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Ambiente

LAGO DA DISINQUINARE

ARTURO BORTOLUZZI - 27/04/2018

lagoIl giorno 24 Aprile si riunisce la Commissione Ambiente del Comune di Varese, congiuntamente con la Commissione Area Vasta per poter affrontare il tema del disinquinamento del Lago.

Gli organi di informazione molto recentemente hanno affrontato numerose volte proprio il tema dell’inquinamento del lago e si sono pronunciati sia l’osservatorio del lago, presso la Provincia, nonché l’Associazione dei Comuni rivieraschi.

Metto ora il pensiero dell’associazione Amici della Terra di cui sono il rappresentante legale pro tempore: “Pensiamo che il metodo adottato dal Comune di Varese per affrontare il problema Lago di Varese sia assolutamente condivisibile e sia certamente un primo importante passo nella direzione giusta.

Anzitutto, si è deciso di far esaminare un concreto  progetto – in vista di approvazione e passaggio alla fase definitiva – finalizzato al disinquinamento delle acque (prelievo ipolimnico delle acque; controllo perché vengano acquisite dal depuratore fognario circumlacuale tutte le acque nere provenienti dai 21 comuni del bacino imbrifero del lago) non solo da tutti i  comuni interessati, ma anche da Ato, Arpa e Alfa.

Si stipulerà uno speciale accordo di programma.

Sono anche state sentite le Commissioni del Comune di Varese (aperte al pubblico) prima che lo stesso decidesse definitivamente.

Ulteriori passi necessari sulla linea intrapresa dovranno essere, a nostro parere ed esperienza:

A –  identificazione di un Ente/ istituzione/Organo che funga  – avendone i poteri – da coordinatore e responsabile finale di tutte le problematiche inerenti il risanamento del Lago  (ad esempio, in epoche ormai antiche la nostra Associazione aveva proposto il Consorzio per il Risanamento del Lago di Varese, con le inerenti eventuali integrazioni statutarie);

B – messa a disposizione, in un apposito sito internet istituzionale di tutti i dati inerenti il problema Lago in primis gli attuali studi/proposte progettuali, ma anche tutti i dati storici e di riferimento (ad esempio, gli studi precedenti ed i dati statistico/scientifici di supporto. Ciò consentirebbe una ampia – diremmo comunque doverosa – conoscenza pubblica, avviando un circuito virtuoso che renda effettivamente consapevole della complessità del problema  la generalità della popolazione interessata, ma anche apra a possibili osservazioni e suggerimenti di adeguato livello esperienziale e scientifico.  Evitando o comunque isolando nel contempo le proposte “immaginifiche” prive di radicamento concreto che si sono viste e sentite in questi anni. Val la pena di ricordare i progetti proposti a vari livelli o avviati e  incompiuti, nonché, secondo noi, quelli di dubbia scientificità (es: Phoslock).  In questo modo, semplice e diretto, non costoso e veloce, potrà essere attuato un serio e aperto Dibattito Pubblico, ampiamente auspicato anche da numerose proposte legislative in atto. 

C – Indiscutibile il coinvolgimento nel finanziamento degli Enti superiori (Regione, Enti speciali competenti, Stato, CE) con una attenta opera di promozione e partecipazione,  operatività manageriale (vedasi quanto al punto A), nell’attivazione di tutti i possibili strumenti organizzativi e finanziari  (direttamente ovvero attraverso contributi o mutui da loro sponsorizzati.

Come ha detto l’assessore alla Tutela ambientale del Comune di Varese, occorre smettere di proferire solo parole altisonanti e, invece, passare ai fatti concreti.

Nel merito dei contenuti progettuali derivanti dalle proposte preliminari degli studi finora disponibili, pur da un esame necessariamente non approfondito, la nostra Associazione, sulla linea della sua posizione ormai pluridecennale sul problema ritiene che:

a) assolutamente prioritario su tutti gli interventi deve essere quello di razionalizzare al rete fognaria comunale portandola in rapida progressione allo sdoppiamento, con esclusione di convogliamento al collettore di acque meteoriche, con adeguata attenzione alla dotazione di dispositivi  “di prima pioggia” per le più importanti aree stradali;

b) per il prelievo ipolimnico, una accurata valutazione della sua proponibilità in tema di bilancio costi/benefici, non può essere assolutamente condivisa una soluzione che comporti lo sversamento dei liquami di prelievo – sia pure in parte trattati – ancora in acque naturali quali il Bardello ed susseguente Lago Maggiore. I liquami devono essere trattati nel depuratore (quasi contiguo alla stazione di prelievo). Ricordiamo che il carico inquinante del prelievo in un corretto bilancio valutativo, va oggi a coprire i mancati afflussi derivanti dal collettore per effetto degli scarichi in sfioro.  Le affermazioni sulla rilevanza delle opere da prevedere sugli impianti del depuratore, fanno pensare alla necessità di una seria verifica sulla operatività finora ottenuta dalla gestione dell’impianto, anche in rapporto alle risorse economiche assorbite. 

Che cosa c’è da dover segnalare?

In primo luogo la pubblicità dell’evento: non devono essere i soliti noti a conoscere gli appuntamenti istituzionali, ma bisogna poter coinvolgere tutti. Il Comune deve far sapere alla città che vuole attuare un progetto concreto perché del lago possa essere iniziato il risanamento. Occorre, poi, soprattutto, acquisire un veloce parere del terzo settore. Il progetto non deve essere condiviso solo da Enti pubblici e scientifici, ma anche da coloro che abitano nel territorio. Le associazioni cittadine non possono essere ignorate. Diciamo anche degli enti economici locali.

Ciò deve divenire e costituire un fatto abitudinario degli Enti Pubblici (concordemente con le leggi vigenti e i progetti di legge a proposito del “Dibattito pubblico” approvati dal Senato) e diventare motivo di vanto per gli stessi.

L’ente pubblico deve essere capace di far maturare il progetto perché possa arricchirsi e valorizzarsi, coinvolgendo tutti gli amministrati.”

 

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