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Cultura

GEMELLI E ALTRI

LIVIO GHIRINGHELLI - 22/06/2018

Monsignor Olgiati (a sinistra) con padre Agostino Gemelli e Vico Necchi

Monsignor Olgiati (a sinistra) con padre Agostino Gemelli e Vico Necchi

In stretta continuità con il rilancio di una filosofia di ispirazione cristiana Leone XIII con l’Enciclica Aeterni Patris (agosto 1979) avvalora ulteriormente con autorevolezza il recupero già in atto della filosofia scolastica. L’Enciclica presenta un duplice aspetto : parla, attingendo alla tradizione, ma al contempo invita a vivificarla al fine di poter affrontare adeguatamente i problemi del mondo moderno. L’invito è accolto soprattutto in termini sistematici nell’ambito di istituzioni come quelle dei Gesuiti (Università Gregoriana di Roma) e dei Domenicani (punto di riferimento il Collegio romano della Minerva, poi denominato Angelicum). L’attenzione oltre Tommaso si rivolge anche ai principali maestri del Medio Evo, con l’attivazione di centri dedicati alle edizioni critiche degli autori. Ma un tomismo concepito “secondo la mente di San Tommaso” porta a una versione manualistica, che trova la sintesi in un documento “Le 24 tesi sulla filosofia di S.Tommaso”, redatto dal gesuita Guido Mattiussi e approvato da Pio X nel 1914. Si tratta di un sistema avulso dai testi dell’Aquinate, che include tratti forti di dogmatismo, disposto per dare risposte a tutte le domande e istanze filosofico-scientifiche poste dalla modernità in modo atemporale. L’Enciclica Pascendi (8 settembre 1907) con la condanna perentoria del modernismo (inteso capziosamente come un sistema) chiude al momento l’apertura a qualunque riforma sostanziale dei principi tradizionali, lasciando una pesante eredità.

Le 24 tesi affrontano e definiscono i seguenti temi filosofici: potenza ed atto, essere ed essenza, principio di causalità, ậậanalogia dell’essere, principio di non contraddizione, di identità e del terzo escluso, realismo gnoseologico contro il soggettivismo (sviluppato da Cartesio sino a Kant), l’ilemorfismo (dottrina di origine aristotelica, per cui tutte le sostanze, comprese le spirituali, sono composte di materia e forma), assunto come chiave di volta della metafisica aristotelica (natura potenziale della materia e attuale della forma). La spiegazione in termini filosofici dell’origine del mondo per creazione postula che l’unione può derivare soltanto da un essere che sia atto puro, privo di ogni potenzialità e dipendenza; così si evita il regresso all’infinito. Si apre la visione dell’uomo come dotato di materia (corpo) e forma (anima razionale), caratterizzato aristotelicamente dal possesso di un’anima vegetativa, di un’anima sensitiva (costitutiva di ogni animale vivente) e intellettiva, che distingue il vivente razionale da altri animali. Quindi vengono la coscienza degli universali e il processo all’autocoscienza, che accompagna il soggetto conoscente: avvengono indipendentemente dagli organi corporei, indizi della natura immaterialedell’anima intellettiva. Seguono il dinamismo del divenire dell’universo e le prove dell’esistenza di Dio a posteriori (sul versante della filosofia della natura). L’irrazionalità del reale è un’ipotesi contraddittoria. Si deve ammettere l’esistenza di un essere necessario, non contingente e non finito, che corrisponde a ciò che viene chiamato Dio.

Due personalità sviluppano una svolta significativa nella neoscolastica del XX secolo, Dèsiré Mercier e Agostino Gemelli. Mercier (1851-1926) ricopre dal 1887 la cattedra di filosofia tomista a Lovanio e dal 1894 guida la Revue néoscolastique; fonda l’Istituto di filosofia dell’Università Cattolica. Prima Arcivescovo di Malines, poi Primate del Belgio (1906), è fatto Cardinale dal 1907. Dal 1921 al 1926 guiderà la delegazione cattolica alle Conversazioni di Malines con la Chiesa anglicana sulla possibilità di unificazione delle due Chiese. Mercier insiste sulla questione gnoseologica per un confronto tra il tomismo e il criticismo kantiano e pone l’accento sulla criteriologia (Criteriologia generale o teoria generale della certezza, 1918). Riflette sulle condizioni spontanee delle nostre certezze. Due sono i termini che entrano nel giudizio, la componente del soggetto giudicante e la cosa oggettiva giudicata. Il principio capace di garantire l’esistenza della verità e l’accesso ad essa è quello criteriologico dell’evidenza. La sintesi a priori proposta da Kant va riletta riconoscendo che è motivata dalla manifestazione obiettiva del rapporto e non dalla legge soggettiva del pensiero. L’obiettività del rapporto tra i termini si impone da sé, si tratta di un’evidenza che si dà alla coscienza con il presentarsi dei termini stessi. Per confutare il materialismo compone la Logica (1894); opera principale il Corso di filosofia di San Tommaso d’Aquino, corsi tenuti a partire dal 1892.

