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Pensare il Futuro

AUTO IN PRESTITO

MARIO AGOSTINELLI - 30/11/2018

car-sharingLa Corte di giustizia europea ha dichiarato che Uber Technologies – il leader mondiale dei servizi di taxi a chiamata di auto private – è un’azienda di trasporti soggetta alle normative locali pertinenti: i conducenti devono possedere una licenza appropriata per trasportare clienti paganti e, quindi, molti aspiranti ad entrare nella rete di chiamate occasionali sono stati scoraggiati. Negli Stati Uniti, invece, sono avvantaggiati fiscalmente gli appaltatori indipendenti e questo ha ulteriormente accresciuto la congestione del traffico aggiuntivo al trasporto pubblico e ai taxi. Lo Stato di New York, però, ha introdotto un piano tariffario per evitare la congestione della metropoli e ormai in tutto il mondo i governi locali sono sempre più preoccupati degli impatti negativi degli ingorghi e prendono misure per regolamentare i transiti.

Il modello di business iniziale di Uber era focalizzato sull’abilitazione dei privati, possibilmente con patente. Ora, l’aumento delle barriere normative sta costringendo il colosso americano a modificare il modello di business a favore di partnership con operatori di taxi storici, come è avvenuto con l’operatore di taxi tailandese, Howa. Ma l’operazione di alleanza tattica non riesce (per fortuna) con i tassisti europei protetti da una normativa meno permissiva di quella d’oltreatlantico. Così, per allargare il suo fatturato, Uber ha cominciato ad occuparsi di servizi logistici, di consegne di cibo e di condivisione di biciclette. Mentre gli operatori di bike sharing non sembrano essere abbastanza redditizi, la indubbia ampia base di utenti e l’offerta di ultimo miglio in bici per ora funziona.

Uber e Didi (l’altra grande compagnia concorrente) sono orientate a fare cartello e a dividersi e garantirsi partnership regionali, riducendo al minimo la concorrenza diretta. Didi ha addirittura annunciato l’acquisizione di 99 Taxi di una società brasiliana.

Per quanto riguarda i servizi con veicoli in affitto o leasing, il leader finora è stato Daimler (Mercedes) con oltre 17 milioni di clienti in tutto il mondo che già utilizzano i suoi vari servizi di mobilità, come car sharing e carpooling. Altre case automobilistiche hanno anche lanciato i propri programmi di abbonamento alla mobilità di lusso, come Porsche, Cadillac, Volvo, Audi e Ford. I produttori di automobili si concentrano sempre più sulla creazione di servizi nelle loro offerte di prodotti. Nel 2018, Volkswagen ha in programma di lanciare il suo furgone elettrico da corsa MOIA a livello internazionale.

I fabbricanti d’automobili utilizzano anche i servizi come mezzo per testare nuove tecnologie con i consumatori. In Cina, i produttori di auto hanno utilizzato sistemi di car sharing per familiarizzare i clienti con le loro offerte di veicoli elettrici, mentre gli Stati Uniti, fanno lo stesso per dimostrare la loro tecnologia di guida autonoma. Oltre all’opportunità di familiarizzare i consumatori con le nuove tecnologie che automatizzano la guida, i più elevati tassi di utilizzo delle auto impiegate nei servizi di mobilità possono accelerare lo sviluppo tecnologico e ammortizzare i costi iniziali più elevati nel campo dell’intelligenza artificiale.

A febbraio, alle Olimpiadi invernali di PyeongChang del 2018, Hyundai, Intel e KT lanceranno la prima dimostrazione della comunicazione 5G per le applicazioni di mobilità. La tecnologia autonoma per il trasporto è al centro dell’attenzione, non solo dei media, ma delle aziende minerarie che già utilizzano camion merci autonomi con tecnologia di guida automatizzata.

I quadri normativi di guida autonoma sono destinati a muoversi lentamente: mentre molte giurisdizioni hanno portato avanti il ​​quadro necessario per testare piccole flotte di automobili autonome, fino ad ora l’attività di aggiornamento delle norme esistenti e l’introduzione di nuovi regolamenti necessari per supportare la commercializzazione di veicoli completamente autonomi incontra molto scetticismo da parte delle associazioni dei consumatori, poiché nessun governo ha ancora iniziato il compito di aggiornare il codice di guida legale e la normativa sulla certificazione di sicurezza dei veicoli.

Una mia considerazione a valle di questa panoramica: l’auto individuale ha sempre occupato i sogni di intere generazioni, ma ora sembra al capolinea, almeno nelle sue forme tradizionali. Lo spazio urbano congestionato, l’inquinamento, l’impatto sul clima hanno suggerito soluzioni collettive e pubbliche per il trasporto in tutte le sue versioni. Ma siamo in un’epoca di neoliberismo e di individualismo accanito e i grandi player privati della motorizzazione si sono ingegnati in ogni modo con mille varianti pur di mantenere a galla i bilanci ed i loro profitti sotto tiro. Così, si stanno inventando modalità sempre più complicate e costose, stracariche di tecnologia e di materiali che richiedono energia e ricicli complicatissimi. Succede all’auto quel che succede ai cellulari: grondano di App e di opzioni inutilizzate, ma strizzano l’occhio anche a chi non ne ha affatto bisogno. Finiremo mai di vivere al di sopra delle possibilità nostre e del pianeta che ci ospita?

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