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Cultura

EDUCAZIONE DIGITALE

LIVIO GHIRINGHELLI - 18/05/2018

socialNell’affrontare il problema dell’uso degli strumenti digitali nella scuola bisogna tenere conto della peculiarità della relazione educativa, non risultando sufficiente la sola dotazione di strumenti informatici per potenziare la qualità dell’apprendimento-insegnamento. È indispensabile una riflessione metodologica su come gestirli, mettere sempre in dialogo la pratica educativa e la riflessione teorica. La curiosità degli allievi va stimolata attraverso un lavoro per problemi, mettendo in rilievo le domande di senso d’ognuno e le potenzialità di gruppo nel ricercare soluzioni in termini di cooperazione. Si tratta di una prospettiva integrata, in cui si affinano la valutazione e l’autovalutazione, si amplificano gli spazi di relazione e all’interazione in presenza si aggiunge l’uso della Rete. Interagendo in un ambiente virtuale si sostiene un approccio attivo.

La tecnologia digitale va posta al servizio della didattica. Non si può pensare di migliorare la qualità dell’apprendimento se non si favorisce la capacità progettuale. Di qui una puntuale gestione e controllo delle situazioni, procedendo via via a documentare e sostenere il lavoro svolto, alla riflessione sull’esperienza, in cui comunque è sempre assicurata una grande autonomia a ciascuno dei discenti. In tale contesto il docente non è più legato a una metodologia trasmissiva fondata sullo schema tradizionale ricezione – memorizzazione – ripetizione.

Si metteranno in campo metodologie collaborative tese sempre a coinvolgere, favorendo al contempo la strategia dell’apprendimento per ricerca ed una iniziativa non mortificata.

Gli strumenti digitali favoriscono la pluralità dei linguaggi, tutti disponibili e integrabili fra di loro ed aiutano la facoltà e ricchezza espressiva degli allievi. Anche nella scuola si evidenzia sempre più l’esigenza di un sistema formativo integrato, che si fonda sul rapporto coordinato fra le varie agenzie educative del territorio (famiglia, scuola, enti locali, associazioni).

I media sono i grandi educatori del nostro tempo. Si crea così l’abitudine a costruire gruppi di lavoro intercomunicanti, si diffonde la cultura della partecipazione nel confronto, che offre risultati più ricchi rispetto ai singoli contributi. Naturalmente sta alla scuola esercitare un controllo critico e una capacità d’orientamento, che è suo compito promuovere. Così si passa da un approccio trasmissivo ad uno cooperativo – costruttivista e meglio si risolvono i problemi posti dalla realtà circostante. Non ci si ferma più a strategie per addestramento, si abbandona la sicurezza della routine offerta dalla lezione frontale e dal libro di testo, aprendosi alle possibilità offerte dalla Rete.

Si rendono indispensabili capacità d’analisi per individuare i contenuti epistemologici (concetti, metodi, teorie delle discipline) al fine d’affrontare i contenuti culturali (i problemi che si presentano nella storia dell’uomo). E si mette la scuola in relazione con le profonde trasformazioni del nostro tempo. La competenza digitale non si riduce al solo fatto tecnico, bensì rappresenta una fondamentale componente cognitiva e socio-relazionale.

Per cui si configurano tre diversi livelli: la competenza d’uso per accedere alle necessarie informazioni; la capacità d’accedere, decodificare e selezionare le stesse; la competenza a collaborare in rete. Mentre i social network tendono a comprimere la relazione in un eterno presente emozionale, le aule virtuali recuperano la prospettiva temporale indispensabile per la riflessione.

L’esperienza della Rete ci proietta in una dimensione intersoggettiva, aiutandoci a creare il campo relazionale, in cui costruire e ricostruire la nostra conoscenza. Da privilegiare gli ambienti “orientati agli oggetti”, che consentono una costruzione granulare dell’ambiente, favorendo il passaggio da momenti di esplorazione reticolare a fasi di elaborazione lineare. Qui i vantaggi del combinare reticolarità e sequenzialità.

C’è il bisogno di approdare a un network cooperativo nel prendere in esame ricerca, educazione ed ogni aspetto della vita sociale. Si deve cogliere ogni occasione per ripensare le connessioni io-mondo, io-altri.

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