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Cultura

NEOKANTISMO NEL BADEN

LIVIO GHIRINGHELLI - 21/09/2018

Wilhelm Windelband

Wilhelm Windelband

La scuola del Baden, fiorita ad Heidelberg, pone al centro della sua speculazione il problema dei valori e ha in comune con quella di Marburgo l’avversione nei confronti dello psicologismo. Il primato è qui accordato alla nozione di valore e al piano normativo.

La filosofia per Wilhelm Windelband (1848-1915) è la scienza dei valori universalmente validi e nel solco dell’indagine kantiana investe non già la realtà come tale, ma i valori in base ai quali noi giudichiamo che qualcosa è vero, bello e buono.

Per Heinrich Rickert (1863-1936) (L’oggetto della conoscenza,1892) il dover essere si impone primariamente sull’essere; i valori sono intemporali e indipendenti dai contenuti della coscienza: il vero non è tale perché rifletta la realtà, ma la realtà è vera perché si riferisce al valore della verità; giudicare significa sempre valutare, riferirsi a valori validi. Di qui il rovesciamento della visione tradizionale.

Si parte non dalla conoscenza scientifica come a Marburgo, bensì dallo statuto della conoscenza storica e delle scienze della cultura. Nell’Introduzione alle scienze dello spirito (1883) Windelband mette in discussione l’idea di una contrapposizione tra lo spirito e la naura. In polemica con Dilthey nel 1894 afferma che la distinzione tra le scienze idiografiche (che studiano il mondo umano, il mondo dell’individuale e dello storico) e le scienze nomotetiche (che studiano la natura, il regno delle leggi e dei nessi causali) è puramente metodologica.

Rickert agli inizi del Novecento mette a fuoco la natura della concettualizzazione propria della conoscenza storica in contrasto con quella delle scienze della natura. La conoscenza dell’individuale storico non ricade sotto la nozione di legge, bensì implica il riferimento a un valore che conferisce all’eterogeneità empirica un significato, espressione di un senso posto al di là sia dell’ambito psichico del soggetto, sia della realtà dell’oggetto.

Poiché anche le conoscenze per Windelband sono metaindividuali, costituendo una identità trascendentale, simile all’io penso kantiano (è da lui chiamato coscienza normativa). Quanto al campo d’applicazione dei giudizi, mentre la necessità naturale non può essere diversamente da come è, l’individuale e quindi l’evento è sempre specifico e temporale. Le scienze idiografiche sono storiche, non in quanto è storico l’oggetto, ma in quanto lo è il modo di considerarlo.

Rickert in Scienze della natura e scienze della cultura (1899) rileva che la differenza non è come per Windelband soltanto metodologica, ma che la cultura è caratterizzata dalla relazione ai valori. Gli eventi relativi all’ambito naturale sono spiegati in base alla causalità necessitante; il comportamento umano invece deriva da un’intenzione, da un valore. Valore che è sempre riferito a un singolo oggetto (persona, epoca storica, evento) : la scienza della cultura è scienza individuale. I valori fungono da categorie per la sua comprensione. E costituiscono concetti che non derivano dalla realtà storico-empirica, ma la orientano e l’organizzano, costituendo gli a priori che fondano la scientificità della cultura.

L’individuale diventa rappresentabile mediante la connessione ai valori generali, così non diventa il semplice caso di una legge. Una determinata epoca, una determinata società, una determinata concezione del bene sono comprensibili solo se se ne ha un’idea generale, o meglio del bene razionale, cioè ideale, indipendentemente dalle determinazioni storiche. È presupposta l’esistenza di valori assoluti in funzione metodologica, che orientino la ricerca. Non dipendono dall’osservatore, dalla realtà storica osservata. Sono assolute, eterne, entità metastoriche sottratte al mutamento. Le scienze della natura, che pretendono ad una oggettività e validità assoluta dei loro principi, non sono che un settore dello sviluppo culturale dell’umanità. Sono valori di conoscenza, cui la scienza è pervenuta mediante un cammino di approssimazioni successive.

Alla filosofia non compete stabilire valori, ma analizzarne connessioni e fondamenti, per riconoscerne l’emergere nella storia. Definire i valori concetti implica attribuire loro una funzione conoscitiva. Si approda a una metafisica dei valori e ad una concezione teleologica della storia.

Con il Sistema di filosofia (1921) sono definite sei aree di valori che nell’insieme circoscrivono il sapere umano: logica (verità), estetica (il bello), mistica (la santità impersonale), etica (il bene), erotica (la felicità) e la filosofia della religione (la santità personale), cui corrispondono Weltanschauungen diverse: intellettualismo, estetismo, misticismo, moralismo, eudemonismo, teismo.

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