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Ambiente

LEGGI E BENEDIZIONI

ARTURO BORTOLUZZI - 22/12/2017

forestaQualche giorno fa è stata celebrata dall’arciprete del Sacro Monte una messa per benedire la natura oltraggiata dal fuoco. Il presidente della Commissione ambiente della Regione Lombardia, che ha partecipato alla funzione e alle iniziative seguenti, ha preannunciato che verrà presentata una mozione in Consiglio regionale affinché vengano destinate maggiori risorse ai vigili del fuoco e alla Protezione civile. Questi devono poter godere di strumentazioni all’avanguardia che possano consentire loro di prevenire in modo più mirato e tempestivo rispetto a quelle di cui dispongono oggi.

Proprio i vigili del fuoco della provincia di Varese si sono lamentati per la carenza di organico e per avere dei mezzi obsoleti.

Intanto, a prescindere da azioni di cui aspettiamo il concreto verificarsi, l’1 dicembre, il Consiglio dei ministri ha approvato il Testo unico forestale. La nuova legge delinea criteri innovativi di programmazione e pianificazione forestale e fissa i criteri minimi uniformi per le attività di gestione forestale, demandando alle singole Regioni l’onere di declinarli tenendo conto dell’estrema varietà degli ecosistemi forestali italiani.

La norma disciplina in modo nuovo la trasformazione di aree boscate in altra destinazione d’uso, mantenendo saldo il principio dell’obbligo di compensazione; individua i principi cardine per la promozione e l’esercizio delle attività selvicolturali di gestione, anche attraverso la pianificazione di piste utili ai lavori forestali.

La legge detta, inoltre, principi innovativi per facilitare e incentivare la gestione di superfici forestali accorpate, anche quando i proprietari siano molti e le superfici unitarie piccolissime; rilancia l’attività della filiera vivaistica forestale nazionale e pone il Ministero al centro di un coordinamento di Enti per la raccolta e la divulgazione di dati quantitativi e qualitativi sulle foreste.

Una novità per le Comunità montane e le realtà rurali del nostro Paese che riguarda da vicino anche i borghi più piccoli. Dopo 17 anni, si interviene con una nuova disciplina organica per la valorizzazione del patrimonio boschivo e forestale nazionale. Si potrà così fare fronte in maniera più efficace “alle necessità di tutela e gestione attiva del territorio italiano, contrastando l’abbandono colturale e il declino demografico nelle aree montane e rurali del paese e garantire la conservazione ambientale e paesaggistica, lo sviluppo di nuove ‘economie verdi’ e la crescita occupazionale”.
Il provvedimento, attuativo di una delega in materia forestale contenuta nella legge 154 del 2016 e composto da 19 articoli, stabilisce il riconoscimento del “patrimonio forestale nazionale come parte del capitale naturale nazionale e come bene di rilevante interesse pubblico”.

Le norme, dispone l’articolo 1, sono quelle “fondamentali” per garantire “l’indirizzo unitario e il coordinamento nazionale in materia di foreste e di filiere forestali”.
Tra le finalità del testo unico vi è quella di: garantire la salvaguardia delle foreste nella loro estensione, distribuzione, ripartizione geografica, diversità ecologica e bio-culturale; promuovere la gestione attiva e razionale del patrimonio forestale nazionale e tutelare l’economia forestale e montana.
Ancora: proteggere la foresta promuovendo azioni di prevenzione da rischi naturali e antropici, compreso il cambiamento climatico; promuovere la programmazione e la pianificazione degli interventi di gestione forestale e garantire la conoscenza e il monitoraggio del patrimonio forestale nazionale e dei suoi ecosistemi.

Il punto centrale e decisivo è cioè che i 12 milioni di ettari di foreste italiane costituiscono un inestimabile patrimonio di biodiversità e paesaggio, ma anche fonte di benessere, salute e ricchezza per l’intera filiera bosco-legno-prodotti forestali, legnosi e non, attraverso una gestione attiva sostenibile e responsabile”.

Un terzo della superficie del Paese è bosco. Ha un valore protettivo per il territorio, paesaggistico-ambientale, ma anche produttivo, economico da tutelare e da rendere efficace con un positivo utilizzo. Ogni Regione italiana mantiene un’autonomia gestionale all’interno di chiari parametri nazionali.

Il bosco deve tornare così attraverso questa Legge ad avere un pieno valore in primo luogo in materia ambientale, in attuazione di quell’ecologia integrata sancita dalla Laudato Si’ di papa Francesco, degli accordi di Parigi sul clima, dunque per la lotta ai cambiamenti climatici. Non un patrimonio solo da contemplare, bensì da gestire efficacemente, con turni di taglio regolari, per evitare desertificazione, crisi idriche, dissesto idrogeologico”.

Il testo della nuova legge esalta dunque i “servizi ecosistemici-ambientali” che 12 milioni di ettari di bosco svolgono non solo per le aree montane, ma per le intere collettività, tutti i territori, in una rinnovata sussidiarietà ambientale e territoriale che va costruita tra poli urbani e aree interne del Paese.

Immediatamente dopo il mio intervento su RMFonline riguardo il fuoco al Campo dei Fiori ho incontrato con il presidente dell’Ecomuseo del Campo dei Fiori, l’assessore ai Servizi educativi del comune di Varese. Si è dimostrata molto attenta alle proposte di cui avevo detto nell’articolo e ha chiesto di poter avere un progetto pilota che vedrò di fornirle nel più breve tempo possibile.

Ciò che è mancato nell’abbraccio tra i cittadini di Varese e le Forze di soccorso (vigili del fuoco e Protezione civile) sono proprio gli studenti varesini e dei Comuni del Parco. Questi sono quelli che si dovranno necessariamente coinvolgere e cercherò di fare a questo fine quanto di più potrò. Ogni altro che avrà voglia di occuparsi di un simile tema conto possa farsi avanti.

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