 1947 da famiglia contadina di fede cattolica semplice e profonda, cappellano di Solidarnosc, trucidato nella notte tra il 18 e il 19 ottobre in odio alla sua predicazione ispirata alla dottrina sociale della Chiesa e alla decisa affermazione dei diritti umani e della dignità dell’uomo.

La sua opera risulta ormai intollerabile alle autorità del regime comunista. Gracile di salute (soffre d’anemia), persona estremamente timida e mansueta e però dotato di fermezza nella difesa dei suoi principi, coraggioso, generoso e inflessibile, da piccolo raggiungeva la scuola dopo aver fatto con costanza 15 chilometri a piedi.

Cresce al tempo della rivolta di Poznan e del socialismo nazionale di Gomulka (anni ’50). Si iscrive al Liceo di Suchowola, inviso al Partito operaio unificato polacco perché sforna troppi preti. Nel 1965 entra nel seminario superiore di Varsavia, allora retto dalla grande figura carismatica di Stefan Wyszynski.

Sono i tempi dell’ultima sessione del Concilio e della “Lettera di riconciliazione” inviata dai vescovi polacchi a quelli tedeschi: Perdoniamo e chiediamo perdono. Nel settembre del 1966 Popieluszko è chiamato a prestare servizio militare, inserito nell’unità seminaristi (lo scopo è quello di distoglierli dalla vocazione e di indottrinarli ideologicamente).

È ordinato sacerdote da Wyszynski il 28 maggio 1972. Svolge incarichi pastorali nei dintorni di Varsavia e poi nella capitale. Al termine degli anni ’70 è responsabile della pastorale sanitaria e universitaria presso la chiesa di Sant’Anna, centro nevralgico d’educazione della futura classe dirigente.

Il paese sta precipitando verso una grande crisi, che il governo di Edward Gierek non riesce ad affrontare. Nell’estate del 1980 l’improvviso aumento di prezzo dei generi alimentari provoca un’imponente ondata di scioperi operai nei cantieri di Danzica, Stettino, Varsavia. I delegati operai dell’acciaieria Huta vanno in cerca di chi celebri messa nello stabilimento. Popieluszko accetta.

E il 31 agosto 1980 nasce Solidarnosc, condotta da Lech Walesa. In poco tempo si ha uno sviluppo impressionante: sei milioni di iscritti, l’80 % dei lavoratori. Popieluszko è a Danzica al primo congresso di Solidarnosc. Il governo di Stanislav Kania non ha il polso necessario per affrontare la situazione. I carri dell’Armata rossa sono già al confine, quando tra il 12 e il 13 dicembre 1981 il generale Jaruszelski prende il potere e impone la legge marziale.

Giovanni Paolo II e il cardinale primate Jozef Glemp raccomandano moderazione. Dal gennaio 1982 Popieluszko istituisce le cosiddette Messe per la pace, cui partecipano migliaia di persone provenienti da tutta la Polonia. Le sue omelie sono semplici, evangeliche e invitano a “ritornare alla verità” o invocano Maria.

Intervengono letture concernenti la dottrina sociale della Chiesa, poesie di carattere patriottico, parole intollerabili per l’Ufficio questioni religiose e per il servizio di sicurezza. L’accusa è di abusare della libertà religiosa e di pronunciare omelie di carattere politico.

Si stringe la morsa intimidatoria, gli amici gli organizzano una scorta. È perquisito, interrogato a ripetizione. Il piano di eliminazione scatta nell’ottobre del 1984. Il 13 fallisce un primo tentativo di omicidio, camuffato da incidente stradale, il 19 è la volta buona. È rapito da tre ufficiali dello squadrone della morte (gruppo D) e massacrato.

Condannati nel 1985 a 25 anni di carcere, ne sconteranno ben pochi per l’amnistia di qualche anno dopo. Ai funerali celebrati dal Primate Glemp il 3 novembre partecipa mezzo milione di persone.

Il 14 giugno 1987 Giovanni Paolo II prega sulla sua tomba nella chiesa di San Stanislao Kostka. Nel 1997 s’è iniziato il processo di beatificazione, che si compie il 19 dicembre 2009 proclamandolo martire della fede.

Nell’omelia di beatificazione tenuta a Varsavia il 6 giugno 2010 il Prefetto della Congregazione per le cause dei santi Angelo Amato dichiara: i regimi passano come temporali d’estate, lasciando solo macerie, ma la Chiesa e i suoi figli restano per beneficare l’umanità con il dono della carità senza limiti. Massime di Popieluszko: una nazione cristiana deve orientarsi secondo la morale cristiana, non ha bisogno della cosiddetta morale laica – la menzogna è sempre stata il marchio degli schiavi. Da leggere: Il cammino della mia croce. Messe a Varsavia (edizione. Queriniana).

Oggi la Polonia è purtroppo vittima di una deriva che offusca anche la memoria dei suoi profeti.

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