Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Parole

INHUMANITAS

MARGHERITA GIROMINI - 21/09/2018

La protesta di Lodi

La protesta di Lodi

Si sono riaperte le scuole con l’annuale strascico di problemi a cui non si pongono mai sufficienti rimedi ma …a una storia di scuola come questa che vi racconto non ero e non sarò, credo, mai preparata.

Perché non pensavo che sotto i nostri occhi di cittadini lombardi, degli abitanti della più ricca regione italiana, potesse manifestarsi una volontà così ostinatamente persecutoria nei confronti di bambini regolarmente iscritti alla scuola ma, ahimè per loro, “stranieri”!

Succede a Lodi.

Gli amministratori comunali della città hanno provveduto qualche mese fa a modificare il regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate.

La delibera approvata dalla maggioranza di centrodestra prevede che “ai fini dell’accoglimento della domanda” vengano considerati “anche i redditi e i beni immobili o mobili registrati disciplinati dall’articolo 816 del Codice civile, eventualmente posseduti all’estero e non dichiarati in Italia”.

In un altro comma si precisa che “i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea devono produrre – anche in caso di assenza di redditi o beni immobili o mobili registrati – la certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato esterno, corredata di traduzione in italiano legalizzata dall’Autorità consolare italiana che ne attesti la conformità”.

In caso contrario, per l’accesso alla mensa scolastica si dovrà pagare il massimo delle tariffe, cioè 5 euro a pasto al giorno.

Il problema è che in alcuni di questi paesi è molto difficile, se non impossibile, ottenere questo tipo di documenti.

“Abbiamo provato e abbiamo speso soldi”, hanno detto alcuni dei genitori interessati a produrre la documentazione richiesta, intervistati dal quotidiano Repubblica, “ma in Senegal o in Egitto è impossibile avere quel tipo di documenti”.

La sindaca Sara Casanova, leghista a capo di una giunta di centrodestra, ha replicato senza mezze misure che lei applica la legge (prodotta ad hoc dalla sua maggioranza) e dunque, “Chi non è in regola o paga o trova altre soluzioni”.

Il presidente della Regione Lombardia, a sostegno della sua scelta, ha aggiunto che, se si vuole, basta andare in consolato e la dichiarazione la si ottiene subito.

Facile?

Al momento solo 4 famiglie su 94 sono riuscite a rispondere alla richiesta del Comune. Perché in numerosi paesi extraeuropei non esiste ancora un catasto informatizzato.

Intanto un’Associazione di Studi Giuridici sull’Immigrazione, insieme ad altre, ha presentato ricorso al tribunale di Milano contro il regolamento dell’amministrazione di Lodi “discriminatorio ai sensi del diritto nazionale e/o del diritto Ue”.

Qualche giorno fa a Lodi si è svolta una manifestazione di protesta con la partecipazione di famiglie sudamericane e arabe. Hanno segnalato che diversi tra i genitori in difficoltà per tale richiesta in segno di protesta non hanno mandato i figli a scuola.

Perché mi ha colpito tanto questa vicenda?

Perché ero convinta che tutti si fosse d’accordo sull’applicazione dei principi universali tra cui spicca il diritto all’istruzione per tutti gli esseri umani ritenuti “uguali” dai tempi ormai lontani delle rivoluzioni americana e francese.

Perché io credevo che, almeno nel nostro progredito Occidente, per ogni bambino valesse la Convenzione per i diritti dell’infanzia approvata nel 1989.

Perché ero certa che nei confronti dei minori tutte le nazioni civili mettessero in atto una particolare tutela a supporto dell’infanzia, considerato che l’istruzione è uno dei pochi mezzi a disposizione per combattere la povertà.

Mi ripeterò con l’invito che ho già richiamato in passato su queste pagine: restiamo umani!

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login