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Cara Varese

FRATELLO E SORELLA DA EXPORT

PIERFAUSTO VEDANI - 11/05/2018

Monica Poggio ad di Bayer Italia

Monica Poggio ad di Bayer Italia

Una grande carriera costruita all’estero -Austria Germania e Usa- dopo essere stato per anni il primo riferimento del Metropolitan Fabio Luisi alla Scala con grande successo, ripetutosi nelle repliche, ha riproposto agli amici dell’opera Francesca da Rimini. Ricordo in questa rubrica il grande maestro genovese perché da giovane è stato delizioso ospite della nostra città come protagonista di un concerto a favore dei Piccoli di Padre Beccaro e di una esibizione al seminario di Masnago che a quei tempi ospitava alcuni corsi delle scuole elementari. Corsi davvero fortunati perché i bambini sfruttarono a dovere la stazione meteo del seminario dove vennero istruiti alla grande da don Adriano, sacerdote aviatore, e si avvalsero della cultura di altri preti guidati da don Pietro, futuro parroco di Bosto, la cui sensibilità per l’arte era pari alla sua grande schiettezza. Chissà se il maestro Luisi si ricorda di questa sua incursione a Varese. Da cronista io non ho dimenticato un suo bel gesto, che egli ha fatto pensando di non essere visto da nessuno: fece scivolare infatti nel “monte” della donazione ai Piccoli di Padre Beccaro buona parte del suo compenso della serata.

La sezione staccata delle scuole elementari di Masnago la ricordo con simpatia per due precisi motivi: la sua creazione fu indispensabile per la moltitudine dei ragazzini che abitavano nel quartiere: una vera benedizione se pensiamo ai tempi successivi riservati dalle vicende nazionali alle famiglie e anche allo stesso mondo della scuola. Un mondo che da noi non è stato ancora duramente intaccato, ma c’è già un’ onda lunga di situazioni negative che ormai lambisce le rive della nostra serena periferia di Nord Ovest della Lombardia.

E del grande popolo dei piccoli masnaghesi mi piace rammentare il senso civico che hanno via via conosciuto e portato avanti negli anni. Va bene, qualche baloss ci sarà poi stato, ma la comunità anche oggi è veramente bella. E assieme gioisce per le carriere e la vita serena e la forza d’animo nei momenti difficili di quella generazione. Che ha avuto dei ragazzini che di strada ne hanno fatta mai venendo meno alla semplicità e al riserbo tipici dei masnaghesi, tutti nativi e di adozione. Mi piace allora parlare di due fratelli, Monica e Marco, che si sono fatti strada in ambiti difficili perché era ed è internazionale il percorso in cui ci sono impegnati. A Monica il “Corriere” ha dedicato lo spazio che si meritava: è oggi infatti la prima rappresentante dell’Italia a guidare nel nostro Paese il colosso Bayer, un incarico sempre affidato a manager tedeschi. Sembrava una scelta tabù del gigante bavarese e invece ecco spuntare Monica con il suo prestigioso curriculum con tappe dalla General Electric, all’Agusta, al grande mondo finanziario internazionale. Infine ecco l’approdo alla Bayer.

Il fratellino Marco già a 6 anni diceva che “da grande” voleva vendere le auto. Non ha mai mollato l’osso: prestigioso il suo iter professionale in Europa prima di approdare a Singapore dove è stato un faro della logistica dell’import ed export delle auto dell’Oriente.

E oggi è a Parigi come numero 1.

Mica male come carriere. Già all’inizio delle quali i due ragazzi sono stati seguiti con simpatia, rispetto e riserbo dalla comunità. Che oggi è fiera di loro.

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