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Cultura

TEMPO DI CALANDÀRI

CARLO ZANZI - 23/11/2018

bosinaPuntale, dal 1956, esce a dicembre il Calandàri dra Famiglia Bosina, e siamo al Calandàri par ur 2019. Cosa sia il Calandàri è scritto esplicitamente sull’aletta di copertina: ‘Non è un libro solo in dialetto, non è un libro solo rivolto al passato, non è un libro di nostalgici, non è un libro per vecchi. È il libro varesino con più storia: esce infatti ininterrottamente, ogni anno, dal 1956. È quindi un annuario che vede la collaborazione di giornalisti, storici, uomini di cultura, narratori, poeti. Di cosa parla? Di Varese città, di Varese provincia, del nostro territorio prealpino, letti nel passato, nel presente e nel futuro. Storie, personaggi (per lo più dimenticati) che hanno amato Varese e l’hanno servita con i loro talenti. Troverete spunti di riflessione, idee per la Varese che verrà, analisi competenti e l’attività annuale della Famiglia Bosina, che il Calandàri cura e promuove.’

Riassumere i contenuti del nuovo Calandàri richiederebbe uno spazio considerevole. Mi limiterò a qualche segnalazione, giusto per incuriosire e stimolare l’appetito letterario, il desiderio di conoscere questo volume varesino doc. Intanto partiamo dalla copertina, che è il biglietto da visita: è stato scelto il tema della bicicletta perché nel 2008 si sono svolti i Mondiali di ciclismo a Varese, nel 2009 la valceresina Noemi Cantele (che appare nella foto di copertina) ha vinto due medaglie ai Mondiali di Mendrisio, e perché la promozione della bicicletta come mezzo ecologico per antonomasia è uno dei progetti più caldeggiati dai nostri amministratori.

Fra i personaggi del passato e del presente, rievocati nel libro, abbiamo don Franco Rimoldi, già sacerdote in San Vittore (ricordato da Paola Barlocci), Pippo Gazzotti, grande sportivo e tecnico dello sci nordico (ne parla Carlo Zanzi), Mario Lodi, storico direttore de La Prealpina (descritto dal figlio Massimo), i due poeti dialettali Paolo Rattazzi e Mario Candiani (autore Giuliano Mangano), il critico d’arte Ginetto Piatti e l’ex prefetto Giorgio Zanzi (autrice Federica Lucchini).

Fernando Cova firma un pezzo sulla vita privata di Francesco Tamagno, Luisa Negri ricorda il pittore Giuseppe Montanari, Silvano Colombo mette in pagina il ricordo di suo nonno, Enrico Bianchi, fonditore di campane; ampio spazio all’anniversario della fine della Grande Guerra, con articoli di Livio Ghiringhelli e Riccardo Prando.

Fra i libri presentati, abbiamo il volume di Alberto Pedroli, dedicato alla storia varesina di Comunione e liberazione, argomento toccato anche da Gianni Spartà. Pierfausto Vedani, decano dei giornalisti varesini, firma un pezzo dal titolo ‘Varesini dimenticati e dimenticoni’. Federico Bianchessi Taccioli è autore di due contributi, si parla dell’attrice Claudia Donadoni e di due quadri che nascondono un mistero.

Molti articoli riguardano il territorio varesino, come quello di Fausto Bonoldi (Il furto di chiese e oratori), di Maniglio Botti (Il teatro coperto), di Laura Veroni (la vecchia Sant’Ambrogio), di Ezio Motterle (Dai veicoli a motore alla mobilità dolce), di Giuseppe Redaelli (Da 90 anni non solo stampatori), di Laura Pantaleo Lucchetti (1887-2017: centotrent’anni di Addolorata).

Ambrogina Zanzi, Andrea Giacometti e Alberto Pedroli si soffermano sulla cultura a Varese, sull’iniziativa Nature Urbane. Altri interessanti interventi sono firmati da Roberto Bof, entusiasta animatore e comunicatore dello sport per disabili, Roberto Gervasini (l’inno di Mameli cantato in treno), Luca Graci (il campetto di calcio del Sacro Monte), Mario Zeni, che ha sempre un occhio di riguardo per la Madonna del Monte, Antonio Borgato, il nostro Re Bosino. Infine abbiamo anche un autore che ha preferito usare un nome di fantasia, Oiaki Amzzo, per un simpatico pezzo dal titolo ‘Ruggiero in Insubria’.

Le pagine finali sono come sempre dedicate alle attività della Famiglia Bosina, dalla Giobia, al Carnevale, dalla Girometta alla Festa di San Vittore.

Due le presentazioni del Calandàri. La prima è in programma, come da tradizione, durante la Festa degli Auguri della Famiglia Bosina, giovedì 6 dicembre, alle ore 20, in Salone Estense, mentre la seconda si svolgerà domenica 16 dicembre, ore 10, in sala Montanari (ex Cinema Rivoli) a Varese.

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