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Attualità

I SOCIAL AL GOVERNO

MANIGLIO BOTTI - 07/06/2018

socialLa lettura abbastanza assidua dei social, e di Facebook in particolare, fa spesso venire in mente un grande globale Bar Sport, dove tutti giustamente, data la volatilità della materia, si sentono o si improvvisano ct della Nazionale calcio.

Ricordate le polemiche di qualche anno fa (adesso a tale proposito ve ne sono di diverse o non ve ne sono affatto dato il nostro stato calcistico) quando si discuteva, anche sui giornali oltre che nei bar, se fosse opportuno o no portare Roberto Baggio ai Mondiali? Ecco, è successa una cosa analoga a proposito della collocazione nel nuovo governo del professor Paolo Savona. Chi voleva lasciarlo fuori e chi voleva tenerlo dentro. Per questa ragione il presidente del consiglio professor Giuseppe Conte (l’allenatore di calcio si chiama Antonio) ex e poi invece reincaricato s’era dovuto in un primo momento dimettere. Alla fine s’è deciso di “portarlo” ma con un cambio di ruolo, come a dire che Baggio, invece che interno d’attacco, sarebbe stato più utile come mediano di spinta o come difensore. E il professor Savona, ancorché onusto di età, ma anche d’esperienza, si spera, è rientrato nella squadra dei titolari.

Non sono battute. Nei social, mentre al bar tutti si improvvisano esperti, ct della Nazionale, profondi conoscitori della materia (e tutto gli è concesso), qui ci si trova dinanzi a una folta schiera di docenti di diritto costituzionale (era già capitato in occasione del referendum del 4 dicembre 2016), di conoscitori di politica estera e di diritto della comunità europea; si deve fronteggiare una consistente truppa di ministri dell’Economia e dell’Interno che hanno in tasca la soluzione dei problemi da qui al 2050, quand’anche fossero irrisolvibili.

A dire il vero non è che il dibattito si incentri proprio ed esattamente sui contenuti di modo che ci possa regolare e con simulazioni di possibilità di successo circa particolari eventi ma anche e soprattutto simulazioni dei rischi. No: la questione è puramente personale. Paolo Savona, così come probabilmente era per Roberto Baggio, e magari in tempi più antichi per la staffetta tra Gianni Rivera e Sandro Mazzola, viene giudicato a causa delle antipatie o delle simpatie del momento, in virtù di quale sia la squadra di club nella quale il soggetto è arruolato, da grande o da pochissimo tempo. Che uno possa giocare bene o male, che possa sbagliare il rigore decisivo per stanchezza o per una qualsivoglia altra ragione, passa tutto in secondo in piano, anzi in nessun piano perché non se ne parla: si ipotizza, si spera, ci si affida allo stellone.

I social hanno cambiato l’Italia? Nella comunicazione (invettive e insulti a parte) si direbbe di sì. Tuttavia la loro lettura ne risulta sempre utile, se non altro per quella componente ironica o sarcastica o anche un po’ cinica che nei tempi passati era colmata dai giornali cartacei e umoristici: il Travaso, il Becco Giallo, il Marc’Aurelio, il Candido… Giornali di destra? Forse, ma più in genere giornali un po’ qualunquistici o, per dirla con un termine che oggi va per la maggiore, populistici.

Così il presidente del consiglio incaricato e poi confermato e poi nominato, il professore di diritto privato Giuseppe Conte, un po’ vanitoso e “colpevole” di avere un pochettino pompato il proprio curriculum, è diventato il personaggio reso famoso dal disegnatore Attalo: il Gagà aveva detto agli amici… Figura non destituita da fondamento anche basandosi sull’aspetto elegante e ricercato del soggetto.

E le mosse del leader leghista Matteo Salvini, seduto ora alla scrivania di ministro dell’Interno che negli anni Quaranta fu di De Gasperi, ma poi in tempi molto più recenti anche del collega di partito Bobo Maroni, e oltre a quelle di Salvini pure le mosse del coéquipier Gigi Di Maio sono apparse degne delle prese in giro che Giovannino Guareschi, dalle pagine del candido, tributava ai comunisti e alle direttive dell’Unità: Contrordine compagni. Pur di arrivare dove si pensa sia stato posto il traguardo, si cambia idea in modo repentino e contraddittorio… Anche più volte nel corso di una stessa giornata.

E i social, un po’ seri e un po’ giocosi, se letti nel modo giusto, fanno sorridere. Meglio così. A piangere c’è sempre tempo.

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