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Opinioni

L’ALBA POSSIBILE

ROBI RONZA - 25/05/2018

Conte arriva in taxi per incontrare Mattarella (da video.corriere.it)

Conte arriva in taxi per incontrare Mattarella (da video.corriere.it)

Malgrado la convulsa e sconfortante pantomima, che in queste settimane va in scena ogni giorno sulla scena della vita pubblica del nostro Paese, non mi viene meno il sospetto che questa sia l’alba possibile di una Terza Repubblica, forse migliore della Seconda. E ciò non tanto perché si possa sperare molto nell’ eventuale governo Lega/5 Stelle, ardua alleanza tra due forze di opposta cultura politica, quanto per la carica obiettivamente innovativa che caratterizza tale alleanza.

Senza tornare qui sui punti oscuri e preoccupanti del progetto dei due partiti, dei quali comunque non ci si deve dimenticare, resta il fatto importante che con la Lega e con i 5 Stelle sono ora giunti alla soglia del proverbiale Palazzo due blocchi di grande rilievo della società italiana che finora ne erano rimasti fuori.

Si tratta da un lato, con la Lega, del vasto mondo soprattutto settentrionale dei piccoli e medi imprenditori, degli agricoltori, degli allevatori, degli artigiani, dei lavoratori autonomi in genere sin qui più blandito che rappresentato da Forza Italia. Si tratta dall’altro, con il Movimento 5 Stelle, di un nuovo proletariato soprattutto meridionale spesso costituito da giovani e semi-giovani, mal preparati da scuole scadenti, che erano convinti di avere dinnanzi a sé un futuro migliore di quello dei loro genitori contadini e operai. E che invece, giunti sul mercato del lavoro, hanno scoperto che i loro scadenti diplomi e scadenti lauree valgono molto meno di quanto i pochi studi ma il buon mestiere dei loro nonni e padri contadini e operai valessero nell’ Italia di prima della crisi.

Sono due strati sociali accomunati dal disagio ma non dagli interessi. Questi infatti non di rado sono opposti; perciò ben poco componibili tra loro risultano i programmi dei partiti che li rappresentano, come bene si vede in questi giorni. Oggi però su tutto predomina il sollievo di essere riusciti nell’ impresa. Predomina la soddisfazione di vedere i propri campioni andare a palazzo anche senza cravatta, o parcheggiare nel cortile del Quirinale la vetturetta con cui si sono recati dal presidente della Repubblica. Quella stesse facce da politici per caso, da cui il resto del mondo è sconcertato, o l’inusitata scena del …leader máximo che funge pure da autista della delegazione di cui è a capo, mandano invece in brodo di giuggiole i loro elettorati.

Sono segnali, grezzi finché si vuole, della volontà di rompere un ordine costituito che non merita più di essere tale. Un ordine costituito che – dando così prova di quanto poco gli stiano a cuore la democrazia, l’indipendenza e la dignità del Paese — sta cercando di aggirare l’esito delle elezioni con ogni mezzo: dall’ invocazione dei “tecnici” al governo alla chiamata in soccorso della cosiddetta «Europa», ovvero della Francia e della Germania. Si pensi ad esempio all’arrogante dichiarazione di ieri del ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire secondo cui “Tutti in Italia devono capire che il futuro dell’Italia è in Europa e da nessun’altra parte, e perché questo futuro sia in Europa ci sono regole da rispettare. Gli impegni presi dall’Italia valgono qualunque sia il governo”. È evidente che soltanto se le hanno sollecitate o comunque gradite le cosiddette alte cariche dello Stato italiano possono restare devotamente a bocca chiusa di fronte a parole del genere.

Se insomma da tutta la confusione di questo momento venisse però fuori un governo non “di tregua” (ossia di elusione dell’esito delle elezioni del 4 marzo) come vorrebbe Mattarella, ma appunto “di rottura”, con cui andare poi a nuove elezioni quanto prima, forse si potrebbe ancora una volta concludere che non tutto il male viene per nuocere.

www.robironza.wordpress.com

 

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