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Sport

IDEE STRAVAGANTI

ETTORE PAGANI - 06/09/2018

skyIn attesa del concretarsi dei risultati di calcio, al momento ancora in divenire, qualche presa di posizione in fatto di giudizi su altri eventi sportivi non poteva mancare. Soprattutto se configurano dei discreti spropositi.

E cominciamo a considerare stravagante la definizione dei campionati di calcio come i più belli di ogni epoca.

Sicuramente lo possono essere stati in fatto di organizzazione se non la migliore certamente ottima ma sotto il profilo tecnico ogni contenuto positivo come si è voluto dire, è assolutamente fantascientifico in negativo basta poco in linea generale a dimostrarlo.

Un mondiale che arriva ai turni finali senza le squadre più forti del pianeta non può certo rappresentare qualcosa di buono; insomma che Argentina, Brasile, Germania, Portogallo e Spagna abbiano dovuto approdare neanche a una finale non può essere fatto irrilevante per il livello generale del torneo.

Se poi si aggiunge che tutte le più forti sono state eliminate non per maggior qualità delle avversarie ma per propria mediocrità è fatto che non può che approfondire il giudizio negativo.

La Francia messa in campo da Deschamps cioè secondo i canoni fatti sempre propri del suo allenatore quando era un difensore duro, tenace e talvolta anche falloso quando giocava si è meritata una giusta lode, per il resto tutto è da giudicare.

La stessa Croazia pur valida nel gioco è mancata in pieno al richiamo finale con quei due goal forniti – su un piatto di argento – proprio alla vincitrice.

Un campionato sicuramente indegno, quindi, da lodi eccessive che pure si sono sprecate.

***

Decisamente strana nel ciclismo ancora più in quanto proveniente da competenti, l’affermazione fatta in tv che vuole attribuire la mancanza di scalatori di valore verificatasi nel tour 2018 alla media troppo veloce tenuta dai corridori durante ogni tappa anche nei tratti piani tanto da non lasciare forze sufficienti agli scalatori per imporsi nei tratti di montagna, cosa strana si diceva di fronte all’evidente inferiorità di tutti rispetto al chiaro dominio della Sky vera vincitrice del 2018.

È stata, insomma, una forma di resa attuata dagli altri con una notevole soggezione legittima e comprensibile anche alla luce della presenza dei due massimi contendenti entrambi in maglia Sky, logicamente ben lungi dal farsi concorrenza ma, invece, opportunamente impegnati a comportarsi da colleghi tendenti a facilitare il lavoro di squadra.

Del resto che ci si potesse ancora comportare da scalatori l’aveva dimostrato proprio tempo prima Froome nel Giro d’Italia piantando tutti in arrampicata per volare alla vittoria di tappa e quindi finale.

Volendo andare più lontano nel tempo non v’è chi non ricordi le fughe isolate verso le vette di Merckx, Bartali, Coppi, Kubler e chi più ne ha più ne metta inseguiti, senza esito, dagli altri pur impegnati al massimo delle forze.

È fuori da ogni logica, dunque, l’ipotesi di una mancanza di scalatori isolati dipendente dalla velocità di tutti gli altri alla quale sarà pur necessario almeno cercare di porre rimedio anziché limitarsi, come è stato nel Tour 2018, a subirla.

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