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Il Mohicano

L’UOMO PERBENE

ROCCO CORDI' - 02/11/2018

balduzziIl 26 ottobre scorso, a Gavirate, grazie alla Associazione Culturale “La città ideale” è stata ricordata la figura e l’opera di Edoardo Balduzzi, varesino e gaviratese, uno dei padri della psichiatria moderna. L’iniziativa ha preso spunto dalla ricorrenza del 40° anniversario della Legge 180 (meglio nota come legge Basaglia) che dispose la chiusura dei manicomi restituendo dignità di persona al paziente psichiatrico. Una legge di riforma che insieme alle tante altre emanate negli anni settanta hanno prodotto cambiamenti epocali veri, sul piano economico, culturale e sociale, consentendo così la “modernizzazione” del Paese.

Come spesso capita negli anniversari il rischio di cadere in un vuoto esercizio retorico o di lasciarsi travolgere dai richiami nostalgici è sempre presente. In questo caso però gli organizzatori hanno saputo coniugare al meglio passato e presente, memoria e attualità, ripercorrendo, con significativi interventi e filmati, le tappe e i cambiamenti profondi nel campo della psichiatria dagli anni sessanta ad oggi. Edoardo Balduzzi e il suo amico e collega Franco Basaglia sono stati pionieri e protagonisti di una stagione in cui, tra mille contrasti e resistenze conservatrici, venne rivoluzionato il concetto di “malattia mentale” e le stesse pratiche curative attuate nei manicomi.

Edoardo Balduzzi fu, negli anni sessanta, direttore dell’Ospedale psichiatrico di Varese (nonché di Torino e Venezia). Poi nella metà degli anni ‘80 fu tra i creatori del GLP (Gruppo di lavoro provinciale per la salute mentale) che vedeva e vede tuttora lavorare insieme i Dipartimenti di Salute Mentale degli ospedali, l’Asl, ma anche associazioni di volontari, di familiari, di utenti e delle cooperative attive nel campo della salute mentale. Nel corso della serata a lui dedicata numerosi sono stati gli interventi di psichiatri, all’epoca allievi di Balduzzi, operatori e associazioni, attivi sul nostro territorio nel campo della salute mentale, che hanno messo in luce pratiche ed esperienze significative, spesso, purtroppo, sconosciute ai più. Non sono mancati i riferimenti anche alle problematiche del loro impegno quotidiano in una fase di estensione delle forme di disagio sociale e alle difficoltà derivanti dalla insufficienza delle risorse finanziarie e strutturali, oltre che dalla insensibilità o disattenzione delle istituzioni locali e nazionali. I servizi esistenti funzionano bene grazie all’impegno di quanti operano con dedizione, animati da spirito solidale e cultura dell’accoglienza. Valori oggi messi in discussione, ma senza i quali è persino difficile immaginare un futuro più sereno per tutti. Preoccupazione e allarme sono stati espressi per il “clima ostile” che si sta diffondendo sia nei confronti dei diritti dei malati psichici che di ogni “diversità” o “alterità” che si manifesta nel sociale (dai migranti ai Rom, agli orientamenti sessuali o religiosi). Un clima di incitamento alla contrapposizione e all’odio che, inevitabilmente, non può che ampliare il disagio sociale e i comportamenti anomali. A questo proposito Lisetta Buzzi-Reschini, Presidente del Co.P.A.Sa.M, (Coordinamento provinciale associazioni per la salute mentale), nel suo intervento ha ricordato la lettera inviata al Presidente della Repubblica a nome delle associazioni. Lettera in cui, richiamando il timore per quanto accade, viene rivolto un appello affinché si agisca tempestivamente e in modo adeguato per arginare spinte e tendenze che possono diventare incontrollabili.

Oltre alla sua attività medico-scientifica è stato ricordato anche il Balduzzi-politico e uomo delle istituzioni (negli anni “80 egli venne eletto nelle liste del PCI prima in Consiglio Comunale a Gavirate poi nell’Amministrazione Provinciale di Varese). Particolarmente significativa la testimonianza di Romano Oldrini (allora Sindaco DC di Gavirate) e le sue parole di elogio nei confronti di un consigliere che dai banchi dall’opposizione (in coppia con l’indimenticabile Cesare Revelli) non faceva mai mancare critiche e proposte ragionate. Balduzzi, pur nella nettezza delle posizioni e delle differenze politiche, ha sempre saputo manifestare rispetto nei confronti degli avversari e coltivare rapporti personali intensi e amichevoli.

Nel periodo dell’impegno di Balduzzi nelle istituzioni elettive, io ero Segretario Provinciale del PCI. Mi piace ricordarlo in tale veste, a maggiore ragione in tempi come questi in cui è sempre più difficile vedere persone impegnate nelle istituzioni con la dedizione e la serietà che gli erano proprie. Lui, pur consapevole delle possibili incomprensioni, sapeva tenere distinto il ruolo “sacro” rappresentato dalla istituzione, dall’appartenenza partitica. Uomo perbene e mite. Una mitezza che non significava arrendevolezza o cedimento, ma forza ragionata per cambiare l’esistente.

Con Balduzzi ho condiviso l’impegno politico in tempi e circostanze non più ripetibili, ma il ricordo di quegli anni, senza venature nostalgiche, può essere uno stimolo per chiunque voglia misurarsi con il presente ridando alla politica e alla sinistra la dignità perduta.

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