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Ambiente

CONTRO IL KILLER SILENTE

ARTURO BORTOLUZZI - 23/11/2018

amiantoL’amianto è un killer silenzioso. Ogni anno in Italia muoiono a causa dell’esposizione a questo minerale circa tremila persone, di cui più di mille a causa del mesotelioma, il tumore dei polmoni che non lascia scampo.

In Italia con la Legge n. 257 del 27 marzo 1992 è stata vietata l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto e di prodotti contenenti amianto. Non è ovviamente bastato a risolvere il problema, perché ne restano nell’ambiente cinque quintali per ogni cittadino, più di 30 milioni di tonnellate.

Con l’intensificarsi di eventi climatici estremi, anche il problema del rilascio di fibre di amianto nell’aria o nell’acqua deve essere guardato in una nuova prospettiva, in quanto eventi come tempeste o alluvioni possono diventare pericoloso veicolo delle stesse.

La Provincia di Varese è la terza provincia per strutture con coperture in amianto: lo rivela il Comitato di Controllo, e le bonifiche vanno al rallentatore. La nota dolente sono i privati, non vi sono sanzioni e inoltre non vi sono contributi regionali.

Quali agevolazioni esistono per supportare la bonifica dell’amianto nell’edilizia privata?

Non tanti, a dire il vero, ma qualcosa si sta muovendo.

Attualmente gli interventi di bonifica dell’amianto godono della detrazione fiscale per le ristrutturazioni edilizie, che per tutto il 2018 continuerà ad essere pari al 50% delle spese sostenute. Tale detrazione è valida sia per interventi su singole unità abitative sia su parti comuni condominiali.

Per le imprese esiste un’altra agevolazione, che consiste nel contributo a fondo perduto concesso da Inail tramite un bando annuale. Il bando è pensato per supportare investimenti per la prevenzione e la sicurezza, inclusi quelli per la rimozione e bonifica dell’amianto nonché il rifacimento del manto di copertura; il finanziamento copre il 65% del costo dell’intervento sino ad un massimo di 130.000 € per azienda.

Nel 2015 il tema amianto è tornato a essere oggetto di normativa, nel Collegato Ambientale alla Legge di Bilancio (Legge 221 del 28/12/2015). Il Collegato prevedeva detrazioni d’imposta per interventi di bonifica e smaltimento dell’amianto, a beneficio di imprese. Tale incentivo fiscale era però riferito solo ad interventi realizzati nel 2016, ed era corrisposto nella misura del 50% delle spese sostenute (per un minimo di 20.000 € a intervento) distribuito in 3 rate di pari importo relative agli esercizi 2017-2018-2019.

Per gli interventi effettuati negli anni successivi il Collegato non prevedeva altri incentivi o crediti d’imposta e ancora non è chiaro se il Governo intenda ripristinare anche questo strumento.

È stato reintrodotto un extra-incentivo nel nuovo Decreto FER, relativo all’incentivazione delle fonti di energie rinnovabili: grazie alla petizione #BastaAmianto sarà inserita “una premialità”, per chi sostituisce i tetti di amianto con pannelli fotovoltaici. Tale premialità era infatti presente nel Conto Energia ma fu soppressa improvvisamente nel 2012.

Il Decreto FER contiene le regole per l’incentivazione delle FER nel periodo 2018-2020.

Nei giorni passati il quotidiano locale della Provincia di Varese ha pubblicato un articolo dove viene intervistato l’assessore alla tutela ambientale del Comune di Busto Arsizio in cui annunciava un dato incoraggiante ma molto parziale e cioè l’eliminazione dell’amianto da 130 edifici. Veniva inoltre garantita la volontà comunale di continuare a perseguire questa strada per poter vincere la battaglia contro l’amianto.

Ho quindi scritto a lui una lettera piena di raccomandazioni e di domande. In particolare gli ho chiesto: se abbia intrattenuto rapporti con la competente ATS che per legge è tenuta a fornire ai cittadini ovvero agli enti pubblici che lo richiedano tutte le informazioni necessarie a denunciare l’amianto presente negli edifici di cui si sia proprietari; se abbia intrattenuto rapporti con altri comuni limitrofi a quello di Busto per poter affrontare in sinergia il tema dello smaltimento dell’amianto; se abbia sentito i sindaci degli altri comuni della Provincia di Varese per sapere quali azioni abbiano esattamente svolto per lo smaltimento dell’amianto; se siano stati individuati edifici in zone ex industriali contenenti amianto; se vi siano difficoltà alla rimozione dello stesso e dove esattamente gli stessi siano; se vi sia un’unica società che sia disposta, per convenzione con il Comune, ovvero con una pluralità di comuni ad asportare e poi a smaltire a condizioni favorevoli l’amianto, ovvero se non vi siano convenzioni, e quindi se i privati abbiano ciascuno fruito di servizi di società diverse;

se concorda con noi che sia opportuno che tutti i comuni della Provincia di Varese (e comunque oltre) si mettano assieme per condurre una battaglia comune allo scopo di poter individuare una società che possa compiere i lavori di cui stiamo trattando in maniera molto conveniente per il cittadino e, quindi, per l’ambiente in cui tutti viviamo; quali risposte (in termini di operatività) siano seguite alle ordinanze emesse dal Comune e quante siano state in totale le ordinanze che siano partite; quali siano esattamente gli edifici pubblici contenenti amianto; se il Comune di Busto abbia concorso ai bandi statali emessi, per togliere l’amianto, ovvero, per sovvenzionare gli enti pubblici a svolgere progetti per eliminare l’amianto in edifici in proprietà; se ATS abbia svolto indagini per segnalare peggioramenti dell’amianto contenuto in immobili privati; quante contravvenzioni siano state emesse nei confronti di privati per il possesso (in precedenza non denunciato) di amianto.

L’assessore non ha risposto molto celermente ma segnalerò quando riscontrerà e che cosa indicherà.

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