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Economia

L’ITALIA È MOBILE

GIANFRANCO FABI - 27/04/2018

saloneNegli anni ’60, quelli del miracolo economico, la seconda metà di aprile era caratterizzata dalla Fiera campionaria Milano. Un appuntamento che era l’occasione per presentare i grandi passi avanti di un Paese che aveva, non senza fatica, riconquistato dopo le distruzioni della guerra un posto di prima fila nell’economia internazionale.

Tramontata l’era delle grandi rassegne generaliste Milano ha saputo reinventare alcuni grandi eventi al passo con i tempi, eventi che sono diventati vetrina e specchio di una realtà dinamica e profondamente creativa.

Così è stato per l’Expo 2015, un momento unico e irripetibile, che è stato un esempio di capacità organizzativa, di genialità nella programmazione, di grande capacità di coinvolgimento a tutti i livelli.

E negli ultimi giorni il successo si è ripetuto, pur se con modi e con caratteristiche diverse, con il Salone del mobile. Un appuntamento che ha attirato migliaia di operatori da tutto il mondo nei padiglioni della nuova Fiera di Milano e che ha saputo coinvolgere tutta la città con le iniziative “Fuorisalone” che hanno animato le strade, le piazze e i cortili con installazioni, ritrovi, esibizioni e rassegne.

Anche Varese ha in qualche modo partecipato con una settimana dedicata al design, una settimana caratterizzata da momenti dove arte e industria hanno dimostrato come sia possibile coniugare la bellezza con la modernità.

Il grande successo, di critica e di pubblico, che hanno ottenuto queste iniziative è in fondo la dimostrazione di come per molti aspetti l’economia italiana abbia saputo ritrovare una nuova strada di sviluppo. La conferma viene anche dai numeri delle esportazioni, dalla capacità di creare nuovi posti di lavoro (la disoccupazione al Nord è diminuzione ed è ormai in linea con la media europea), dagli esempi di innovazione non solo nei prodotti, ma anche nella comunicazione, nelle strategie di marketing, nello sviluppo della logistica.

L’Italia si è confermata negli ultimi anni leader mondiale nella produzione ed esportazioni di arredi nella fascia alta del mercato. Francia e Germania restano i primi mercati, ma stanno crescendo in maniera significativa anche le vendite in Russia e in Cina così come negli Stati Uniti e negli Emirati arabi. Si tratta della fascia di mercato maggiormente legata alla qualità dei prodotti e all’originalità del design e che garantisce anche maggiori margini di guadagno per le aziende.

Sono molti i fattori che stanno alla base di questo successo. La capacità di innovazione innanzitutto, sostenuta sia dagli interventi di supporto delle iniziative legislative che vanno sotto il nome di Industria 4.0, sia dalla volontà delle aziende e delle organizzazione del settore di puntare sulla formazione per riqualificare in maniera continua il proprio personale. Va anche sottolineato che la crescita delle esportazioni dell’industria italiana negli ultimi anni, non solo dei mobili, smentiscono palesemente quanti additavano nella partecipazione alla moneta unica europea la causa della crisi italiana. Proprio la stabilità monetaria, i bassi tassi di interesse e la riduzione dei costi valutari garantiti dall’euro sono infatti tra gli elementi che hanno reso possibili questi risultati.

Resta solo amaramente da sottolineare che mentre a Milano si animava dando via ad un avvincente matrimonio tra business e cultura, a Roma andava in scena il triste spettacolo di una nuova classe politica altrettanto arrogante quanto inadeguata a capire i problemi del Paese. Un Paese che non ha bisogno di rivoluzioni, ma di essere accompagnato e sostenuto nel mettere in opere le grandi capacità dei suoi imprenditori, dei suoi lavoratori, di quel grande capitale umano che chiede la libertà di sviluppare i propri progetti e le proprie potenzialità.

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