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Urbi et Orbi

“MA DOV’È QUESTO DIO”

PAOLO CREMONESI - 23/11/2017

Julian Carron con Andrea Tornielli

Julian Carron con Andrea Tornielli

Dov’è questo Dio?” Non è più soltanto il grido dell’Innominato dei Promessi Sposi. È anche la domanda cosciente o meno che serpeggia tra tante persone alle prese con un mondo sempre più incerto ed in cambiamento. ‘Dov’e’ Dio?’ è infatti il titolo dell’ultima fatica di don Julian Carron responsabile di Comunione e liberazione, libro intervista con Andrea Tornielli, che in queste settimane viene presentato in giro per l’Italia.

Intervenendo alla trasmissione di Radiouno, Zapping, la guida di CL ha risposto a questa domanda ponendo l’accento paradossalmente sulla libertà dell’uomo. A un ascoltatore che chiedeva perché Dio non intervenga di fronte ai drammi del momento storico, dal terrorismo alla depressione, dalla disoccupazione al nichilismo, Carron ha osservato: “Lei preferirebbe essere amato da una donna in maniera libera o meccanica? Libera ha riposto l’ascoltatore. Ebbene – ha proseguito il sacerdote – questo è lo stesso metodo che Dio segue nei nostri confronti. Vuole essere scelto liberamente. E i mali del mondo, che sono la risultante di libere scelte compiute dagli uomini, stanno lì a documentare il grande rischio che Dio accetta ogni giorno”.

Alla presentazione romana del volume, davanti a cinquecento persone giunte all’appuntamento nonostante una caotica serata di traffico e pioggia, sono intervenuti il giurista Sabino Cassese e monsignor Silvano Maria Tomasi. Cassese ha citato Goethe e Thomas Mann, accomunati dal desiderio di rendere familiari le parole del Vecchio e del Nuovo Testamento. Per lui il libro di Carron è infatti un tentativo analogo di farci toccare con mano il Vangelo. Non basta più il ‘non possiamo non dirci cristiani’ di crociana memoria: oggi la sfida è nel rendere storica e incontrabile la rivoluzione della fede.

Per Tomasi il cuore inquieto sino a che non conosce Dio di Sant’Agostino (e qui torniamo ancora all’Innominato del Manzoni) è ancora l’immagine che meglio descrive l’attuale condizione umana. C’è una domanda carsica che attraversa in mille rivoli un suolo arido ridotto alla pura soddisfazione dei propri bisogni. E per il sacerdote per anni Osservatore della Santa Sede alle Nazioni Unite “ il metodo dell’incontro inaugurato dal Vangelo è la via privilegiata che risponde alla domanda che dà titolo al libro”.

Forse la parte più interessante della lunga intervista è quella dove Carron spiega la rinuncia di ogni tentazione egemonica (nella politica o nella società) da parte di Comunione e liberazione, tema che per altro è stato anche recente oggetto di dibattito su questo giornale.

Fin dall’inizio – scrive Carron – don Giussani non ha inteso insegnare ai suoi studenti a coltivare una volontà egemonica, bensì a perseguire una presenza gratuita… Lo ha ripetuto e ribadito in tanti momenti lungo la storia del nostro movimento cercando di correggere chi pensava che il problema fosse occupare spazi…

Il cambiamento avverrà, spiegava nel ’76 Giussani, se Dio vorrà con tempi che non sono nostri. A noi spetta vivere l’avvenimento che ci è accaduto e testimoniare nel mondo una presenza originale attraverso gesti di umanità reale, cioè’ di carità (pag.139-140.)

Presenza, testimonianza, gratuità: sembrano categorie ‘piccole’ davanti ai drammi macroeconomici e alla violenza del momento storico. Un metodo sommesso di Dio per dirla con Benedetto XVI. Eppure da Giovanni e Andrea, i primi ad aver incontrato Gesù, è nata una rivoluzione dei cuori che ha attraversato i secoli ed è arrivata sino a me e a te. All’apparenza assolutamente sproporzionata rispetto agli allora problemi dell’impero romano. Eppure vincente in termini di storia e di civiltà.

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