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Attualità

STAZIONI, SEME DI RINASCITA URBANA

CESARE CHIERICATI - 23/03/2018

stazioniIl progetto stazioni sembra entrato in dirittura d’arrivo stando a quanto ha scritto sul numero scorso di Rmfonline l’assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici Andrea Civati. Al netto di eventuali modifiche o di qualche mutamento conseguente all’esposizione esplicativa del piano raffigurata nei pannelli posti sotto il porticato di Palazzo Estense, si tratta di una buona e attesa notizia.

Finalmente qualcosa di concreto sta per accadere in un area che nel corso degli ultimi quarant’anni ha subito un degrado senza fine e al quale la maggioranza dei varesini si è incredibilmente assuefatta come a un destino ineluttabile.

Non pochi sono ancor oggi convinti che in fondo si sarebbe potuto rimediare allo sfascio con una mano di vernice alla stazione, qualche fioriera qua e là, una manciata di panchine, una tettoia per i viaggiatori delle linee automobilistiche, qualche attraversamento pedonale meglio illuminato e protetto. Ovvero la rinuncia aprioristica e miope a un biglietto da visita all’altezza della nuova funzione internazionale dello scalo e in linea con la storia della città e con le sue ambizioni future.

In proposito un’amica ticinese di Stabio che ha voluto sperimentare il nuovo treno mi ha detto: “tutto bello e funzionale niente da dire, ma quando arrivi alla stazione (le FS batteranno prima o poi un colpo dopo l’annuncio dei 10 milioni stanziati?) e poi ti affacci alla piazza ti trovi in un mezzo disastro, hai una sensazione di squallore, di precarietà che mai avrei pensato di avvertire in una città come Varese”.

Già perché le stazioni varesine la signora le ha sempre e solo sfiorate in auto diretta in altre più accoglienti zone come la Motta, Casbeno, Sant’Ambrogio, Velate, le Bettole e ovviamente il Sacro Monte. Un assist involontario il suo a beneficio di Civati che nell’ intervento su Rmf ha scritto che “una città più moderna deve dare il benvenuto ai viaggiatori della nuova linea Milano – Varese – Lugano … e che questo intervento sarà anche la grande occasione per Varese di attuare una riqualificazione più vasta: penso non solo alle aree produttive dismesse di via Carcano, via Montesanto e via Bainsizza, ma anche ad un contesto urbano di condomini datati e negozi vuoti”.

Già perché è proprio al limitare dell’area stazioni che vi è la maggiore densità di tumori urbani grandi e piccoli della città giardino con un accumulo di trascuratezze davvero imponente. Oltre a quelli indicati si pensi infatti al complesso Ina lungo le vie Casula e Adamoli con all’interno la bella e oggi desolata piazzetta Morandini; alle vie Merini e Cairoli, ad alcuni consistenti pezzi di Giubiano dove qualche anno fa in uno stabile abbandonato si consumò un delitto; alle criticità di viale Belforte con l’ex macello comunale in squallida evidenza.

Insomma il risanamento e il rilancio dell’area stazioni – circa 184 mila mq. – va visto come un primo fondamentale seme di una fecondazione urbana che dovrebbe progredire ed estendersi successivamente anche grazie a una collaborazione positiva tra pubblico e privato.

Nell’attesa che la prima fase del processo rigenerativo si metta in moto – entro fine anno secondo le previsioni dell’assessore – sarebbe però opportuno cercare di lenire con interventi di manutenzione ordinaria e decoro le situazioni più urgenti sopra indicate. L’Amministrazione Galimberti deve infatti stare là dove il disagio è più acuto e la sensazione di abbandono più avvertita.

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