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Cultura

ORA E INSIEME

RAFFAELE K. SALINARI - 04/05/2018

quanti«A quali ripensamenti sui comportamenti umani potreb­bero indurre la descrizione della realtà che ci è restituita dalla re­latività, dalla quantistica, dalla biologia molecolare o dalle neuroscienze? E quanto una imma­gine del mondo non più ostinata­mente meccanicistica potrebbe incidere sui modelli di governo e democrazia?».

Questa icastica domanda non solo apre il denso saggio di Mario Agostinelli e De­bora Rizzuto “Il mondo al tempo dei quanti”, pagine 274, euro 22, prefazione di Gianni Mattioli e Massimo Scalia; postfazione di Giorgio Galli), ma riceve an­che una serie di circostanziate, e per certi versi visionarie, rispo­ste, tutte innervate dalla compe­tenza scientifica ma anche dalla passione militante dei due auto­ri. Il volume ci conduce così at­traverso le più attuali ipotesi co­smologiche, le ultime scoperte in materia di neuroscienze, ge­netica, fisica delle particelle ele­mentari, teoria e funzionamen­to dei mass media e della finan­za, sino all’uso politico delle nanotecnoiogie.

LUNGO UN’AMPIA teoria di esempi e citazioni, riferimenti alla più stretta attualità nazionale e in­ternazionale, il lettore arriva fi­nalmente dove il cumulo di in­formazioni si compone nella co­stellazione, in senso allusiva­mente benjaminiano, di quell’«altro inondo possibile» progressista ed egualitario, so­stenibile e solidale, che si con­trappone radicalmente ai disa­stri, oramai non solo annunciati ma già in atto, dell’attuale fase bioliberista.

Come nei più classi­ci discorsi dei proconsoli dell’an­tica Roma, allora, prima i due au­tori introducono i fatti in tutta la loro crudezza, poi forniscono gli strumenti di risposta. Si comin­cia con l’analisi del fattore più decisivo, quel tempo che sem­bra oramai mancare drammati­camente: se si condensassero il passato ed il futuro in un solo, impressionante, esempio, se per gioco volessimo rappresentare con personalità conosciute le ge­nerazioni che, succedendosi, hanno plasmato la memoria su cui risiede la nostra civiltà occi­dentale – mettiamo da Pericle fi­no ad Obama – sarebbe sufficiente spalmare su un grande palco una novantina di nomi illustri (90 personalità per 25 anni a ge­nerazione coprono 2250 anni di storia).

Ma se volessimo prevede­re quanti nuovi personaggi po­tranno salire su quello stesso pal­co, tenendo conto dei cambia­menti climatici già in atto, non potremo andare oltre le quattro o cinque unità, almeno se i nuo­vi leader si limiteranno alla gestione del modello esistente.

E DOPO LE ANALISI ecco, per dare speranza e programma, prospet­tiva ed entusiasmo, le possibili ri­sposte alla questione classica­mente leninista del «che fare?». I due autori, coerenti con la loro impostazione, la svolgono alla luce di una visione della realtà fe­nomenica, ma anche immagina­le, già governata da un insieme intricatissimo di algoritmi: la po­sta il gioco, allora, è nulla di me­no della nostra vita su di un piane­ta che farebbe forse a questo punto volentieri a meno di noi e, questione centrale per innovare la «cassetta degli attrezzi», l’idea stessa di politica come insieme di strumenti che permetterebbe­ro ancora alla specie umana di abitare, ma da ospite gradito, nella casa di Gaia. E dunque evi­dente che la politica, quella di si­nistra in particolare, deve cam­biare prendendo spunto da ciò che è oggi il mondo dei poteri re­ali che lo governano e dei luoghi dove sarebbe necessario intro­durre la democrazia e la parteci­pazione. Un esempio tra tutti: i consigli di amministrazione del­le grandi corporation, di quel centinaio di firme che condizio­nano le scelte dei singoli ma an­che di tanti insiemi nazionali.

IL PUNTO della nuova democra­zia, allora, non è tanto quando si vota ma soprattutto per cosa. Il ti­tolo dell’ultimo capitolo Scom­mettere, chiude il volume evocan­do una figura mitologica, quella di Kairos, ìl tempo dell’opportu­nità. Ma il bel giovane veniva, non a caso, raffigurato con una peculiare pettinatura: un ciuffo davanti e la nuca totalmente cal­va. Il simbolismo ci dice che il momento dell’agire è ora, tutti insieme e senza paura, mentre se lo lasceremo trascorrere esso non potrà più essere riacciuffa­to. Kairos dunque, ma anche Ananke la Necessità cui nean­che gli dei potevano opporsi ma che forse noi, umani e mortali, possiamo utilizzare come causa finale delle nostre vite.

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