Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Opinioni

ARMIAMOCI E PARTITE

VINCENZO CIARAFFA - 21/09/2018

difesaL’Italia è l’unico Paese al mondo dove esercitare il sacrosanto diritto di difendere la propria vita e i propri beni è ritenuto disdicevole e, talvolta, addirittura contro la legge. Ciò a causa di una politica folle in fatto di diritti e doveri, e di una magistratura che su questo tema ha mostrato di avere le idee poco chiare, tentando di occupare spesso spazi che non le competono.

È, infatti, di questi giorni, di queste ore, lo scontro sulla legittima difesa tra il ministro dell’interno Interni Matteo Salvini e il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Francesco Minisci. A scanso di equivoci interpretativi riportiamo, come da comunicato Ansa del 15 settembre scorso, quanto pubblicamente dichiarato dal Minisci: «Quello sulla legittima difesa è un disegno di legge di cui non avevamo bisogno (ndr: nostro il corsivo) e che può essere molto rischioso. La legge regolamenta già in maniera adeguata tutte le ipotesi di legittima difesa. Se approvato, rischierebbe addirittura di legittimare reati gravissimi, fino all’omicidio […] Non si può prescindere dal principio della proporzionalità fra offesa e difesa e dalla valutazione, caso per caso, del giudice: se un soggetto minaccia di schiaffeggiarmi o di sottrarmi un bene, io non posso reagire sparandogli; se, da fuori casa, vedo un tizio che si arrampica sul mio balcone, non posso essere autorizzato a sparargli».

Ebbene, se il presidente dell’Anm voleva fare affluire acqua al mulino della tesi di Salvini sul tema della legittima difesa, secondo noi non poteva trovare parole più acconce di quelle riportate dall’Ansa. Da quando in qua, in una repubblica parlamentare, dove il Popolo e il Parlamento sono sovrani assoluti, è l’associazione dei magistrati a stabilire se e quando i cittadini hanno bisogno o meno di una legge? Da quando in qua uccidere chi voglia ucciderci è un omicidio e non, invece, legittima difesa? Chi può stabilire a priori quale sia la giusta proporzionalità tra offesa e legittima difesa, dal momento che la percezione dell’offesa e del pericolo è intimamente connessa a fattori emotivi, operativi e ambientali, di volta in volta diversi, in soggetti non allenati a gestire le proprie emozioni?

Ma anche chi non ha questo tipo di allenamento ha, evidentemente, innato il diritto fondamentale di potersi difendere. Tale diritto è più o meno sentito a seconda di come funziona lo Stato in materia di sicurezza: se lo Stato funziona, i cittadini non avvertono la necessità impellente di dover provvedere da soli alla propria sicurezza!

Pertanto, Salvini ha avuto gioco facile a rispondere a stretto giro di posta che «Il sindacato dei magistrati (che non è un sindacato in verità) oggi ha attaccato le proposte di legge della Lega sulla legittima difesa perché inutili e rischiose. Invasione di campo? Tutto normale? Io tiro dritto, la difesa è sempre legittima».

Tesi entrambe estremistiche, quelle di Salvini e dell’Anm, perché nessuna delle due visioni sulla difesa chiarisce in modo netto quando essa è anche legittima.

E lo crediamo bene perché, se “legittimo” significa conforme alla legge, è come se in Italia, in pratica, non esistesse una legge sulla legittima difesa, perché quella operante è a dir poco incomprensibile. Infatti, se un normale cittadino cerca di districarsi nel Codice Penale – che dovrebbe essere leggibile da tutti e non soltanto dagli avvocati – per capire qualcosa sulla legittimità della difesa è costretto ad andare all’articolo 52 e successive, complicate modifiche.

Il risultato che otterrà, però, sarà quello di non capirci niente, tanti sono i commi, sotto commi e dirimenti che sostengono tutto e il contrario di tutto sui principi e sulle modalità che rendono legittima la difesa personale. D’altronde recenti e clamorose sentenze della magistratura non hanno di certo rischiarato il panorama giuridico sul delicatissimo tema.

Vogliamo parlare del macellaio di Legnaro, Walter Onichini, condannato a quattro anni di carcere per avere sparato al ladro albanese che gli era entrato in casa per rapinarlo, ladro che ha dovuto anche risarcire con 24.000 euro?

Oppure vogliamo parlare di Mirco Franzoni, condannato a nove anni per avere ucciso il ladro albanese penetrato in casa del fratello? E che cosa dire di Ermes Mattielli, l’artigiano che aveva ferito i due rom che cercavano di rapinarlo?

In quella vicenda la magistratura superò veramente se stessa poiché condannò Mattielli a cinque anni di carcere e al risarcimento di 135.000 euro, soldi che il poveretto neppure aveva. Infatti morì di crepacuore subito dopo.

Sicché si è venuta a creare una situazione di kaos perfetta: il ministro vuole una legge che autorizzi espressamente il cittadino a difendersi; la maggioranza del popolo vuole questa stessa legge; l’associazione dei magistrati, che avrebbe in futuro il compito di applicare questa legge, sostiene, invece, che non ve n’è bisogno.

Ciò mentre l’unica forza di opposizione alla legge in predicato, il Pd, urla al far west con il deputato Carmelo Miceli: «L’Italia rischia di trasformarsi in un Farwest in cui ci guadagnerà solo la lobby delle armi, perché chi reagirà arbitrariamente e con sproporzione continuerà ad essere processato e condannato».

Chissà che cosa di originale volesse dire Miceli, il quale ha dimenticato che a proporre la modifica dell’articolo 52 del Codice Penale in senso (comicamente) largheggiativo sui casi di legittima difesa fu proprio il governo Gentiloni, e quindi il Pd, appena l’anno scorso.

Tutto ciò è deprimente perché l’argomento è di quelli che – nel bene o nel male – possono cambiare i connotati di una società e, pertanto, andrebbe affrontato in modo corale. E, invece, stiamo lasciando a Matteo Salvini l’esclusiva della soluzione di un problema – quello della compromessa sicurezza personale – che realmente esiste e che i cittadini pongono in diretta relazione con l’immigrazione selvaggia. E paradossalmente una legge che regolamenti l’immigrazione e in qualche maniera tuteli la sicurezza, aiuterebbe i cittadini a sentirsi più sicuri a casa propria e a non percepire ostile o causa delle loro insicurezze coloro che vengono da fuori.

L’Anm, le opposizioni, questo governo e anche la Chiesa farebbero bene a riflettere su quest’ultimo punto con una massiccia dose di realismo. Il non averlo fatto fino a oggi, probabilmente l’anno prossimo metterà l’Unione europea in mano ai cosiddetti populisti che, a volere essere intellettualmente onesti, sono soltanto cittadini che non ne possono più di essere governati in base ad astratti principi e non, invece, in base alle loro necessità pratiche o se preferite di real life.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login