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Opinioni

STAZIONI, OCCASIONE PERDUTA

ROBERTO MOLINARI - 06/09/2018

stazioni-varese-613917-610x431I fatti, come si sa, sono noti. Una manina anonima qualche settimana fa ha scritto un emendamento in Senato al decreto “milleproroghe” che sposta al 2020 i fondi per i cosiddetti progetti per le “periferie” frutto del bando del governo Renzi e delle decisioni del successivo governo Gentiloni. Scritto così sembrerebbe cosa di poco conto e per niente di interesse varesino. Ma non è così.

Appena insediati, la Giunta Galimberti, facendo lavorare gli Uffici come non mai, ha posto in essere le basi per partecipare al bando che destinava cospicui fondi a chi presentava progetti per il risanamento delle proprie periferie. Si aveva solo un mese e la corsa contro il tempo è stata una scommessa. Varese, superando un certo scetticismo delle opposizioni, non solo ha presentato il progetto rispettando la scadenza, ma è risultata anche tra le città che sono state premiate ottenendo il massimo di finanziamento possibile e cioè ben 18 milioni di euro, somma che, a memoria d’uomo, mai si è vista destinare dallo Stato a Varese.

Devo dire che fin dall’inizio una certa opposizione presente in consiglio comunale ha inteso il proprio ruolo non come stimolo all’azione amministrativa di maggioranza, ma come semplicemente la manifestazione del livore per una sconfitta che si riteneva non potesse mai avvenire traducendo la propria azione in richieste inaccettabili e in giudizi che nulla avevano a che fare con il progetto stesso e, soprattutto, con la valenza strategica di una operazione di risanamento di un area abbastanza degradata adiacente al centro cittadino.

Aggiungo un ulteriore elemento di riflessione frutto della mia memoria. È dagli anni 80’ che nella città capoluogo si sente parlare di un intervento che deve riguardare il comparto stazioni. Prima si parlava di unificazione delle aree e delle stazioni. Poi si è provveduto a mettere in essere accordi di programma che avrebbero dovuto portare ad investimenti su di un’area pubblico/privata per quasi 150 milioni di euro. Ma tant’è, a distanza di tanti anni e, soprattutto, in un tempo di governo leghista durato oltre 20 anni quel comparto non ha avuto nessun tipo di intervento e tutto è rimasto lettera morta frutto certamente dell’indecisione politica, ma anche della crisi economica e, soprattutto, dall’assenza di realismo nei progetti presentati (che ci sono costati diverse centinaia di migliaia di euro) e forse per questo neanche lontanamente apprezzati dagli stessi investitori che si voleva attrarre.

Ho voluto partire da queste premesse perché sono reduce, nel momento in cui scrivo, da un consiglio comunale che, per quanto mi riguarda, ha avuto toni per certi versi surreali, poco comprensibili e talvolta imbarazzanti.

Provo a spiegarmi.

L’amministrazione Galimberti, a fronte della manina anonima che ha spostato al 2020 il finanziamento ha inteso, da un lato, mettere in salvaguardia l’inizio dei lavori previsti per il 2019, accedendo ad un prodotto finanziario della Cassa Depositi e Prestiti per questo tipo di bando, per 5 milioni di euro e, secondo elemento, si è voluto portare all’attenzione del consiglio comunale una mozione che stigmatizza il comportamento del Governo e chiede al Parlamento di ritornare sui propri passi rispetto allo spostamento del finanziamento previsto.

Questi i due punti essenziale e più importanti rispetto a tutti gli altri previsti per la convocazione del consiglio comunale e di cui il Sindaco e la Giunta chiedevano l’approvazione.

Ora, non voglio dilungarmi nel raccontare e nel descrivere le opposizioni portate alla convocazione dell’assise comunale. Una assise che doveva essere convocata appena possibile proprio perché c’è la necessità di tutelare l’azione amministrativa e portare avanti le proteste nei confronti di un atto che appare come la negazione di tutti i comportamenti corretti e i rapporti che dovrebbero intercorrere tra Stato e amministrazioni locali.

Aggiungo due ulteriori elementi di informazione che mi pare importante e fondamentale per dare delle coordinate utili ai lettori.

Lo spostamento al 2020 operato al Senato dalla “manina anonima” mette in difficoltà i 120 comuni che sono stati premiati proprio in ragione dei loro progetti di risanamento delle periferie ed inoltre, altro dato da tenere in conto, i 120 comuni sono rappresentativi di tutte le forze politiche tant’è che in Veneto i comuni interessati sono anche leghisti e oggi, anche loro, si stanno muovendo con ANCI e quindi anche come il Comune di Varese, per protestare veementemente contro questo atto di rinvio che appare non solo una prevaricazione ingiustificabile, ma anche un tentativo surrettizio per recuperare risorse economiche da destinare al reddito di cittadinanza o alla flat-tax, ma sottraendole a chi, su questi progetti, ha speso il rilancio del proprio territorio.

