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Zic & Zac

LIBERTÀ CONDIZIONATA

MARCO ZACCHERA - 13/04/2018

fake-newsSiamo un mondo pieno di misteri… In Gran Bretagna dopo aver immediatamente accusato Putin di aver voluto uccidere una ex spia russa stanno venendo fuori molti particolari sconcertanti sulla disinvolta o almeno precipitosa accusa inglese e non si capisce perché la May non voglia ora un’inchiesta indipendente con la partecipazione anche dei russi. Intanto è però scattata la guerra diplomatica in tutto il mondo con Putin nella parte ovviamente dell’ eterno “cattivo”.

Che il leader russo sia come minimo un accentratore di potere non vi è dubbio ma nessuno di noi sa esattamente cosa sia successo in questo caso di tentato avvelenamento.

C’è quasi da augurarsi che le cose siano andate come sostiene il governo inglese, altrimenti si dovrebbe ammettere che l’occidente avrebbe preso una posizione insostenibile.

Informazione corretta sarebbe comunque produrre delle “prove” di quanto si sostiene, altrimenti siamo nel capo degli indizi e delle ipotesi ma nelle guerre tra servizi segreti da sempre vale tutto e l’esatto contrario.

Questa incertezza e mancanza di chiarezza si evidenzia anche nel campo della “fuga” (o meglio del commercio) dei dati sensibili delle persone, più o meno rapinati via internet.

È chiaro che se una qualsiasi azienda conosce meglio i gusti del proprio pubblico acquisirà più clienti con proposte più efficaci e mirate, altrettanto questo può valere anche per la politica.

Quello però che non riesco a capire è il perché una persona di normale intelligenza debba cambiare le proprie intenzioni di voto ricevendo una o più “fake news”. Mi sembra un inno a voler giustificare a posteriori le sconfitte dando sempre la colpa agli altri.

Anche qui Putin e Trump spopolano, di fatto accusati di essere manipolatori di notizie ai danni degli avversari, però esempi chiari e convincenti non ne vedo.

Tutti abbiamo ricevuto mail o whatsapp in campagna elettorale che erano evidenti fotomontaggi o notizie poco credibili, ma proprio per questo si impara a non credere al primo che passa,

Provocatoriamente però mi chiedo perché i twitter falsi dovrebbero indirizzare al voto e invece non è considerato un condizionamento altrettanto sottile – ma martellante, quotidiano e perpetuo – la continua diffusione di notizie manipolate, ritoccate o ignorate da parte di una quantità di mass media “ufficiali”, dalle TV di stato alla grande stampa solidamente aggruppata da alcuni capitalisti-imprenditori.

La RAI TV – per esempio – in 70 anni è stata o no condizionante delle coscienze italiane? Io credo di sì, con l’aggiunta di essere stata per decenni monopolio politico prima della DC e poi dell’arco costituzionale.

Al TG oggi come ieri “passa” quello che vogliono i suoi direttori, nessun teleutente può protestare e le redazioni sono saldamente in mano sempre agli stessi “patron” politici di riferimento che nel tempo hanno fatto assumere – soprattutto alla TV pubblica – amici (e “amiche”) degli amici.

Chi decide allora se una “fake news” sia veramente tale o se invece siano “fake”  proprio tante interpretazioni dei TG, delle agenzie di stampa e di testate che sono sempre riconducibili ad una opinione, un partito, una casa editrice, uno sponsor?

Mi sorprende sempre ogni notte – guardando le “Rassegne stampa” in TV – come siano spesso simili le notizie, i titoli, perfino le foto di prima pagina.

Se questo avviene su giornali dichiaratamente di parte non c’è nulla da scandalizzarsi perché chi legge sa la linea politica del quotidiano, ma diverso è quando la fonte si professa “indipendente” ed invece non lo è.

Una volta di più è il pluralismo che fa la differenza e la differenza costruisce e costituisce la libertà di stampa, come di interpretazione e di coscienza.

 

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