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Urbi et Orbi

CON IL GIUS

PAOLO CREMONESI - 13/07/2018

La tomba del Gius al Monumentale di Milano

La tomba del Gius al Monumentale di Milano

Ogni volta che torno al Nord con un Freccia Rossa e ‘cambio’ alla stazione Garibaldi per raggiungere Varese, mi ritaglio un’ora di tempo, tra le varie coincidenze, per andare a pregare al Monumentale di Milano. Con tre fermate di tram raggiungo la tomba di don Luigi Giussani anche se tra i grandi vialoni sono sepolte tante persone che hanno segnato la mia generazione: Giorgio Gaber, Guido Crepax, Enzo Jannacci, Sergio Bonelli, Candido Cannavò, Enzo Tortora…. Senza dimenticare ovviamente Alessandro Manzoni, Salvatore Quasimodo, Arturo Toscanini.

Lo spazio del cimitero è impensabilmente vasto, 250.000 metri quadri, in cui quasi ci si perde; sculture, spesso di grandi artisti, abbelliscono le tombe.

Poche le persone. Non hanno lutto in faccia, come se il tempo avesse trasformato il dolore. Piuttosto, gli leggi sul viso come una pace tranquilla: si va a trovare quelli che se ne sono andati, nella quieta, composta certezza che non resteranno separati per sempre. Gruppi di turisti con guida al seguito si aggirano tra gli spazi. Qualcuno prega, altri fotografano.

La tomba del ‘Gius’ è in fondo al viale centrale, a sinistra. È una specie di parallelepipedo aperto per metà e per metà in alto circondato da una lastra di vetro con la scritta”Oh Madonna, tu sei la sicurezza della nostra speranza”. Ci sono sempre fiori freschi, a differenza di altre sepolture. Sulla destra la possibilità di lasciare brevi intenzioni. Una giovane signora e io siamo gli unici presenti.

Arriva un gruppo di turisti, molti giovani. La guida presenta la tomba dicendo: “Qui è sepolto don Luigi Giussani il fondatore di Comunione e liberazione, movimento che vuole portare i valori cattolici in politica”.

Guardo la signora e insieme sorridiamo sconfortati. Chissà quanti anni ci vorranno per scrostare dall’immagine pubblica quel binomio avvelenato cucito dai media. Quanto tempo per riportare in superficie la natura di Cl, quell’impeto a fare conoscere Cristo al mondo che invadeva Giussani salendo negli anni cinquanta le scale del liceo Berchet.

Verrebbe quasi voglia di correggere a voce alta la guida ma un ragazzo tra i più giovani si mette a gridare: “Guardate l’arcobaleno!”. In effetti i raggi del caldo sole di Giugno, attraversando il vetro superiore della tomba, hanno prodotto un grande arco di colori.

E allora è un tutt’uno di foto, selfie, mani che accarezzano la bara per catturare un arancione o un verde. Penso che da lassù il Gius sia contento di questa festa colorata e di quella bambina del gruppo che lesta lesta, mentre tutti sono alle prese con gli smartphone, infila un bigliettino nella teca delle intenzioni. Che cosa gli avrà domandato, lei che il Gius non l’ha mai incrociato e conosciuto?

Torno lentamente verso l’imponente cancello principale. Lieto e grato di avere incrociato tanti anni fa una storia che continua ancor oggi. E che ha bisogno solo del cuore di una bimba per poter farsi incontrare.

Buone vacanze!

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