Secondo aspetto che a me pare importante sottolineare per dare una completa informazione a chi legge. L’Amministrazione Galimberti ha firmato un accordo con il Governo per il finanziamento dei 18 milioni a fondo perduto per l’intervento nel comparto stazioni e questo accordo, contratto, ha non solo la firma, il timbro (come si usa dire) di Governo e Amministrazione comunale, ma ha anche l’assenso (la bollinatura) della Corte dei Conti e della Ragioneria dello Stato. E questi ultimi due sono gli enti preposti a confermare la correttezza dell’azione contabile e la certezza del finanziamento. Non solo, abbiamo già rispettato i tempi richiesti nel contratto e consegnato al Ministero il progetto esecutivo.

Bene, come scrivevo poc’anzi, penso di aver assistito ad un consiglio comunale che ha toccato per certi versi toni surreali. Io sono uno che ha fatto dieci anni di opposizione e che si è trovato a votare molte volte contro le proposte della maggioranza e altre volte a favore. Ovviamente questo l’ho fatto perché ho sempre cercato di entrare nel merito delle decisioni e perché ho sempre pensato che si deve ragionare con una domanda in testa “cosa farei se fossi al governo della città? cosa farei per migliorare la proposta? Quale è, in questo momento, l’interesse della città?”.

Bene questo modo di ragionare mi ha sempre permesso di non assumere mai comportamenti “talebani” e soprattutto di rifiutare la logica leghista del “ho vinto, quindi comando”, ma del credere e continuo a crederlo che chi vince le elezioni non deve comandare, ma bensì governare e quindi avere la capacità anche di raccogliere le motivazioni e le ragioni di chi è all’opposizione.

Paradossalmente ho assistito ad un consiglio comunale dove l’opposizione ha perso la grande occasione di dimostrare di essere responsabile e di sapersi unire alla città e all’interesse superiore della città rispetto alle posizioni di parte.

Ho assistito ad un consiglio comunale dove sono state sollevate eccezioni regolamentari, eccezioni formali e altre motivazioni più o meno ragionate, poche a dire il vero queste ultime.

Ho assistito ad un consiglio dove la Lega, vera fautrice del non dialogo, ha rinunciato a condividere la posizione dei comuni leghisti in Veneto e degli altri 120 comuni italiani e quindi anche di Varese per mero spirito di rivalsa politica nei confronti dell’amministrazione che l’ha sconfitta nel 2016. Ho visto la Lega rinunciare alla difesa degli interessi locali e del territorio per sposare il centralismo decisionale della maggioranza giallo verde.

Ho visto rinunciare all’interesse della città per nascondere l’insuccesso rispetto a 23 anni di governo e di incapacità nel porre anche solo un primo mattone a favore di un comparto urbanistico ormai degradato e necessario di interventi di sicurezza.

Ma ho visto anche l’incapacità di un’opposizione che si vuole minoranza di cogliere l’attimo politico e costruire un atto politico condiviso e foriero di possibili sviluppi soprattutto in chi si vuole civico e distante dalle logiche partitiche e di fazione.

Ho visto la Lega egemone sui suoi alleati minori incapaci di costruirsi una posizione politica autonoma in grado di rappresentare l’interesse della città e subire il desiderio di rivalsa di chi non è riuscito a fare un solo intervento significativo sul piano urbanistico in 23 anni di governo e ha passato gli ultimi dieci anni a costruire posizioni politiche oltranziste e “talebane” incapaci di portare al dialogo con quella che era opposizione e che oggi governa e sa governare.

Ho visto la Lega sostenere la tesi che è corretto togliere 18 milioni a Varese e l’ho vista sostenerlo per partito preso. Per pochezza politica e per incapacità e per il rancore verso chi oggi governa.

Ho visto la Lega egemone al Governo di Roma presente in consiglio comunale e farsi interprete, attraverso i suoi consiglieri comunali, dell’interesse di parte, quello “partigiano” rispetto alla possibilità di rilanciare Varese e di recuperare dal degrado una parte importante della città.

Insomma, mi sarei aspettato un atteggiamento diverso, politicamente maturo, capace di aprire orizzonti perché la politica non è mai statica, ma è, invece, in continua evoluzione e movimento.

Insomma, ho visto un’occasione persa, non per chi governa, ma per la città.

Roberto Molinari, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Varese

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