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Attualità

LA GRANDE OPPORTUNITÀ

GIUSEPPE ADAMOLI - 26/10/2018

Olimpiadi 2026: Governo, proposta è morta quiLe olimpiadi invernali non sono soltanto un grande evento sportivo ma un volano economico per il Paese che li ospita e per i luoghi nei quali si tengono. Questa è la lezione che si può cogliere dalle esperienze fatte ovunque nel mondo. I casi di malaffare, sempre in agguato, non cambiano la realtà.

Per tale ragione la competizione fra Milano-Cortina, Calgary e Stoccolma, le tre candidature rimaste in gara per il 2026, sarà forte e incerta fino all’ultimo. Milano-Cortina è però un binomio di valore assoluto e può vincere la partita.

Milano è un brand di successo, avrà strutture idonee per gli sport al chiuso mentre la Lombardia vanta l’Alta Valtellina dove già si tengono le gare della Coppa del mondo, maschile e femminile. Cortina, dal canto suo, ha il nome di prestigio consolidato e uno scenario di grande bellezza.

Interessanti i risultati dei sondaggi fra le popolazioni locali. Milano 83% di gradimento, Lombardia 71% e Veneto 82% rispetto a Calgary 54% dei canadesi e Stoccolma 49% degli svedesi. Promettente la dichiarazione che viene dal Cio: “Più gradevole andare da chi ti vuole che il contrario”.

L’Agenda 2020 del Cio è senz’altro da apprezzare, vuole i Giochi a basso costo e vuole che il riutilizzo delle nuove strutture per scopi educativi, sociali e sportivi sia delineato e garantito fin da oggi. Così a Milano il villaggio olimpico all’ex scalo di Porta Romana diventerà residenza per universitari e il nuovo palazzetto dello sport di Santa Giulia-Rogoredo potrà ospitare concerti, manifestazioni varie, tennis indoor e basket. Lo stesso dovrà accadere per le strutture in Valtellina e a Cortina.

Quanto alle risorse economiche si sa che il Cio contribuirà con 925 milioni di dollari. Chi metterà i 380 milioni di euro che erano attesi dallo Stato italiano? C’è un impegno della Lombardia, del Veneto, di Milano e anche di Cortina a trovarli in tempo debito con un virtuoso rapporto pubblico-privato ma resta valida la domanda del presidente della Lombardia: “Perché lo Stato si sarebbe impegnato se ci fosse stata Torino ed oggi non più?”

Una contraddizione tutta politica. Torino è uscita da sola, la sindaca Appendino era in difficoltà con il suo consiglio comunale per le incertezze, i freni, le paure dei Cinquestelle che hanno confermato il loro no seriale a tutti i grandi eventi ed opere pubbliche. Meglio così, meglio il tandem Milano-Cortina per molti motivi di organizzazione sportiva e pratica.

Ottimo l’accordo fra Sala, sindaco di Milano, Fontana e Zaia presidenti di Lombardia e Veneto. L’intesa fra rappresentanti di forze politiche diverse era già intervenuta ai tempi di Expò con attori come il governo nazionale, la Lombardia e Milano. Oggi manca l’appoggio di Roma ma c’è fiducia che le resistenze contrarie saranno alla fine vinte.

Sulla Lombardia ci saranno ricadute importanti anche per i collegamenti stradali. Se è esagerato parlare di isolamento della Valtellina è però vero che da molte parti della nostra regione è più facile raggiungere il Piemonte e la Val d’Aosta e, dalla Lombardia est, anche le Dolomiti. Eppure Bormio, Livigno e Santa Caterina hanno tutte le carte in regola per attrarre turisti italiani e stranieri.

Si dice spesso che occorre arrestare lo spopolamento della nostra montagna e cercare di convincere i giovani a restare lassù. Ebbene non cogliere queste occasioni sarebbe imperdonabile. L’Italia ha già pagato duramente il no alle grandi Olimpiadi di Roma. Bello sognare la discesa libera sulla pista Stelvio di Bormio.

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