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Politica

I GIORNI DI MATTARELLA

GIUSEPPE ADAMOLI - 06/04/2018

mattarellaNessuno è in grado di prevedere a chi il Presidente Mattarella darà l’incarico di formare il governo e non voglio certo esercitarmi nel ruolo di indovino.

L’Italia è tripolare si dice spesso: destra-centro, M5S, Pd. In realtà è almeno quadripolare se si considera che Lega e FI si presentano separati alle consultazioni a conferma di un rapporto quanto meno problematico malgrado la coalizione elettorale.

Fra conferme e smentite è in corso il tentativo di formare un governo fra le due minoranze più forti ma è una pagina ancora vuota e il capitolo finale è lontanissimo. Hanno in comune l’ansia di rivalsa su chi ha governato finora e anche su questo piano le divergenze sono forti. I cinquestelle comprendono nel loro liquidatorio giudizio anche i governi Berlusconi-Bossi che avevano portato l’Italia sull’orlo del default mentre la Lega vuol far vedere tutto il male solo sui successivi governi del Pd o appoggiati dal Pd (governo Monti).

Impossibile che M5S accetti direttamente o indirettamente la partnership di Berlusconi e molto improbabile lo strappo di Salvini da FI che metterebbe a rischio anche le amministrazioni delle Regioni e dei grandi Comuni da loro guidati. Ma non c’è solo questo. Benché sia in corso il tentativo di smussare i contrasti più profondi, le diversità si estendono ai progetti concreti. Per il destra-centro prioritari sono flat tax, espulsione degli immigrati non regolari ed eliminazione totale della legge Fornero; per i grillini reddito di cittadinanza, aumento della spesa pubblica ed altre proposte bollate come pernicioso assistenzialismo dalla Lega fino alle elezioni.

Di Maio o Salvini, a chi il compito di formare il governo? Sarà una personalità terza gradita agli uni e agli altri, dicono molti analisti. In realtà questa formula sarebbe plausibile per un governo di breve durata, magari di tregua o di scopo. Ma quale scopo? Il governo governa, punto. Se lo scopo dovesse essere la nuova legge elettorale quale sarebbe? Maggioritaria, proporzionale, mista? Quasi tutti hanno giudicato pessimo il sistema in vigore (votato anche dalla Lega) ma nessuno ha mai avanzato una credibile proposta alternativa che fosse davvero fattibile.

Potrebbe il Pd svolgere una funzione costruttiva in questo intricatissimo quadro e prima dell’eventuale iniziativa di Mattarella per scongiurare le elezioni subito? Si, ma solo in termini di programma per evitare almeno che la somma delle promesse di Lega e M5S riportino l’Italia alla drammatica situazione del 2011. E’ ciò che preoccupa una personalità come Cottarelli (già responsabile della spending review) oltre che, ad esempio, i ministri Padoan e Calenda.

Un altro pericolo si prospetta per l’Italia ed è l’assoluta indeterminatezza sulla politica internazionale ed europea sia della Lega che del M5S. E’ indispensabile rafforzare l’Europa politica con Francia e Germania e non di snaturarla con l’Ungheria di Orban, di altri Stati dell’Est e qualcuno del Nord. Ed è necessario gestire bene il faticoso rapporto con gli Usa di Trump piuttosto che mostrare acquiescenza verso la Russia di Putin.

Il centrosinistra può ben stare all’opposizione come preteso dagli elettori ma, senza rinnegare il passato, non mancare di favorire nuove politiche sociali, il riequilibrio territoriale, lo sviluppo economico e il lavoro, l’aggancio alla modernità senza subalternità al neo liberismo. E’ una sfida vitale per tutta Europa.

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