Il movimento neoscolastico milanese (Gemelli, 1878-1959; Francesco Olgiati, 1886-1962; Amato Masnovo, 1880-1955), consolidatosi con l’apertura della Facoltà di filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, condivide con Lovanio la linea del dialogo con la modernità, superando il tomismo monolitico delle 24 Tesi e rivolgendo molta attenzione al problema gnoseologico (analisi del modo di intendere l’evidenza e le verità di evidenza immediata). Questo evitando gli estremi del soggettivismo idealistico e del realismo assoluto. La scuola attiva altresì un forte confronto critico prima col positivismo, quindi con l’idealismo di Croce e Gentile. Sottolinea che la filosofia neoscolastica ha carattere di filosofia perenne, che recupera l’oggettività e la realtà della conoscenza, mentre respinge il monismo positivista e idealista con l’affermazione della dualità di Dio e mondo, di spirito e corpo. Il mondo ha una sua struttura autonoma, ma il divenire degli enti è reso possibile dall’Essere assoluto e che non diviene. La mente dell’uomo è legata alla conoscenza sensitiva, ma possiede facoltà, con cui si eleva alla verità dei primi principi. Il corpo è un vincolo per l’anima, ma altresì uno strumento decisivo per raggiungere i fini ideali della vita e della convivenza civile. Si propongono come figure di riferimento anche S. Agostino e Dante Alighieri, che viene sottratto alla lettura in chiave nazionalistica dell’esule politico ribelle alla linea del curialismo guelfo.

Agostino Gemelli, psicologo, medico, manifesta in gioventù interesse per i grandi temi sociali, interpretati in chiave socialista. Poi si converte ed entra nell’Ordine dei Frati minori. Fonda l’Università Cattolica nel 1919 e l’Istituto di psicologia sperimentale, fa studi di psicologia applicata. Diviene Presidente della Pontificia Accademia delle scienze. Compie una mediazione fra la cultura idealistica, avversa alla psicologia e la psicologia stessa. Si prodiga nel tentativo di fondare la ricerca psicologica sulle tesi dell’impianto neotomistico. Ha fondato nel 1909 l a Rivista di filosofia neoscolastica. Fra le sue opere Nuovi orizzonti della psicologia sperimentale (1924) e Introduzione alla psicologia (1947).

Accanto alla preminente linea ermeneutica ed apologetica si pone quella storico-filosofica che si occupa del testo dei pensatori medioevali, della sua costituzione, trasmissione e ricostruzione critica su basi documentarie. In quest’ambito si distingue Etienne Gilson (1884-1978), docente a Lilla, Strasburgo, alla Sorbona, al Collège de France, a Toronto. Nel 1926 fonda la rivista Archives d’histoire doctrinale et littéraire du moyen age. Pubblica via via Il tomismo (1919), La filosofia del Medio Evo (1922), Lo spirito della filosofia medioevale (1932). Sostiene teoreticamente un realismo metodico, fondato sull’approfondimento delle implicanze del concetto di essere proprio di San Tommaso (L’essere e l’essenza, 1948), Il filosofo e la teologia (1960).

Negli anni trenta si svolge una discussione a più voci sulla possibilità di esistenza di una filosofia cristiana. Per Gilson lo si può dire per “ogni filosofia che, pur distinguendo formalmente i due ordini, consideri la rivelazione come un ausiliario indispensabile della ragione, quale si è realizzata storicamente non solo in San Tommaso, ma anche in S. Agostino, San Bonaventura, Duns Scoto”. Giudizio condiviso anche da J. Maritain, mentre E. Bréhier, medievista, nel 1928 in un intervento ha formulato in merito una risposta negativa : tra una filosofia autonoma e una dottrina rivelata si è sempre optato per gli articoli dl credo cattolico. Anche per Léon Brunschvicg si è solo voluto battezzare Aristotele, che rimane irriducibilmente pagano.

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