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Opinioni

ESSERE LIBERI

FELICE MAGNANI - 30/11/2018

libero Vivere da uomini liberi non significa fare tutto quello che si vuole, la libertà non è solo un fatto fisico, ma soprattutto morale. È libero chi è padrone delle proprie azioni, chi le sa indirizzare, gestire, controllare, chi non si lascia condizionare, chi sa distribuire con equilibrio le proprie risorse e i propri talenti, chi ha una coscienza civica formata, chi rispetta, chi è capace di fare scelte utili e coraggiose, chi sa distinguere il bene dal male, chi è in grado di fare autovalutazioni, di esprimere giudizi costruttivi per sé e per gli altri.

 La libertà va costruita dentro, nel laboratorio della coscienza e in quello dell’intelligenza, va insegnata, accompagnata, fatta conoscere, alimentata, non è una parola soltanto, è soprattutto un modo di vedere e di vivere il mondo, di stare consapevolmente nella comunità umana, conoscendone problemi e necessità, vizi e virtù.

 L’uomo libero è capace di grandi slanci, non ha bisogno di sotterfugi, di intrighi, di compromessi, di strategie, perché punta decisamente al bene comune, alla collaborazione gratuita, è sempre pronto a dare, ma senza subordinare il suo pensiero alla demagogia, a una visione di parte. Per l’uomo libero conta il tutto, sentirsi parte di un tutto di cui deve favorire la presa di coscienza, contano soprattutto le idee, la cultura, la visione e la missione. L’uomo libero è un missionario della verità, che non è mai mistificata o manipolata, ma frutto di una costruzione in cui confluiscono punti vista, riflessioni, meditazioni che non hanno il peso dell’imposizione.

 La libertà ha dei limiti precisi, deve rispettare delle regole, delle leggi, è all’interno di un sistema che sviluppa la sua carica di civiltà, è guardando dentro se stessa che scopre quella degli altri, i loro bisogni, le loro necessità, è guardandosi allo specchio che misura la sua capacità di essere attiva e propositiva.

 Ci sono uomini che credono di essere liberi, ma in realtà sono schiavi, prigionieri di idee o strategie che altri hanno abilmente tessuto per loro. La libertà va coltivata, limata, promossa, fatta conoscere, mettendo sempre al centro l’uomo nella sua relazione con quel bene comune di cui è portatore e assertore. L’uomo libero fa sempre i conti con la propria anima e il proprio cuore, si guarda in faccia, si confessa, si analizza, prende coscienza del suo modo di essere e di agire, cerca di migliorare, di dare un volto più umano alle proprie fragilità.

 La libertà è soprattutto una conquista culturale, è libero veramente chi sa capire e gestire la propria condizione, chi sa stabilire rapporti onesti e creativi con tutti, per il bene della comunità. L’uomo libero ascolta, è attento alle traversie del mondo, vive nel mondo, ma evita di lasciarsi contaminare, di lasciarsi intruppare da gente che vorrebbe inquadrarlo, metterlo al servizio dei propri interessi di parte. L’uomo libero non è mai di parte, perché cerca sempre di cogliere il lato positivo che sta un po’ ovunque. L’uomo libero di solito non fa carriera, perché la carriera è una concatenazione ereditaria di compromessi che preclude il respiro ampio e rasserenante.

 Chi ha vissuto tra le maglie della politica sa quanto sia difficile essere se stessi, parlare un linguaggio aperto e disinteressato, parlare in nome di una qualsiasi verità, sa quanto sia difficile farsi apprezzare per quello che si è, sa che senza una maschera non si arriva lontano e che nella maggior parte dei casi bisogna dire sì al padrone, per non inimicarselo.

 È veramente libero chi vive riascoltando la voce del fanciullino di pascoliana memoria e si rallegra di non essere caduto nella rete dell’ipocrisia comune, quella che cancella l’anima e la bellezza del pensiero, è libero chi è sicuro di aver sempre fatto il proprio dovere, anche se i risultati non sono sempre stati valutati secondo giustizia. L’uomo libero non ha bisogno di apprezzamenti, di premi, di podi, di riconoscimenti, perché il motivo della sua operatività consiste nel puntare decisamente al bene comune, alla comunità, anche quando non compie gesti plateali, ma coltiva la libertà per sé e per gli altri, con l’amore di chi si mette in gioco per offrire un piccolissima porzione di comprensione della realtà.

 La libertà garantisce la purezza dell’individualità, di un carattere, di un modo di essere, anche quando porta con sé i limiti di una natura non sempre attrezzata per emergere o per garantire ampi spazi di produttività umana. La libertà ha bisogno di bravi uomini e donne versati nell’arte della conoscenza dell’animo umano, che sappiano fornire risposte a chi incontra difficoltà nella comprensione e nella gestione delle cose del mondo.

 Si tratta in molti casi di ricreare un modo di essere all’interno della società, dove l’interesse collettivo torni a essere prevalente rispetto a quello individuale e dove la libertà di ciascuno diventi il vero motore della vita. La libertà è quella che ci hanno fatto conoscere uomini come il generale dell’Arma dei Carabinieri, Carlo Alberto Della Chiesa, come i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, quella degli uomini di scorta, ragazzi pronti a immolarsi per proteggere i difensori della legalità. Per la conquista della libertà si deve pagare un prezzo, che può essere anche molto elevato, ma la libertà vale anche il sacrificio più alto, perché è grazie a lei che l’uomo impara a dare un senso compiuto ai suoi comportamenti, alla realtà che incontra sul suo cammino.

 Insegnare il rispetto della libertà è un compito fondamentale per chi crede veramente nella forza etica e morale di uno stato, per chi ha l’ambizione di insegnare agli altri l’arte del saper vivere. Purtroppo viviamo in un mondo in cui il concetto di libertà viene visto come una forma impositiva, una costrizione e non come volontà comune di gente che vuole concorrere alla realizzazione di un bene comune a vantaggio di tutti.

 Il cammino è ancora lungo e sarà tutto in salita, ma un passo decisivo va fatto nell’interesse di tutti.

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