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Opinioni

TASSA DI SCOPO

ARTURO BORTOLUZZI - 21/09/2018

tassaIl Comune di Varese ha attivato la Tassa di scopo. Questa dovrebbe sostenere le attività turistiche e dovrebbe, quindi, poter fornire i soldi al Comune perché lo stesso possa intervenire in tutti i momenti in cui il danaro conseguito attraverso la nuova tassa dovrebbe servire.

Abbiamo in passato fortemente criticato il Comune di Varese perché lo stesso aveva rinunciato a coinvolgere i Comuni dell’area varesina che ospitavano luoghi di cultura ovvero di interesse naturalistico, perché ognuno potesse attivare una Tassa di soggiorno, coinvolgendo o interessando anche la Regione Lombardia, perché potesse fare tutte le iniziative conseguenti ai sensi dell’Art. 4, Dlgs n. 23/2011. Ciò non è stato fatto, e il Comune di Varese ha voluto attivare da solo una tassa di scopo. A questo punto, mi chiedo quale comportamento ci dovremmo attendere da ogni albergo presente nel Comune per il maneggio del danaro che dovrebbe essere corrisposto all’ente pubblico. Segnalo, a questo proposito, la sentenza n. 19654 della Cassazione Sezione unite civili.

L’albergatore che incassa per conto del Comune l’imposta di soggiorno da coloro che alloggiano nella propria struttura ricettiva, con obbligo di versarla successivamente all’ente locale, ha infatti un rapporto di servizio pubblico con l’Amministrazione e, per via del maneggio di denaro pubblico, è obbligato alla resa del conto, ricoprendo di fatto la qualifica di agente contabile.

Pertanto, se questi non versa quanto incassato si configura una forma di responsabilità erariale e sussiste la giurisdizione della Corte dei conti. L’albergatore aveva cercato di contrastare l’identità di soggetto pubblico che gli è attribuita dal Comune, perché rivendicava unicamente un suo ruolo privatistico, evidente anche per la mancanza di una legge che ponga a carico degli albergatori una prestazione a carattere patrimoniale consistente nell’esazione dell’imposta, nella sua contabilità e nel successivo versamento delle casse comunali.

Il rapporto tra albergatori e Pubblica amministrazione dovrebbe considerarsi prettamente civilistico. La Cassazione non ha, invece, avvalorato il comportamento dell’albergatore, statuendo che l’attività di accertamento e riscossione dell’imposta comunale ha natura di servizio pubblico e l’obbligazione del concessionario di versare all’ente locale le somme a tale titolo incassate ha natura pubblicistica», venendo in rilevo un «rapporto di servizio, in quanto il soggetto esterno si inserisce nell’iter procedimentale dell’ente pubblico, come compartecipe dell’attività pubblicistica di quest’ultimo». Inoltre, prosegue il Collegio, il mero maneggio del denaro nel periodo compreso tra la riscossione e versamento, comporta l’obbligo di resa del conto, determinando la qualifica di agente contabile, sussistendo per ogni relativa controversia, pertanto, la giurisdizione della Corte dei conti.

Quindi, ho scritto al sindaco del Comune di Varese per conoscere quale sia stato il comportamento degli albergatori varesini. Questi hanno tutti regolarmente pagato? Quale è stata la frequentazione degli alberghi varesini durante quest’anno? È aumentata la frequentazione della città per via della attivazione della ferrovia Arcisate-Stabio? C’è stato un aumento dei visitatori per via della Fiera della Città di Varese alla Schiranna? Sappiamo quali attività abbiano svolto i turisti varesini, da quale paese provenissero, quali mezzi usassero per muoversi? A quanto ammontano i soldi pagati dagli alberghi al Comune di Varese? Riguardo alla Gran fondo ho domandato quanti turisti abbiano frequentato gli alberghi e quali iniziative siano state assunte per i prossimi eventi da parte delle associazioni professionali? Ho chiesto se oltre a quest’ultime il Comune intenda anche coinvolgere e anche informare le associazioni formanti il terzo settore varesino.

Il sindaco in passato malgrado avessi chiesto, anche mezzo stampa, di essere sentito in proposito, inaspettatamente ha voluto non coinvolgermi perché intendeva solo rapportarsi con le associazioni di categoria. A nulla sono servite le mie rimostranze.

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