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Attualità

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ARTURO BORTOLUZZI - 01/03/2018

vareseTutti gli organi di informazione della provincia di Varese hanno trattato con interesse il fatto che si sono trovati i due sindaci dei comuni di Gallarate e di Busto Arsizio per rinnovare la convenzione sulla Centrale unica di committenza. Questa stessa ha dato dei risultati positivi tanto che l’ultimo biennio ha mostrato il potenziale della Cuc su quattordici differenti pratiche.

Si parla sia di servizi sia di opere pubbliche. La lista comprende per la Città dei Due galli la manutenzione di alcuni edifici (per 700mila euro), lavori stradali (altri 700mila), fognari (200mila) e sullo storico Palazzo Minoletti (per 239mila), mentre per la piccola Manchester, si possono citare le polizze assicurative (un milione e 350mila euro), la riqualificazione del centro polifunzionale di via Tasso (oltre 300mila), oppure la gara multilotto da 9 milioni e mezzo di euro per l’integrazione dei disabili.

In virtù di queste informazioni, come presidente dell’associazione Amici della Terra Varese, ho scritto al sindaco del Comune di Varese, invitandolo a stipulare convenzioni intercomunali, così da poter ottenere gli stessi benefici di cui ha parlato il sindaco del comune di Busto Arsizio.

Gli ho fatto anche presente come sia necessario guardare fuori dai propri confini amministrativi, e di fungere da punto di riferimento, anche morale, quale Sindaco del comune capoluogo, suggerendo venga iniziato un dibattito al termine del quale si deve trovare il pieno accordo per individuare un brand per le iniziative e le produzioni varesine. Questa proposta la avevo fatta alla passata giunta del comune di Varese e anche ai Sindaci dei Comuni di Busto Arsizio e di Gallarate.

In particolare all’ex assessore alla Tutela ambientale del Comune di Varese, che aveva proposto la promozione di un brand dei prodotti ecologici varesini, avevo scritto: “Chiediamo di essere sentiti da Lei, perché siano ricompresi in questo brand che, dovrebbe essere un simbolo di qualità per tutte le produzioni fatte nell’area varesina, da quelle industriali a quelle culturali e perché questa iniziativa sia trasmessa alle persone di tutta l’area. È fondamentale che ogni varesino possa possedere il simbolo della città capoluogo (e della sua area), cosi da potersi sentire proprietario, conservatore e valorizzatore delle sue bellezze storico-culturali e artistiche e soprattutto delle sue pratiche, professionalità e tradizioni in ossequio della Costituzione italiana vigente.

Questo simbolo deve poter rappresentare un marchio di qualità da riconoscersi in ambito internazionale. Questo potrebbe invogliare il cittadino a conoscere e a studiare le diverse ricchezze varesine e aiutare la realizzazione dell’ecomuseo del territorio”.

Dell’importanza del brand avevo già detto a maggio 2015, in una lettera mandata dall’associazione Amici della Terra Varese a diversi sindaci dei Comuni del territorio varesino, affermando come l’area varesina se lo meritasse e se lo meriti, in virtù, non soltanto dei quattro siti Unesco di cui può fregiarsi (Sacro Monte di Varese, Castelseprio, Monte Orsa, Isolino Virginia). Dispone, anche, di tante altre eccellenze, oltre a quelle più internazionali tra cui: Villa Panza, la Scuola europea, lo JRC di Ispra, la caserma Nato di Solbiate, e perciò, tratto, naturalmente, dei prodotti tipici e delle tante presenze leisure del territorio varesino tra cui il Volo a vela e i numerosi campi di golf ecc.

Il territorio non è allora maturo per potersi anche fregiare di un proprio brand in campo culturale? Penso proprio di sì.

Anzi ne sono convinto.

Ho suggerito, quindi, al sindaco di Varese di svolgere un’attività nuova e perciò di promuovere quattro diverse azioni: 1) Chiamare i sindaci dei Comuni dell’area varesina, chiedendo una loro cooperazione per la valorizzazione delle molte presenze, singole e collettive, che si sono distinte nel territorio conducendolo verso i vertici della ribalta nazionale. 2) Distribuire a tutti i cittadini dei comuni dell’area varesina il logo dell’area varesina nel formato che si ritenesse più opportuno. 3) Costituire un Comitato di scelta delle eccellenze, formato da cinque figure di significative personalità dell’area varesina che abbia a individuare gli uomini prescelti, nonché programmi per le scuole volti alla illustrazione delle loro figure e dei loro meriti (in ambito imprenditoriale nonché culturale) e anche le attività di una fiera varesina che possa mostrare efficacemente quanto possa fare il nostro territorio in diversi campi sia in ambito nazionale che internazionale. 4) Creare un apposito Albo delle eccellenze del territorio varesino”.

 Caldeggio una simile attività e senza aspettare che il sindaco di Varese mi risponda (che potrebbe arrogarsi il diritto di non farlo mai…), manderò una richiesta al presidente della Commissione Area Vasta del Comune di Varese di trattare questo importante argomento.

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