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Attualità

CIRCOLAZIONE VARESINA, VENTICINQUE ANNI D’IMMOBILISMO

CESARE CHIERICATI - 10/03/2012

 Otto milioni di euro cercasi per mettere una pezza al bilancio del Comune di Varese dissanguato dai continui tagli imposti dai due governi più centralisti della storia repubblicana: quello guidato da Berlusconi con la Lega ben piantata nella stanza dei bottoni e quello del professor Monti chiamato a gestire un‘emergenza straordinaria sul fronte del debito pubblico e ora anche sul versante di una pesante recessione in corso. A farne le spese sono, come quasi sempre accade, gli enti locali ciclicamente accusati da Roma di avere le mani bucate. Non che nelle storia recente siano stati tutti virtuosi per carità, l’elenco degli sprechi è infinito e a macchia di leopardo sul territorio nazionale ma è anche vero che molti si sono messi da tempo sulla strada giusta. Tuttavia devono fare i conti con il patto di stabilità (Tremonti) che impedisce di spendere anche i soldi che si hanno già in cassa; dovranno trasformarsi in esattori per conto dello Stato con l’IMU il cui gettito, per una quota non irrilevante, finirà nelle casse romane; si trovano a fronteggiare la rabbia dei fornitori che vengono pagati alle calende greche. Insomma una quadratura del cerchio molto ardua se non impossibile, coerente del resto con l’emergenzialità continua che ormai contraddistingue il Paese.

E allora ecco gli inquilini di Palazzo Estense prendere in esame lo spinoso problema. Sta emergendo da studi e riunioni che la strada più facilmente praticabile sarebbe quella di un robusto aumento delle tariffe dei parcheggi, già piuttosto salate nella città giardino peraltro assediata in tutte le oro del giorno dagli automezzi. Per aumentare il gettito delle soste l’amministrazione Fumagalli aveva esteso la possibilità di quelle a raso per ogni dove nel tentativo assurdo di fare concorrenza all’autosilo delle Corti. Risultato: incremento considerevole dei cacciatori di parcheggio nelle strade del centro con peggioramento evidente della qualità di fruizione della città e incremento notevole delle soste vietate in tutte le ore del giorno e della notte nelle adiacenze dei locali pubblici. Per rendersene conto basta far due passi in via Carrobbio – Piazza Motta, in via Bernascone, in via Parravicini, in via Dandolo, a Biumo Inferiore, in alcuni tratti del viale Valganna e via elencando. Ciò di frequente accade – danno più beffa – là dove campeggiano i colorati cartelli addirittura di divieto di fermata. E mai che si vedano vigili o ausiliari del traffico in azione in queste zone nevralgiche, se qualcuno di loro per caso passa di solito chiude entrambi gli occhi e tira dritto.

Prima di imporre nuovi balzelli bisognerebbe dunque agire con rigore sui furbi in servizio permanente per poi prendere seriamente in esame una scala tariffaria capace di scoraggiare il traffico in centro (tariffe più elevate) diminuendo invece i costi della sosta nei parcheggi esterni al ring che però nell’intera zona est della città non esistono. La realtà in venticinque e più anni dall’istituzione del ring (assessore il socialista Zoppini) è che non si è fatto quasi nulla in tema di traffico, soste e conseguente vivibilità urbana. Fatta eccezione per la “tangenzialina” frutto di un concorso di circostanze favorevoli più che di un’effettiva volontà politica e di una visione d’insieme.

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