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Il Mohicano

GIRI DI BALLO

ROCCO CORDI' - 01/06/2018

Salone Estense, sede del Consiglio comunale

Salone Estense, sede del Consiglio comunale

A ormai due anni dal suo insediamento la maggioranza che governa Varese non solo stenta a decollare ma rischia pure di implodere.

Ad oggi dell’ambizioso programma che, a detta degli autori, avrebbe cambiato il volto cittadino, è stato realizzato ben poco. Eppure fin dall’inizio del cammino venivano indicati percorsi e scadenze con geometrica precisione. Alla prova dei fatti però persino un’opera minima (come l’abbellimento della facciata dell’ex caserma, progetto annunciato oltre un anno fa) procede con esasperante lentezza.

Ma è sulle scelte di fondo, come la gestione delle risorse finanziarie e la promessa revisione del PGT, che i cambiamenti appaiono imperscrutabili. Infatti i bilanci finora approvati non si discostano sostanzialmente dalle impostazioni dei predecessori mentre della “riscrittura” del PGT da realizzarsi “entro un anno” si sono perse le tracce.

A fronte delle incertezze registrate sul piano programmatico non mancano, all’opposto, i colpi di scena e le fibrillazioni nei rapporti interni alla maggioranza. Tensioni, contrasti e rotture non sono mancate fin dall’esordio. A parte il ben noto dissidio interno al PD va ricordata la clamorosa dissoluzione della lista del Sindaco a neppure un anno dal voto (prima con le dimissioni di Andrea Bortoluzzi a cui hanno fatto seguito poco dopo quelle di Mauro Gregori, poi con l’uscita dal gruppo di Gaetano Iannini).

Tuttavia nonostante i ripetuti tentativi di sminuire dissensi e abbandoni a mere questioni personalistiche era e resta più che evidente la ragione “politica” di un così diffuso e significativo malessere. Per comprenderlo sarebbe stata sufficiente la lettura delle motivazioni dei tre su quattro (sic!) eletti nella Lista Galimberti nel momento del distacco o dei tre noti esponenti del PD in occasione del loro esplicito dissentire. In realtà non si è mai voluto fare i conti con le cause reali di tali contrasti perché questo avrebbe messo in luce la fragilità del progetto politico della coalizione e delle ragioni del suo stare insieme. Ma le vittorie elettorali “aiutano” spesso a sorvolare sulle questioni di fondo o ad occultarle. Così facendo però i problemi non solo restano, ma si acuiscono.

Prova ne sia il cambio di casacca annunciato nei giorni scorsi dal consigliere Valerio Crugnola, eletto nella lista di Varese 2.0. La scelta ormai compiuta è di andare a rimpolpare il gruppo, già duramente provato, che fa capo al Sindaco.

Durissima la reazione del vicesindaco Daniele Zanzi, animatore con Crugnola della lista Civica nata promettendo cambiamenti sostanziali di stile e contenuto “senza farsi condizionare dal PD”.

Appresa la notizia dell’abbandono del loro eletto, l’Assemblea del movimento ha approvato un documento in cui si legge tra l’altro “…accogliere Valerio Crugnola nel loro gruppo lo consideriamo come un grave atto ostile nei confronti del movimento Varese 2.0 sia da parte della lista Galimberti che del sindaco stesso….il mandato assembleare prevede di rimanere nella maggioranza, perché è ciò che ci hanno chiesto i cittadini: ma d’ora in poi non faremo sconti. Abbiamo sempre espresso la nostra dissonanza dalla giunta quando necessario, ora saremo molto più puntuali e non ci faremo scrupoli. Con quel gesto è stato brutalmente infranto un patto di rispetto, ora ci sentiamo liberi da ogni vincolo».

A fronte di un giudizio così severo appare incomprensibile la volontà di rimanere nella maggioranza. Come si fa a “sentirsi liberi da ogni vincolo” pur facendo parte della compagine di governo della Città? Un ossimoro o per dirla in altre parole una stranezza in puro politichese della tanto vituperata “prima repubblica”. Comunque sono parole di fuoco che se rispettate renderebbero ancora più perigliosa la navigazione di una maggioranza nata male e che può finire anche peggio.

 

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