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Cultura

MORSELLI E IL TEATRO

SERGIO REDAELLI - 18/05/2018

La prima di Morselli il 14 aprile scorso al Teatro del Popolo di Gallarate

La prima di Morselli il 14 aprile scorso al Teatro del Popolo di Gallarate

Guido Morselli è uno scrittore ipervalutato? Un autore eclettico che ha toccato tutte le forme della scrittura, multiforme e versatile, passato dai reportage giornalistici alla saggistica e alla narrativa, prima ignorato, poi riscoperto e infine portato troppo in alto? Un uomo di lettere che si è cimentato nei romanzi, nei racconti e nel teatro ma “non sempre con uguale qualità”? Per Valentina Fortichiari, una delle massime studiose dell’intellettuale suicida a Varese nel 1973, i testi teatrali sono il punto debole della sua produzione. E forse non è un caso che la sua opera teatrale non sia stata ancora pubblicata (se non accenni su riviste specializzate).

Il giudizio incuriosisce alla vigilia della decima edizione del Premio Morselli in programma domenica 27 maggio alle 16 alla Casina Rosa di Gavirate, anticipato dall’allestimento a Gallarate di un testo teatrale del 1968, “Marx, rottura verso l’uomo”, portato in scena dalla Scuola Anna Bonomi, regista e interprete Andrea Minidio. Un Marx demistificato (questo il primo titolo a cui l’autore aveva pensato), colto nella vita di tutti i giorni a Londra da giovane, in vestaglia da camera e pantofole, ritratto come un borghese qualunque accanto ad Engels che con lui fondò il materialismo storico e ai fantasmi di Mazzini e Bakunin.

La pièce mette in scena una compagnia teatrale che sta montando uno spettacolo su Marx, teatro nel teatro dunque che strizza l’occhio ai sei personaggi pirandelliani. Non è l’unica commedia scritta da Morselli. Egli lavorò a diversi testi drammaturgici negli anni Cinquanta che hanno per protagonisti grandi personaggi storici, Giulio Cesare, Benito Mussolini, passati sotto la lente della vita privata. Sono opere indubbiamente meno note dei romanzi, otto, tutti pubblicati da Adelphi, dal bellissimo “Roma senza papa” uscito postumo nel 1974 a “Uomini e amori” del 1998. Senza contare i racconti, le lettere e le sceneggiature cinematografiche.

Per Linda Terziroli, altra giovane e brillante studiosa di Morselli, nata a Varese nel 1983 e laureata in lettere moderne alla Statale di Milano con una tesi sull’amore e la morte nell’opera dello scrittore bolognese, egli è “anzitutto un autore scomodo per le domande teologiche che pone, per le questioni storiche e le tematiche che affronta. Temi che mettono in crisi il lettore e forse spiegano perché, ancora oggi, sia uno scrittore poco noto al grande pubblico. Ipervalutato? Direi piuttosto un autore postumo, valutato dopo la morte. Le sue opere non hanno avuto editing e sono diverse le une dalle altre, si adattano a gusti e lettori differenti”.

La Terziroli insegna lettere nelle scuole secondarie di Varese. Nel 2008 ha ideato con il poeta e scrittore Silvio Raffo il citato Premio letterario e ha creato la mostra permanente alla Casina Rosa nel luogo in cui lo scrittore abitava. Ha curato i volumi Lettere ritrovate (NEM, 2009), Guido Morselli una rivolta e altri scritti (Bietti, 2012), Guido Morselli un Gattopardo del Nord (Pietro Macchione, 2016), si è occupata di lui in diversi saggi e articoli di giornale e sta lavorando ad un nuovo libro.

“Un autore versatile – dice – Prendiamo il romanzo “Incontro col comunista”. È un’intensa storia d’amore tra la giornalista Ilaria e Gildo, il comunista, amico del figlio di lei. Il sentimento tra i due è descritto con grande intensità dal punto di vista della giornalista e con il mimetismo di un vero conoscitore dell’animo femminile. Un romanzo quindi estremamente lontano da “Dissipatio H.G.” che è considerato il suo capolavoro”.

“Per quanto concerne il teatro – aggiunge la Terziroli – sono convinta che egli abbia scritto i testi drammaturgici non perché restassero chiusi in un libro ma per farli vivere sul palco. Era curioso di sapere se le sue opere fossero rappresentabili. Offrì a Vittorio Gassman di interpretare il personaggio del filosofo Carlo Marx e fece leggere il testo a Tino Buazzelli e a Paolo Grassi sperando di vederlo rappresentato alla Rai e al Piccolo Teatro di Milano. Il mio auspicio, condiviso da Silvio Raffo, è di vedere altre commedie inedite di Morselli vivere in teatro”.

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